Le persone che soffrono di emicrania hanno spazi perivascolari allargati nel cervello

Il nuovo studio per la prima volta ha identificato spazi perivascolari allargati nel cervello di chi soffre di emicrania. I risultati dello studio saranno presentati all’imminente meeting annuale della Radiological Society of North America (RSNA).
Wilson Xu coautore dello studio, ricercatore presso la Keck School of Medicine dell’Università di California del Sud a Los Angeles (fondata nel 1885 insegna e forma medici, scienziati biomedici e altri operatori sanitari, conduce ricerche mediche e cura i pazienti. È la seconda scuola di medicina più antica della California dopo l’UCSF School of Medicine), ha detto:
«Nelle persone con emicrania cronica ed emicrania episodica senza aura, ci sono cambiamenti significativi negli spazi perivascolari di una regione del cervello chiamata Centro semiovale, questi cambiamenti non sono mai stati segnalati».
L’emicrania è una condizione comune, spesso debilitante, comporta un forte mal di testa ricorrente. L’emicrania può anche causare nausea, debolezza e sensibilità alla luce. L’American Migraine Foundation riporta che oltre 37 milioni di persone negli Stati Uniti sono affette da emicrania e fino a 148 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di emicrania cronica.
Gli spazi perivascolari sono spazi pieni di liquido che circondano i vasi sanguigni nel cervello, comunemente sono più localizzati nei gangli basali e nella materia bianca del cervello e lungo il tratto ottico. Gli spazi perivascolari sono influenzati da diversi fattori, tra cui anomalie della barriera emato-encefalica e infiammazioni. Gli spazi perivascolari allargati possono essere un segnale di una corrispondente malattia dei piccoli vasi.
Wilson Xu ha detto:
«Gli spazi perivascolari fanno parte di un sistema di pulizia dei fluidi nel cervello, studiare come contribuiscano all’emicrania potrebbe aiutarci a capire meglio la complessità di come si manifesta l’emicrania».
Wilson Xu e colleghi hanno utilizzato la risonanza magnetica ad alto campo 7 Tesla per confrontare i cambiamenti strutturali microvascolari in diversi tipi di emicrania.
Wilson Xu ha affermato:
«A nostra conoscenza, questo è il primo studio che utilizza la risonanza magnetica ad altissima risoluzione per studiare i cambiamenti microvascolari nel cervello dovuti all’emicrania, in particolare negli spazi perivascolari. Poiché la risonanza magnetica a 7T è in grado di creare immagini del cervello con una risoluzione molto più elevata e di migliore qualità rispetto ad altri tipi di risonanza, può essere utilizzata per dimostrare i cambiamenti molto più piccoli che si verificano nel tessuto cerebrale dopo un’emicrania».
I ricercatori per lo studio hanno coinvolto 10 pazienti con emicrania cronica, 10 con emicrania episodica senza aura e 5 controlli sani appaiati per età. Tutti i pazienti avevano un’età compresa tra i 25 e i 60 anni, sono stati esclusi dallo studio i pazienti con un evidente deterioramento cognitivo, tumori cerebrali, precedenti interventi chirurgici intracranici, controindicazioni alla risonanza magnetica e claustrofobia.
I ricercatori hanno calcolato gli spazi perivascolari allargati nel Centro semiovale (area centrale della materia bianca) e nelle aree dei gangli della base del cervello. Le iperintensità della materia bianca – lesioni che si “illuminano” alla risonanza magnetica sono state misurate utilizzando la Scala di Fazekas (vedi figura) è la più usata per determinare la dimensione delle lesioni nella sostanza bianca nella IRM, la sua classificazione è la seguente:

– grado 0: assenza di lesioni;
– grado 1: esistenza di lesioni sotto forma di focolai ischemici;
– grado 2: inizio di confluenza delle lesioni;
– grado 3: diffusione delle lesioni, che comprende intere regioni.

Le microemorragie cerebrali sono state valutate con la scala di valutazione anatomica delle microemorragie. I ricercatori hanno anche raccolto dati clinici come la durata e la gravità della malattia, i sintomi al momento della scansione, la presenza di aura e il lato della cefalea.
L’analisi statistica ha rivelato che il numero di spazi perivascolari allargati nel Centro semiovale era significativamente più alto nei pazienti con emicrania rispetto ai controlli sani. Inoltre, la quantità di spazi perivascolari allargati nel Semiovale centrale era correlata alla gravità dell’iperintensità della sostanza bianca profonda nei pazienti con emicrania.
Wilson Xu ha affermato:
«Abbiamo studiato l’emicrania cronica e l’emicrania episodica senza aura e abbiamo scoperto che, per entrambi i tipi di emicrania, gli spazi perivascolari erano più grandi nel semiovale centrale. Sebbene non abbiamo riscontrato cambiamenti significativi nella gravità delle lesioni della materia bianca nei pazienti con e senza emicrania, queste lesioni della materia bianca erano significativamente legate alla presenza di spazi perivascolari allargati».
Il team di ricercatori ipotizzano che le differenze significative negli spazi perivascolari dei pazienti con emicrania rispetto ai controlli sani possano essere indicative di un’alterazione del sistema glinfatico nel cervello. Il sistema glinfatico è un sistema di eliminazione dei rifiuti che utilizza i canali perivascolari per favorire l’eliminazione delle proteine solubili e dei metaboliti dal sistema nervoso centrale. Tuttavia, non è noto se tali cambiamenti influenzino lo sviluppo dell’emicrania o siano la conseguenza dell’emicrania.
Ulteriori studi con popolazioni di casi più ampie e un monitoraggio nel tempo, stabiliranno meglio la relazione tra i cambiamenti strutturali e lo sviluppo e il tipo di emicrania.
Wilson Xu in conclusione ha detto:
«I risultati del nostro studio potrebbero ispirare futuri studi su larga scala per continuare a indagare come i cambiamenti nei vasi microscopici del cervello e l’apporto di sangue contribuiscano ai diversi tipi di emicrania. Ciò alla fine potrebbe aiutarci a sviluppare nuovi metodi personalizzati per diagnosticare e trattare l’emicrania».

Emicrania spazi perivascolari larghi