L’altra Las Vegas: non solo luci sfavillanti, migliaia di persone vivono immersi nel buio tunnel della città (video)

Guardare sotto le luci sfavillanti di Las Vegas (Under The Neon -Sotto il Neon), si trova un oscuro labirinto abitato da 1.000 persone.
Steven e la sua fidanzata Kathryn, hanno arredato con cura il loro ‘bungalow‘ con tanto di letto matrimoniale, un armadio e persino una biblioteca. La coppia, durante la notte risale in superficie per raccogliere l’utile, scartato dalle persone.
Steven è stato costretto a vivere nelle gallerie tre anni fa dopo che la sua dipendenza da eroina lo ha portato a perdere il lavoro. Sopravvive indossando abiti di seconda mano e la ricerca nelle slot machine di qualche moneta accidentalmente lasciata dai giocatori. Ha raccontato di un suo colpo fortunato, una volta ha trovato un gruzzolo di 990 dollari, trovato vicino a una macchina.
Matthew O’Brien (vedi video), è il giornalista che nel corso di una indagine su un caso di omicidio, si è imbattuto nel popolo dei disperati che vivono nel tunnel. Ha aperto una fondazione per aiutarli. Ha detto:
“Queste sono persone normali di tutte le età, hanno perso la loro strada, di solito dopo un evento traumatico. Molti sono veterani di guerra che soffrono di stress post-traumatico. Nessuno sa quanti bambini vivono sotto le gallerie di Las Vegas, sono tenuti nascosti. Come prova della loro esistenza, ho visto giocattoli e orsacchiotti“.

Matthew O’Brien, ha pubblicato un libro sul tunnel chiamato Under The Neon (Sotto il Neon).
E’ un viaggio straordinario, al buio, lontano dalle brillanti luci di Las Vegas, per incontrare i senzatetto della città che ogni giorno combattono per sopravvivere, creare la loro casa nel buio del tunnel in mezzo alle fogne.
Su una parete illuminata dalla luce di una torcia, qualcuno ha scritto: “Se cercate bene, anche nella più grande oscurità delle tenebre, è possibile trovare la luce” .

, , ,
Avatar photo

About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
View all posts by Pino Silvestri →

Lascia un commento