La UE ha allentato le restrizioni sulle importazioni di riso e frutti di mare coltivati nella prefettura di Fukushima

L’Unione Europea, il 1° dicembre, ha allentato le restrizioni all’importazione di prodotti agricoli e ittici dal Giappone, le aveva rafforzate nel 2011 all’indomani del disastro nucleare di Fukushima.
Cinquantaquattro paesi e regioni dopo la catastrofe hanno imposto restrizioni alle importazioni di prodotti agricoli e frutti di mare dal Giappone. Venticinque paesi hanno già revocato tutte le restrizioni. Il governo giapponese prevede di intensificare gli sforzi per chiedere ad altri paesi di attenuare le normative.
La decisione dell’UE significa che gli esportatori di riso coltivato nella prefettura di Fukushima e alcuni frutti di mare e affini prodotti nelle zone limitrofe non saranno tenuti a presentare certificati per dimostrare che sono stati testati per la radioattività. Ora per quanto riguarda il riso dal Giappone, l’ultimo ostacolo alle esportazioni verso l’UE è stato revocato.
L’allentamento dei controlli segue la decisione dell’Arabia Saudita da novembre ha abolito tutte le restrizioni all’importazione di prodotti alimentari dalle zone colpite dal disastro nucleare. Gli Stati Uniti si sono impegnati a ridurre le restrizioni per alcuni frutti di mare e prodotti affini della prefettura di Fukushima.
Le autorità prefettizie di Fukushima hanno detto che sono crollate le esportazioni di prodotti agricoli e marini coltivati localmente: da 153 tonnellate esportate nel 2010 a 2 tonnellate esportate nel 2012. Solo le importazioni hanno gradualmente ripreso vigore e si stanno avvicinando ai livelli precedenti al disastro.
Tra i paesi che ancora mantengono le restrizioni vi sono nove grandi importatori di prodotti agricoli e marini giapponesi, come Hong Kong, Stati Uniti, Taiwan, Cina e Corea del Sud. Continuano a vietare le importazioni di prodotti alimentari dalla prefettura di Fukushima e dalle aree circostanti: la Cina, ad esempio, vieta le importazioni di materie prime da Fukushima e da altre nove prefetture.
La Corea del Sud ha mantenuto il divieto delle importazioni di prodotti ittici da Fukushima e da altre sette prefetture, ha inferto un duro colpo agli allevatori di acquitrini, conosciuti come “schizzi del mare” (nome scientifico Styela clava), sono invertebrati marini, estraggono il cibo (plancton e materiale organico) dall’acqua marina pompata attraverso un sacco nella loro cavità corporea. Si chiamano acquitrini perché “schizzano” l’acqua di mare.
Il Giappone prima del disastro di Fukushima esportava in Corea del Sud il 70-80% di schizzi del mare d’allevamento. E’ bene sapere che il Mideodok-chim (Styela clava cotto a vapore) è un piatto della provincia di Gyeongsang in Corea del Sud. Lo schizzo del mare insieme a carne di manzo, carne di vongole, molte verdure come crescione di acqua, germogli di soia, foglie di perilla, con aggiunta di riso macinato, poi è cotto a vapore.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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