L’inquinamento atmosferico può accelerare la progressione delle malattie polmonari

Il nuovo studio condotto dalle Università di Washington, Columbia e Buffalo, riporta che l’inquinamento atmosferico (in particolare l’inquinamento atmosferico dell’ozono che aumenta con i cambiamenti climatici) accelera la progressione dell’enfisema polmonare.
Studi precedenti mentre hanno mostrato una chiara connessione d’inquinanti atmosferici con alcune malattie cardiache e polmonari, la nuova ricerca pubblicata il 13 agosto 2019 sulla rivista JAMA dimostra un’associazione tra esposizione a lungo termine a tutti i principali inquinanti atmosferici – in particolare l’ozono – con un aumento di enfisema polmonare osservato nelle scansioni polmonari. L’enfisema è una condizione in cui la distruzione del tessuto polmonare porta a respiro sibilante, tosse, crisi respiratoria acuta e rischio di morte.
Joel Kaufman, professore di scienze ambientali ed epidemiologia della salute pubblica e occupazionale presso la School of Public Health, tra gli autori dello studio, ha detto:
«Nelle scansioni polmonari siamo rimasti sorpresi nel vedere quanto sia stato forte l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla progressione dell’enfisema, nella stessa misura degli effetti del fumo di sigaretta, che è notevolmente la causa, più nota dell’enfisema».
Lo studio ha stabilito che i livelli di ozono in alcune grandi città degli Stati Uniti stanno aumentando, in parte a causa dei cambiamenti climatici. Le medie annuali dei livelli di ozono nelle aree di studio erano tra 10 e 25 ppb.
Joel Kaufman ha aggiunto:
«I tassi di malattia polmonare cronica in questo paese stanno aumentando e sempre più si riconosce che questa malattia colpisce anche i non fumatori. Dobbiamo davvero capire cosa sta causando la malattia polmonare cronica, sembra che le esposizioni all’inquinamento atmosferico che sono comuni e difficili da evitare potrebbero essere uno dei principali responsabili».
I risultati sulla responsabilità dell’inquinamento atmosferico si basano su un ampio studio di 18 anni, ha coinvolto più di 7.000 partecipanti sottoposti a un esame dettagliato tra il 2000 e il 2018 in sei regioni metropolitane degli Stati Uniti: Chicago, Winston-Salem, N.C., Baltimora, Los Angeles, St. Paul, Minnesota e New York. I partecipanti sono stati selezionati tra quelli che hanno contribuito allo Studio multietnico sull’aterosclerosi (MESA).
Meng Wang, assistente professore di epidemiologia e salute ambientale all’Università di Buffalo, ha partecipato alla ricerca, ha detto:
«A nostra conoscenza, questo è il primo studio longitudinale per valutare l’associazione tra esposizione a lungo termine agli inquinanti atmosferici e la progressione dell’enfisema percentuale in una grande entità multietnica, basata sulla comunità».
Gli autori hanno sviluppato nuovi e accurati metodi di valutazione dell’esposizione per i livelli d’inquinamento dell’aria nelle case dei partecipanti allo studio, raccogliendo negli anni misurazioni dettagliate delle esposizioni in queste regioni metropolitane e misurazioni nelle case di molti dei partecipanti.
Lo Studio multietnico sull’aterosclerosi (MESA) è stato condotto dall’Università di Washington, è emerso che mentre la maggior parte degli inquinanti presenti nell’aria è in declino a causa degli sforzi riusciti per ridurli, l’ozono è aumentato. L’ozono a livello del suolo è prodotto principalmente quando la luce ultravioletta reagisce con gli inquinanti dei combustibili fossili.
R. Graham Barr, professore di medicina ed epidemiologia alla Columbia University, ha guidato lo Studio multietnico sull’aterosclerosi (MESA), ha detto:
«E’ un grande studio con analisi all’avanguardia di oltre 15.000 scansioni TC ripetute su migliaia di persone per 18 anni. I risultati sono importanti poiché i livelli di ozono a livello del suolo sono in aumento e la quantità di enfisema sulle scansioni TC prevede ricovero ospedaliero e decessi dovuti a patologie polmonari croniche.
L’ozono a livello del suolo con l’aumento delle temperature condizionate dal cambiamento climatico, continuerà ad aumentare sempre che non siano prese misure per ridurre questo inquinante. Purtroppo non è chiaro quale livello degli eventuali inquinanti atmosferici sia sicuro per la salute umana».
L’enfisema è stato misurato nei partecipanti da scansioni TC che identificano i fori nelle piccole sacche d’aria dei polmoni, e test di funzionalità polmonare, che misurano la velocità e la quantità di aria inspirata ed espirata.
James Kiley, direttore della divisione delle malattie polmonari presso il National Heart, Lung and Blood Institute, in conclusione ha detto:
«Lo studio si aggiunge alla crescente evidenza di un legame tra inquinamento atmosferico ed enfisema. La migliore comprensione dell’impatto delle sostanze inquinanti sul polmone potrebbe portare a modi più efficaci di prevenire e trattare questa devastante malattia.
E’ importante continuare a esplorare i fattori che incidono sull’enfisema, in particolare in un grande gruppo multietnico di adulti come quelli rappresentati dal MESA».

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