Nuova ricerca: i videogiochi, super efficaci per curare la cataratta congenita

Una recente ricerca medica ha dimostrato che i videogiochi, una volta considerati il nemico degli occhi del bambino, possono avere un effetto benefico sulla vista.
Daphne Maurer, professore di psicologia e neuroscienze alla McMaster University, in Canada, afferma che quaranta ore di videogioco può migliorare sensibilmente la vista delle persone nate con la cataratta congenita.
La cataratta è una opacizzazione del cristallino dell’occhio, oscura e distorce la vista. E’ una condizione medica comunemente osservata negli anziani, ma può colpire anche i bambini subito dopo la nascita.
La cataratta può essere risolta con un intervento chirurgico o con speciali lenti a contatto. Tali interventi, purtroppo, non sono sempre efficaci al 100 per cento, le complicanze possono continuare in età adulta, in questo caso il problema può essere risolto con i videogiochi.
Lo psicologo Daphne Maurer della McMaster University crede di aver trovato un nuovo metodo per trattare la cataratta congenita: quaranta ore di videogiochi d’azione. Ha detto:
“Dopo aver giocato a un videogioco d’azione per quaranta ore nel corso di quattro settimane, i pazienti erano più bravi a vedere caratteri di stampa piccoli, la direzione di puntini in movimento, e l’identità delle facce”.
La ricerca precedente ha dimostrato l’efficacia delle stesse quaranta ore di gioco, per trattare  l‘ambliopia (occhio pigro AKA); lo stesso tipo di trattamento potrebbe risolvere il problema della cataratta congenita. In pratica, si tratta di una sorta di allenamento dell’occhio che sostanzialmente non dà il tempo di riflettere su ciò che gli occhi dovrebbero o non dovrebbero fare.
Daphne Maurer, presenterà le conclusioni del suo studio alla American Association for the Advancement of Science a Vancouver, in una sessione chiamata “Gli effetti delle prime esperienze sul funzionamento permanente: Impegno e resilienza“. In psicologia, la resilienza viene vista come la capacità dell’uomo di affrontare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente.
Daphne Maurer, su particolari videogiochi sparatutto come Medal of Honor, utilizzato dai ricercatori del cervello per contribuire a migliorare la visione degli adulti che sono nati con cataratta congenita in entrambi gli occhi, ha detto:
«Il nostro obiettivo è di sostituire questo gioco perché lo consideriamo  troppo violento. Stiamo progettando il nostro videogioco, che ci auguriamo possa essere migliore perché non violento.
Il videogioco Medal of Honor, incentrato su un tiratore che dovrebbe rappresentare un soldato d’elite degli Stati Uniti, alle prese con svariati nemici, contiene elementi che promuovono l’esercizio degli occhi, con i giocatori impegnati a osservare non solo ciò che sta accadendo di fronte a loro, ma anche allo sviluppo dell’azione ai bordi dello schermo. Le persone impegnate nel gioco devono monitorare visivamente ciò che sta accadendo e prendere decisioni rapide a reagire all’azione.
Negli studi, i soggetti che hanno giocato per quaranta ore, hanno migliorato alcuni aspetti della vista, ciò è possibile perché  il gioco aiuta a sviluppare la “plasticità” del cervello: i soggetti sono in grado di aprire i canali del sistema visivo nervoso che consente di riprendere il loro campo visivo.
L’alternativa a Medal of Honor, per noi è necessaria perché, nonostante i risultati incoraggianti per migliorare la vista, ci sono timori che le persone potrebbero avere pensieri violenti o diventare dipendenti dal gioco quando è troppo utilizzato.  Per questo stiamo sviluppando il nostro gioco, resta da vedere se siamo abbastanza preparati per sviluppare un gioco che sarà più efficace senza essere violento.
I pazienti che utilizzano i videogiochi sanno in anticipo dei possibili  effetti negativi a cui vanno incontro, c’è un piccolo rischio che essi possano diventare dipendenti. E’ precisamente questo il motivo del nostro limite all’utilizzo del gioco a dieci ore settimanali e non più di due ore il giorno».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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