Scarti del raccolto di riso in Indonesia potrebbero generare abbastanza elettricità per alimentare tutte le sue case

Gli scienziati dell’Energy and Bioproducts Institute presso Aston University stanno per avviare un progetto in Indonesia per convertire la paglia di riso in energia a basso costo su scala commerciale. La paglia di riso è un prodotto di scarto del raccolto di riso, viene spesso bruciata all’aria aperta, il che la rende una fonte significativa di inquinamento.
L’Indonesia ogni anno produce 100 milioni di tonnellate di scarti di riso, il 60% dei quali viene bruciato in campi aperti, causando inquinamento atmosferico ed è stato persino collegato al cancro ai polmoni. La quantità di paglia di riso bruciata equivale a circa 85 Terawatt di elettricità, sufficienti ad alimentare per più di dieci volte le famiglie indonesiane. Il consorzio di cui fa parte anche Aston University mira a sviluppare processi che consentano di ricavare dalla paglia di riso un’energia più conveniente che mai e a dimostrare che è possibile farlo su scala commerciale. Il processo in parte prevede una tecnologia di conversione della biomassa chiamata pirolisi, consiste nel riscaldare i materiali organici di scarto ad alte temperature (circa 500 °C) per scomporli, producendo vapore e prodotti solidi, una parte del vapore può essere condensata in un prodotto liquido chiamato olio di pirolisi o bio-olio di pirolisi. Sia il vapore di pirolisi sia il bio-olio liquido possono essere convertiti in elettricità.
I metodi attuali a prezzi accessibili convertono solo il 35% dell’energia termica della paglia di riso in elettricità, tuttavia, un motore a combustione recentemente brevettato e progettato da Carnot Limited, membro del consorzio con sede nel Regno Unito, potrebbe raddoppiare tale percentuale al 70%. L’energia estratta in questo modo potrebbe aiutare i Paesi a basso e medio reddito a creare la propria energia generata localmente, a contribuire all’azzeramento delle emissioni entro il 2050, a creare nuovi posti di lavoro e a migliorare la salute della popolazione locale.
Il progetto in Indonesia e in altri Paesi con capacità di biomassa, contribuirà a sviluppare un modello commerciale che potrebbe supportare le aziende e le autorità locali a produrre energia locale a basso costo.
Jude Onwudili, Muhammad Imran e Mirjam Roeder sono i tre esperti accademici di diverse discipline della Aston University impegnati in questo progetto iniziale, che si concentra sull’isola indonesiana di Lombok, lavorano presso l’Istituto di ricerca sull’energia e i bioprodotti (EBRI) dell’Aston University.
Jude Onwudili guida il team, ha dichiarato:
«Il nostro progetto ha un enorme potenziale, la commercializzazione di questa tecnologia combinata avrà notevoli benefici economici per la popolazione indonesiana attraverso la creazione di posti di lavoro diretti e indiretti, tra cui la catena di approvvigionamento delle materie prime e la distribuzione e vendita di energia elettrica. È emerso che circa un milione di case indonesiane non hanno accesso all’energia e le 6.000 isole abitate dell’Indonesia rendono difficile lo sviluppo di infrastrutture sostenibili in aree come l’isola di Lombok. Le nuove tecniche che si stanno studiando potrebbero ridurre l’inquinamento ambientale, contribuire al raggiungimento dell’obiettivo “net zero” e, soprattutto, fornire l’accesso a un’energia a prezzi accessibili da scarti agricoli locali sostenibili. Aston University è leader mondiale nel campo della bioenergia e dei sistemi energetici, sono lieto che abbiamo ricevuto i finanziamenti per esplorare questo settore».
Il team del progetto nell’arco di vita di una centrale elettrica, ha calcolato che la biomassa produce elettricità /kWh (*) più economica (circa 4,86 euro/kWh) rispetto a solare (circa 7,46 euro/kWh), geotermico (circa 7,80 euro/kWh), carbone (circa 8,3 euro/kWh), eolico (circa 9.04 euro/kWh) e gas sovvenzionato (circa 9,50 euro/kWh).
(*) Prezzi /kWh originali espressi in sterline, per praticità sono stati convertiti in euro.

Il progetto per i quattro partner inizierà nell’aprile 2023 con un finanziamento totale di 1,7 milioni di euro da parte di Innovate UK. Gli scienziati dell’Aston University per realizzare il progetto, oltre a Carnot Limited lavoreranno con altre due aziende britanniche PyroGenesys e Straw Innovations.
PyroGenesys è specializzata nella tecnologia PyroChemy, per la produzione di energia elettrica convertirà il 70% della paglia di riso in vapore o bio-olio, mentre il resto sarà convertito in Biochar ricco di sostanze nutritive, che potrà essere rivenduto per essere utilizzato come fertilizzante nelle aziende risicole.
Straw Innovations contribuirà con la sua esperienza nella raccolta della paglia di riso, grazie ai molti anni di simili attività in Asia.

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