Ridurre la corrosione dell’acciaio è vitale per combattere il cambiamento climatico

Ogni anno gli Stati Uniti spendono quasi un trilione di dollari per combattere la corrosione metallica, una reazione elettrochimica che si verifica quando i metalli si ossidano e iniziano ad arrugginirsi. I ricercatori affrontando questo problema sorprendentemente insidioso, ora hanno stimato quanto la corrosione stia gradualmente peggiorando le emissioni globali di carbonio.
La produzione globale di acciaio è in costante aumento da decenni e, poiché l’acciaio ha una scarsa resistenza alla corrosione, parte della domanda è destinata a sostituire l’acciaio utilizzato nei materiali da costruzione che si sono corrosi nel tempo, dai ponti alle automobili.
Gerald Frankel, professore di scienza dei materiali e ingegneria presso Ohio State University, coautore dello studio pubblicato nella rivista npj Materials Degradation, ha affermato:
«Ridurre la quantità di acciaio che deve essere sostituito a causa della corrosione, potrebbe avere effetti misurabili sulla quantità di gas serra prodotti per produrre l’acciaio».
Sebbene studi precedenti abbiano stimato che il costo economico attuale della corrosione sia pari a circa il 3-4% del prodotto interno lordo di una nazione, questo nuovo studio è il primo a quantificare l’impatto ambientale associato alla corrosione dell’acciaio. È stato condotto da Mariano Iannuzzi, Direttore del Curtin Corrosion Center e della Chevron and Woodside Chair in Corrosion, Professore di scienza dei materiali e della corrosione alla Curtin University.
Gerald Frankel ha dichiarato:
«Vista la dipendenza della società dal carbone, la produzione di ferro e acciaio è una delle maggiori responsabili delle emissioni di gas serra di qualsiasi industria, ma la maggior parte dei costi associati all’industria, in realtà deriva dall’energia impiegata per la creazione dell’acciaio, che viene persa quando l’acciaio ritorna alla ruggine, che è simile alla sua forma originale di minerale di ferro. Il tempo necessario all’acciaio per corrodersi dipende in larga misura dalla severità dell’ambiente e dalla composizione della lega, ma questo problema, costoso dal punto di vista ambientale, sta solo peggiorando».
I ricercatori per stimare i livelli di biossido di carbonio all’anno a partire dal 1960, utilizzando i dati storici sull’intensità del biossido di carbonio, hanno scoperto che nel 2021 la produzione di acciaio rappresentava il 27% delle emissioni di carbonio del settore manifatturiero globale e circa il 10,5% delle emissioni totali di carbonio a livello mondiale. La sostituzione dell’acciaio corroso è responsabile di circa l’1,6-3,4% delle emissioni.
La buona notizia evidenziata dallo studio è che grazie alle normative imposte all’industria siderurgica, negli ultimi 50 anni i progressi tecnologici nel processo di produzione dell’acciaio, hanno portato a una riduzione del 61% del consumo energetico. I risultati dello studio, nonostante questi miglioramenti, invitano i responsabili politici e industriali a modificare e coordinare le politiche internazionali relative alla produzione di acciaio e alla gestione della corrosione.
Gerald Frankel ha dichiarato:
«Le coordinate strategie internazionali, così come la diminuzione della domanda globale di acciaio, utilizzando le migliori pratiche per la mitigazione della corrosione, potrebbero migliorare le strategie globali di gestione della corrosione, e ridurre drasticamente l’aumento delle emissioni di gas serra che stiamo vedendo a causa della ripetuta sostituzione dell’acciaio corroso».
Lo studio ha evidenziato che non intervenire tempestivamente per migliorare l’impronta di carbonio dell’acciaio, le emissioni di gas serra prodotte dall’industria siderurgica entro il 2030 potrebbero raggiungere circa il 27,5% delle emissioni totali di carbonio a livello mondiale, con l’acciaio corroso che rappresenta circa il 4-9% di questo numero. È un risultato che renderebbe quasi del tutto irrealizzabili gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi per limitare il riscaldamento della Terra a 1,5° C e gli obiettivi climatici interni degli Stati Uniti.
Lo studio osserva che le strategie di gestione, come lo sfruttamento delle tecnologie di apprendimento automatico, potrebbero essere una delle migliori possibilità di ridurre i livelli di anidride carbonica sulla Terra.
Gerald Frankel in conclusione ha detto:
«Il riscaldamento globale è una sfida sociale che richiede il coordinamento di molti interventi multidisciplinari, il nostro lavoro sta portando alla luce un problema che sembra essere passato inosservato in termini di importanza dell’aggiunta al problema».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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