Plasticosi: nuova malattia causata dalla plastica, sta colpendo gli uccelli marini

La plastica è ovunque, è diventata così comune da avere un impatto sulla salute degli animali e delle persone. La nuova ricerca dimostra che gli uccelli marini soffrono di una malattia indotta dalla plastica, chiamata “plasticosi”. La nuova malattia è stata descritta negli uccelli marini, ma potrebbe essere solo la punta dell’iceberg.
La plasticosi piuttosto che essere causata da virus o batteri, è generata da piccoli frammenti di plastica che infiammano il tratto digestivo. L’infiammazione persistente nel corso del tempo provoca la cicatrizzazione e la deformazione dei tessuti, con effetti a catena sulla crescita, la digestione e la sopravvivenza.
Alex Bond ecologista e biologo della conservazione presso il Natural History Museum, con particolare attenzione agli uccelli marini e alle isole oceaniche, coautore dello studio pubblicato nella rivista Journal of Hazardous Materials, ha affermato:
«Mentre questi uccelli possono sembrare sani all’esterno, non stanno bene all’interno, in questo studio è la prima volta che il tessuto gastrico è analizzato sotto questo aspetto, dimostra che il consumo di plastica può causare gravi danni all’apparato digerente di questi uccelli. La plasticosi sebbene sia finora nota solo per una specie, la portata dell’inquinamento da plastica significa che potrebbe essere molto più diffusa».

Che cos’è la plasticosi?
La plasticosi è un tipo di malattia fibrotica, questa condizione è causata da un’eccessiva quantità di cicatrici, accade quando un’area del corpo è ripetutamente infiammata e impedisce alla ferita di guarire, in genere, dopo una lesione si forma un tessuto cicatriziale temporaneo che aiuta a rafforzare la riparazione, ma quando l’infiammazione si ripete, si possono formare quantità eccessive di tessuto cicatriziale che riducono la flessibilità dei tessuti e ne modificano la struttura.
L’irritazione nel caso della plasticosi, è causata da frammenti di plastica che scavano nel tessuto dello stomaco. Gli scienziati hanno scoperto questa condizione nell’ambito delle loro ricerche a Lord Howe Island, dove da dieci anni si occupano di uccelli marini. L’isola nonostante si trovi a 600 chilometri dalla costa australiana, è abitata dalle Berte dai piedi carnosi (sono uccelli marini scuri di taglia medio-grande con becchi uncinati lunghi e potenti), i ricercatori hanno detto che al mondo sono gli uccelli più contaminati dalla plastica poiché consumano frammenti di plastica in mare dopo averli scambiati per cibo.
Il team di ricercatori studiando la Berta, hanno scoperto che le cicatrici del proventricolo (una porzione del sistema digerente di alcuni animali, nello specifico la parte terminale dell’intestino negli uccelli), erano diffuse e causavano ferite simili negli uccelli. La sua consistenza ha portato il team di ricercatori a descrivere la plasticosi come una malattia specifica. Sebbene il termine plasticosi sia stato usato per breve tempo per descrivere la degradazione della plastica nelle protesi articolari, il suo uso non è mai stato comune. Il team di ricercatori ha quindi ripreso il nome per la sua somiglianza con altre malattie fibrotiche causate da materiali inorganici, come la silicosi e l’asbestosi.
Finora si sa che la plasticosi colpisce solo l’apparato digerente, ma si pensa che possa interessare anche altre parti del corpo, come i polmoni.

Quali sono gli effetti della plasticosi?
La cicatrizzazione causata dalla plasticosi influisce sulla struttura fisica del proventricolo. Il tessuto con l’aumento dell’esposizione alla plastica, diventa gradualmente più gonfio fino a quando inizia a rompersi.
Alex Bond ha affermato:
«Le ghiandole tubolari, che secernono composti digestivi, sono forse il miglior esempio dell’impatto della plasticosi, queste ghiandole quando la plastica viene consumata, diventano gradualmente più ristrette, fino a perdere completamente la loro struttura tissutale ai livelli più alti di esposizione».
La perdita di queste ghiandole può rendere gli uccelli più vulnerabili alle infezioni e ai parassiti e compromettere la loro capacità di assorbire alcune vitamine. La cicatrizzazione può anche causare l’indurimento e la riduzione della flessibilità dello stomaco, che diventa meno efficace nella digestione del cibo. Ciò può essere particolarmente dannoso negli uccelli giovani e nei pulcini, poiché il loro stomaco non è in grado di contenere una quantità di cibo sufficiente. È stato rilevato in alcuni studi che ben il 90% dei giovani uccelli trattiene un po’ di plastica somministrata dai genitori. I pulcini in caso estremi possono morire di fame perché il loro stomaco si riempie di plastica che non riescono a digerire.
È probabile che la plasticosi sia anche uno dei fattori che incidono sul modo in cui la plastica influisce sulla crescita delle giovani Berte. Lo studio ha rilevato che la lunghezza delle ali era legata alla quantità di plastica presente nel loro corpo, mentre il numero di frammenti di plastica era associato al peso complessivo dell’uccello.
Il team di ricercatori ha scoperto che sebbene gli uccelli consumino naturalmente altri oggetti inorganici, come la pietra pomice, ciò non causa cicatrici; al contrario, la pietra pomice può contribuire a scomporre la plastica in frammenti più piccoli, causando ulteriori danni.
Alex Bond ha detto:
«Il nostro gruppo di ricerca ha già esaminato il modo in cui le microplastiche influenzano i tessuti. Abbiamo trovato queste particelle in organi come la milza e il rene, dove erano associate a infiammazione, fibrosi e perdita completa della struttura».
La plasticosi al momento è nota solo nella Berta dai piedi carnosi, ma vista la quantità di inquinamento da plastica, è ragionevole supporre che anche altre specie siano colpite da questa malattia. È uno dei tanti modi in cui la plastica in tutto il pianeta sta influenzando la salute degli animali, compresi i cambiamenti nella chimica del sangue e le alterazioni dell’equilibrio degli ormoni.

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