Occupazione, allarme per i robot, nel giro di venti anni occuperanno la metà dei nostri posti di lavoro

In questo recente studio, quasi la metà dei posti di lavoro di oggi potrebbe essere automatizzato entro i prossimi due decenni, nessuno sembra essere preparato per ciò che significherà per la società.
La rivoluzione digitale, così come la precedente rivoluzione industriale, sta aumentando la produttività, ma sta anche trasformando il tipo di occupazione del personale da un lavoro a un altro. Ciò non è necessariamente negativo, molti dei nuovi posti di lavoro creati sono maggiormente retribuiti e fisicamente meno impegnativi, ma la rapida trasformazione delle economie con la ricollocazione di molti lavoratori sta trasformando la società in modi imprevedibili.
The Economist sottolinea: «Il “tornado” tecnologico che inizialmente ha colpito i paesi ricchi, finirà per danneggiare i paesi più poveri, rimodellando la politica e le organizzazioni sociali.
I ricercatori dell’Università di Oxford hanno predetto che il 47 per cento dei posti di lavoro degli Stati Uniti nei prossimi venti anni sono a rischio per colpa dell’automazione in particolare nel settore dei trasporti, della logistica, ufficio e il lavoro di supporto amministrativo.
I ricercatori hanno inoltre espresso sorpresa che le occupazioni di servizio, dove si è verificato il più recente sviluppo di lavoro degli Stati Uniti, sono “molto sensibili” per l’informatizzazione, ad esempio, i servizi online come Airbnb che mette in contatto i viaggiatori con i proprietari di abitazione con camere in affitto, potrebbero minacciare la base del settore alberghiero e le migliaia di lavoratori che impiega».
La rivoluzione digitale ha finora premiato gli investitori e i lavoratori più qualificati e più creativi, anche se molti dei lavori che sono stati persi per l’automazione non sono stati sostituiti da qualcos’altro.
The Economist, riporta che: «Negli ultimi tre decenni, la quota di lavoro della produzione si è ridotta a livello globale dal sessantaquattro per cento al cinquantanove per cento, nel frattempo, la quota di reddito che è salita dell’1 per cento in America, è passata dal nove per cento nel 1970 al 22 per cento di oggi.
La disoccupazione in gran parte dei paesi ricchi è a livelli preoccupanti, non solo per ragioni congiunturali. Il sessantacinque per cento degli americani in età lavorativa nel 2000 era occupato, da allora la percentuale è scesa al livello attuale del cinquantanove per cento.
L’ondata di rottura tecnologica è appena iniziata, sono state introdotte e migliorate le nuove tecnologie come le auto senza conducente e robot industriali “intelligenti”. Le telecamere a circuito chiuso sono in grado di rilevare gli intrusi in modo più affidabile rispetto alle guardie di sicurezza. Montagne di dati finanziari o biometrici possono essere analizzati con la tecnologia in modo accurato senza avere bisogno di utilizzare squadre di commercialisti o medici.
La rivoluzione digitale sta rapidamente aumentando il ritmo di sviluppo, il codice della programmazione può essere facilmente condiviso in modo collaborativo per creare nuove tecnologie.
I ricercatori anche se hanno sbagliato qualche loro statistica, evidenziano in modo chiaro che molti posti di lavoro meno specializzati stanno progressivamente lasciando il passo all’automazione per i tagli dei governi di tutto il mondo alle loro reti di sicurezza finanziate dai contribuenti.
I governi anche se non tutti i lavoratori hanno la capacità di diventare un programmatore di computer o imprenditore digitale, devono investire in formazione per riqualificare i lavoratori meno qualificati e migliorare le prospettive di lavoro per i loro figli.
L’aumento del salario minimo potrebbe accelerare il passaggio dai lavoratori umani ai computer. Meglio aumentare i salari bassi con denaro pubblico in modo che chi lavora, ha un reddito ragionevole, attraverso una coraggiosa espansione dei crediti d’imposta che paesi come gli Stati Uniti e Gran Bretagna già utilizzano.
Il prossimo sconvolgimento deve essere immediatamente affrontato, nel 19° secolo c’è voluta la minaccia di una rivoluzione per realizzare riforme progressiste. I governi di oggi farebbero bene a iniziare a realizzare il cambiamento necessario prima che la gente si arrabbi».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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