Lo storico Dan Snow mette in guardia: il “linguaggio razzista” di Donald Trump è simile a quello che ha scatenato la prima guerra mondiale

Dan Snow ha realizzato e presentato numerosi documentari di storia per la BBC, in questi giorni mentre è impegnato ad aiutare a lanciare un concorso di poesia ispirata ai poeti che hanno denunciato gli orrori della prima guerra mondiale, ha ammonito Donald Trump, ha detto:
«E’ tornato a parlare del conflitto di potere quasi come se fosse desiderabile, quasi come un’esperienza di pulizia che sarebbe positiva per la virilità americana: quando parla allegramente di distruggere la Corea del Nord, quando minaccia la violenza e parla delle dimensioni del suo arsenale nucleare, dovremmo assolutamente ricordare i poeti di guerra.
Dovremmo ricordare che i giovani che sono andati in guerra nel 1914 hanno sofferto le cose più spaventose che potreste mai immaginare, l’hanno fatto perché spinti dai vecchi imbroglioni  preoccupati per il lo status nazionale.
Il Presidente degli Stati Uniti potrebbe trarre beneficio dalla lettura delle opere di poeti di guerra come Siegfried Sassoon e Wilfred Owen. Negli Stati Uniti a causa del modo in cui le norme della democrazia e dello Stato di diritto sono minate, Trump rappresenta un problema enorme per Brexit. Mettendo in discussione il valore di abbandonare l’UE invece di lavorare per una più stretta cooperazione con l’Europa, quando si leggono i poeti di guerra, non ci resta un grande affetto per un mondo in cui i potenti Stati litigano tra di loro per il guadagno economico, politico e sociale».

Concorso “Una poesia per ricordare”
Dan Snow presiederà la giuria per “Una poesia per ricordare” il nuovo concorso lanciato 100 anni dopo la fine del conflitto del 1914-18, s’ispira ai poeti della prima guerra mondiale, con l’intento di scoprire la prossima generazione di poeti che possono riflettere sulla capacità dell’umanità di trionfare sulle avversità.
Il concorso aperto a tutti gli over 17, celebra l’apertura del nuovo Centro di Difesa e Riabilitazione Nazionale per il personale delle Forze Armate ferite. La poesia vincitrice sarà letta dal principe William all’inaugurazione del nuovo centro di riabilitazione, riceverà anche 2.000 sterline.
Dan Snow ha aggiunto:
«Ci sono somiglianze tra la retorica di Trump e il nazionalismo della fine del XIX e dell’inizio del XX secolo, nel 1914 ha contribuito a spingere il mondo in guerra. I poeti di guerra hanno insegnato che dovremmo essere molto cauti a lanciarci in battaglia come risposta alla chiamata di vecchi uomini politici. Francamente sarei stato più felice nel vedere meno nazionalismo nel recente Discorso sullo stato dell’Unione di Donald Trump.
Il suo discorso inaugurale è stato una terrificante espressione del nazionalismo popolare. Parti del suo discorso sono un chiaro riferimento al nazionalismo del XIX secolo. Lo trovo molto preoccupante.
Ci sono importanti somiglianze con il 1914, una è l’uso di un linguaggio palesemente razzista di Trump. Ha chiamato i messicani stupratori. Prima dello scoppio della prima guerra mondiale era assolutamente normale considerare gli slavi, i teutoni e vari gruppi costituiti dai nazionalisti del XIX secolo come esseri umani inferiori.
Trump ha messo in discussione la legittimità di un giudice perché è di origine messicana, ha offeso gli immigrati quando ha detto: “Ma perché abbiamo tutte queste persone che vengono qua da Paesi di merda?”.
Le sue osservazioni hanno suscitato critiche da tutto il mondo, sollevando interrogativi sul suo atteggiamento razzista. Trump nel negare di aver detto qualcosa di spregiativo sul popolo di Haiti, ha incolpato i media per aver distorto le sue parole.
Ho paragonato il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti a Benito Mussolini, chiarisco che lui non è un fascista. Dobbiamo parlare di Trump in un contesto di superuomini populisti di destra, ciò significa doverlo menzionare nelle stesse frasi di Mussolini. Nessuno sta dicendo che ha intenzione di invadere il Nord Africa come fece Mussolini quando mandò le truppe italiane in Abissinia nel 1935, ma qualcuno potrebbe pensarlo.
L’uso della lingua razzista è molto simile a quella del 1914, ciò non significa che stiamo per entrare in un’altra prima guerra mondiale, significa che dobbiamo essere vigili.
Gli storici professionisti possono essere impegnati a studiare il passato, ma sulle preoccupazioni attuali hanno ancora il dovere di avvertire su quale elemento gettare luce. Penso che alcuni storici abbiano dimenticato lo scopo di studiare queste cose. Tutti noi dobbiamo parlare dell’importanza di ricordare ciò che è accaduto nel passato e fare in modo che non succeda mai più».

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