Reni in offerta speciale, i ricchi stanno beneficiando a spese dei poveri

Il traffico di organi è in pieno boom in tutto il mondo, il sistema che lo gestisce non è facile da capire, ma una cosa è certa: i ricchi stanno beneficiando a spese dei poveri.
Wiru, ha dodici anni, vive in un piccolo villaggio a sud di Delhi, in India, qui c’è una buona probabilità di poter comprare un bambino come lui. Wiru costa 2.500 rupie, pari a circa 37 euro (45 dollari). E’ sfruttato in una fabbrica di finte borse Gucci. Wiru, ha detto:
“Quando sarò grande, voglio diventare ricco, ora voglio andare a vendere uno dei miei reni così non dovrò più lavorare qui. Voglio fare la stessa cosa che ha fatto mio padre quando non l’ho visto per tre anni“.
La parola rene si è diffusa in tutte le baraccopoli delle grandi città indiane,  indicato come una possibilità per sfuggire alla povertà. Il rene sul mercato nero vale circa 55.000 rupie (800 euro), è una fortuna per molti indiani.
Il paese ha vietato il commercio di organi umani, ha aumentato la pena da due a cinque anni di carcere, ma è un piccolo deterrente perché il business è troppo redditizio. Il rischio di essere scoperti è limitato, il donatore del rene per cautelarsi, si pone come un amico del destinatario da cui riceve soldi in dono. A questo proposito, l’inchiesta di un organismo ufficiale del governo ha considerato una farsa i motivi della donazione.

I reni in India sono un ottimo affare
L’antropologa Nancy Scheper-Hughes, aveva già sottolineato nel 2003 sulla rivista medica The Lancet, come il turismo del trapianto stava sviluppando un fattore economico reale, andando sempre nella stessa direzione, ovunque questo esistesse: da sud a nord, da est a ovest, dai poveri al ricco, dal colore della pelle più scuro al più chiaro.
India o in Africa, un rene costa circa 1.000 dollari (circa 810 euro). Un rene rumeno costa circa 2.700 dollari, un rene turco costa  fino a 10.000 dollari. Negli Stati Uniti, i rivenditori di reni possono guadagnare 30 mila dollari da un’operazione, a volte anche dieci volte tanto. I reni scambiati sul mercato nero possono costare da 1.000 a 30.000 dollari.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), nel 2007 ha stimato che nel mondo circa il cinque per cento di tutti i trapianti sono stati forniti attraverso il mercato nero, ciò si traduce in 20.000 reni, con una domanda in crescita perché le persone vivono più a lungo. Gli esperti hanno inoltre ipotizzato che il traffico illegale di organi è ancora la pratica prevalente in alcuni paesi.
Attualmente 8.000 persone in condizioni critiche sono in attesa per un rene nuovo in Germania, 40.000 in tutta Europa. L’anno scorso, 2.850 reni sono stati trapiantati legalmente all’interno del sistema sanitario ufficiale in Germania.

Il traffico di organi controllato dalla mafia
L’ultima edizione del settimanale tedesco Der Spiegel, documenta un caso in cui un proprietario di una fabbrica tedesca ha ricevuto un rene da una immigrata russa. La storia mette in evidenza come i pazienti ricchi possono prolungare la loro vita a spese dei poveri.
Steffen Winter, scrittore, ha detto:
“Questo è un quadro mafioso. Il medico che ha eseguito l’intervento è attivo in molti paesi del mondo, ha già trapiantati 4.000 reni e ha un mandato di arresto internazionale emesso contro di lui”.
Il commercio di organi – da una parte lo sfruttamento immorale della speranza, dall’altro della disperazione -, vale un miliardo di euro. L’organizzazione Organs Watch, descrive il destinatario tipico come  un maschio di 48 anni, con un reddito di 53.000 dollari che vive negli Stati Uniti, Israele, Arabia Saudita, o in Australia.
Il donatore tipico è un maschio di 29 anni, indiano, cinese, moldavo o brasiliano, che ha un reddito annuo di 480 dollari.
Medici senza scrupoli, sono pronti dove c’è poco controllo a volare in tutto il mondo per trapiantare gli organi.
La risoluzione WHA63.22 dell’OMS del 2010, contiene 11 principi che delineano la natura volontaria non monetaria della donazione degli organi. Tre anni prima 150 esperti e rappresentanti governativi di tutto il mondo aveva già adottato la Dichiarazione di Istanbul sul traffico di organi e il turismo dei trapianti. Il Consiglio d’Europa e la World Medical Association hanno messo al bando il traffico di organi.

Una forma di sfruttamento fatale
Molti esperti ritengono che in futuro in tutto il mondo vi sarà una domanda ancora più grande per i donatori di organi.
 Friedrich Breyer, economista sanitario presso l’Università di Coblenza, ha invitato i legislatori ad approvare una regolamentazione del mercato d’organi, ha detto che a corto di donatori, questo è l’unico modo per aumentare l’offerta. Il libero mercato non solo crea posti di lavoro e di ricchezza, può anche salvare delle vite”.
Kirste Günter, del consiglio di amministrazione della Fondazione tedesca trapianto di organi, la vede diversamente:
“Il traffico di organi è una forma fatale dello sfruttamento dei poveri, soprattutto del terzo mondo. Ci sono migliaia di persone che hanno donato i reni in Pakistan e nelle Filippine, ora stanno avendo un momento difficile”.

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