Il futuro della guerra per i combattimenti in cielo coinvolgerà sempre più le nanotecnologie e droni, però c’è stato un tempo in cui la tecnologia di guerra non era automatizzata: le armi dovevano essere ricaricate manualmente, gli aerei non avevano il pilota automatico, i soldati dovevano utilizzare un binocolo e una bussola al posto dell’onnipresente GPS.
I paesi in tutta la storia della guerra hanno investito miliardi di dollari nello sviluppo di tecnologie progettate per avere vantaggi e superare in astuzia i loro nemici: una di queste tecnologie sperimentali è stata lo HZ-1 Aerocycle, una piattaforma volante, progettata per trasportare un soldato a svolgere missioni di ricognizione in un raggio di circa 150 miglia senza rifornimento. Intendiamoci, non era la macchina volante che i tedeschi avevano previsto nel 1900.
Lo scopo principale della piattaforma volante HZ-1 Aerocycle era di dare ai fanti maggiore mobilità sul campo di battaglia. Il dispositivo era molto veloce, raggiungeva la velocità di 105 km/h; il militare apparentemente in circa venti minuti imparava a volare. Le basi di manovra della piattaforma volante erano simile a quelle di una bicicletta da surf (vedi), con il conducente intento a sposare il suo peso a destra o sinistra, utilizzando i propri riflessi naturali per controllare e dirigere il mezzo, una tecnica che è comunemente noto come “controllo cinestetico”.
Manovrare la piattaforma volante HZ-1 Aerocycle per molti militari si è rivelato un concetto difficile da cogliere. Il presunto tempo di venti minuti per l’apprendimento non è stato tale, dopo numerosi incidenti l’esercito americano ha bruscamente chiuso il progetto. Il velivolo è stato ritenuto troppo pericoloso per i militari inesperti del volo mentre quelli più esperti sono stati impiegati a sganciare le bombe dall’alto.
La piattaforma volante HZ-1 Aerocycle in conclusione è stato un classico caso di una grande idea, destinata a fallire a causa della cattiva esecuzione.