Nuova forma di vita scoperta nella saliva umana

I batteri parassiti che dipendono completamente da altri batteri che infettano, sono stati scoperti per la prima volta nella saliva umana. Le piccole cellule che per decenni sono passate inosservate, sembrano essere collegate alla malattia gengivale, la fibrosi cistica e la resistenza antimicrobica.
Jeff McLean dell’University of Washington School of Dentistry a Seattle la scorsa settimana durante la riunione annuale dell’American Society for Microbiology a Boston, Massachusetts, ha detto:
«Sappiamo solo di un altro ceppo di batteri che possono infettare altri batteri, ma questo tipo, chiamato Bdellovibrio, è una cellula priva di vita che dà la caccia alla sua preda. L’organismo di recente scoperta ha pochissimi geni e dipende interamente dal suo ospite.
Il parassita, che sembra rendere il suo ospite più dannoso per gli esseri umani, ha eluso il nostro rilevamento fino a ora, perché è difficile da crescere e studiare in laboratorio. Sono batteri ultra-piccoli e vivono sulla superficie di altri batteri».

Differente da tutte le specie conosciute
Jeff McLean e i suoi colleghi hanno scoperto gli organismi attraverso la ricerca di ceppi batterici in campioni di saliva umana. Analizzando il DNA di tutte le specie che sono riuscite a svilupparsi da questi campioni, si sono imbattuti in un misterioso frammento di materiale genetico, un pezzo di RNA che in precedenza era stato scoperto da altri ricercatori, ma nessuno poteva dire da quale organismo provenisse.
Il team di Jeff McLean ora ha dimostrato che questo RNA appartiene all’Actinomyces odontolyticus un batterio che vive in un’altra specie. I ricercatori quando hanno visto questa specie sotto il microscopio, hanno scoperto che le cellule erano ricoperte di batteri molto più piccoli. E’ la prima specie mai scoperta a parassitare un altro batterio.
Jeff McLean ha aggiunto:
«L’Actinomyces in un primo momento tollerare i parassiti che si attaccano alla sua membrana esterna, in seguito comincia ad attaccare e uccidere il padrone di casa. Verso la fine del processo d’infezione, alcuni fori sembrano formarsi nella membrana cellulare dell’Actinomyces favorendo la fuoriuscita del suo contenuto. Stiamo cercando di decifrare quello che sta succedendo».
Il batterio parassita è diverso da qualsiasi specie precedentemente conosciuta, ha solo 700 geni ed è il primo ceppo batterico individuato che non può produrre i propri aminoacidi (i mattoni per le proteine essenziali per la vita), e dipende dal suo ospite. L’Actinomyces odontolyticus in confronto ha 2.200 geni.

Punta dell’iceberg
La scoperta spiega perché questa specie non è mai stata vista prima: può essere coltivata solo in laboratorio accanto ad un ospite. Jeff McLean sospetta che l’Actinomyces odontolyticus non è il solo ospite di questo parassita, possono esistere molti altri tipi di minuscoli batteri parassiti. Roland Hatzenpichler della California Institute of Technology di Pasadena ha detto:
«Questo microbo è chiaramente la punta di un iceberg, è incredibilmente emozionante vedere un grande passo avanti nello studio delle principali forme di vita che fino ad ora era stato impossibile coltivare».
Brian Hedlund dell’University of Nevada, Las Vegas ha aggiunto:
«I dati del gene da altri organismi finora incolti suggeriscono che tra i microbi le relazioni ospite-parassita sono comuni in natura, per cui questo tipo di studio è un grande modello da seguire».

La malattia e la resistenza agli antibiotici
Jeff McLean in conclusione ha detto:
«Queste specie hanno un ruolo importante nelle malattie umane, in persone che soffrono di malattie gengivali o la fibrosi cistica abbiamo scoperto alte concentrazioni di DNA del nuovo batterio. I batteri Actinomyces sono noti per contribuire alla malattia gengivale, di solito sono tenuti sotto controllo dai globuli bianchi chiamati macrofagi, li fagocitano e li distruggono. Abbiamo la prova che questi batteri quando sono infettati con il parassita, possono eludere questi macrofagi e peggiorare le malattie gengivali».
Il team di Jeff McLean in lavori precedenti aveva identificato un tipo di batterio che infetta alcuni membri di archeobatteri un diverso tipo di vita unicellulare che è geneticamente distinto dai batteri, ma simile nella sua mancanza di un vero e proprio nucleo cellulare e altri apparati di cellule complesse.
I due batteri parassiti inoltre in qualche modo rendono le loro cellule ospiti resistenti all’antibiotico streptomicina, è un’altra scoperta che potrebbe rivelarsi importante in questo periodo di crisi in cui un batterio è sempre più resistente all’attività di un farmaco antimicrobico.

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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