La tennista Marija Šarapova positiva al doping per aver preso il Meldonium/Mildronate un farmaco diventato illegale

Jake Shelley mezzofondista britannico in questo periodo vive e si allena in California con il Big Bear Track Club (organizzazione no-profit per la formazione e supporto ad atleti che praticano il fondo e mezzofondo), nel 2013, ha completato un corso master in biochimica presso l’Università di Oxford, poi nel 2015 ha ottenuto un master post laurea in Scienze Motorie presso l’Università del New Mexico. Scrive articoli sul mezzofondo e antidoping. Recentemente come segnalato su Twitter ha pubblicato un articolo sul Meldonium/Mildronate il farmaco entrato nella lista di sostanze dopanti, utilizzato anche dalla tennista russa Marija Šarapova.

Che cosa è il Meldonium/Mildronate?
Abebe Aregawi, atleta etiope naturalizzata svedese dal 2013 detentrice del record europeo indoor dei 1500 metri piani, è stata sospesa dopo essere stata trovata positiva al Meldonium. Endeshaw Negesse, maratoneta etiope, vincitore della Maratona di Tokyo del 2015, è stato sospeso per essere stato positivo per la stessa sostanza. La notizia è arrivata nella stessa settimana in cui Solomon Meaza, segretario generale dell’agenzia antidoping in Etiopia, ha detto all’Associated Press che nove corridori etiopi, cinque di loro “atleti”, sono sotto inchiesta per doping.
Il Meldonium è un farmaco antischemico usato per trattare l’angina, infarto miocardico e insufficienza cardiaca cronica, con il nome commerciale di Mildronate è prodotto in Lettonia paese tra i più grandi esportatori, con un fatturato di 65 milioni di euro nel 2013. Non è stato ancora approvato dalla Food and Drug Administration (Agenzia per gli Alimenti e i Medicinali, abbreviato in FDA) è l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici.
L’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) dal 1° gennaio 2016 ha aggiunto il Meldonium alla lista delle sostanze proibite a causa di “prove del suo uso da parte degli atleti con l’intenzione di migliorare le prestazioni”. Prima di tale data nessuno degli atleti che sarà squalificato per tale sostanza si vedrà cancellate le proprie prestazioni. Aregawi manterrà il suo titolo mondiale del 2013.
Il processo attraverso il quale la WADA aggiunge una sostanza alla lista vietata, prevede che prima debba essere immessa nel programma di monitoraggio WADA. L’aggiunta di una sostanza al programma di controllo di solito avviene a seguito di dichiarazioni di un atleta o come conseguenza di ogni altro tipo di documentazione eventualmente reperite dalla WADA durante le proprie indagini.
Le “altre prove” sono state acquisite dalla WADA quando più volte con il suo nuovo spettrometro di massa a elevatissima precisione e alta risoluzione, ha rilevato il Meldonium nei campioni di urina durante le convalide dei risultati dei test di screening, multi-target.
Un picco al valore di 147.1128 durante il processo di validazione apparso nella spettrometria di massa di molti, ma non di tutti i campioni di urina, indica che il picco con tale valore rappresenta una sostanza esogena. La WADA ha stabilito che questo picco con tale valore indicasse la presenza di Meldonium. L’evidenza, insieme alle dichiarazioni di un atleta tramite i moduli di controllo allegati ai test antidoping, in cui lo stesso segnalava l’uso di Melodonium, un anno prima del suo divieto ufficiale, ovvero lo scorso 1° gennaio 2015 ha aggiunto il Melodonium al programma di monitoraggio WADA.
Tutte le sostanze inserite nel programma di monitoraggio sono valutate per determinare se abbiano effetti per migliorare le prestazioni e, se ritenuto necessario, essere sviluppati specifici test antidoping per queste sostanze.
Il monitoraggio WADA sul Meldonium prevede:
– una revisione della letteratura della ricerca condotta sul meccanismo di azione di Melodonium e i suoi effetti sulla fisiologia sportiva;
– sviluppo di un test facilmente ripetibile, preciso e affidabile per il Meldonium;
– analisi di 8.320 campioni di urina per il test antidoping finalizzato al controllo casuale della presenza di Melodonium.
La revisione della ricerca precedente ha mostrato che il Meldonium è un farmaco anti-ischemico, con ulteriori applicazioni è efficace nell’approccio terapeutico e nel trattamento di malattie neurodegenerative e malattie broncopolmonari.
Il Meldonium ha una struttura analoga al precursore della carnitina, gamma-butirrobetaina. La carnitina è un regolatore chiave del metabolismo dei grassi, giacché è necessario per trasportare gli acidi grassi nei mitocondri per scioglierli tramite la beta-ossidazione. Il Meldonium influenza il metabolismo della carnitina inibendo la sua biosintesi e il suo trasporto, questo proteggerebbe i mitocondri da un sovraccarico di metaboliti degli acidi grassi. Il Meldonium aumenta anche l’espressione genica correlata al metabolismo del glucosio e stimola così l’ossidazione aerobica del glucosio.
Il Meldonium diminuisce la beta-ossidazione degli acidi grassi, sposta il metabolismo cellulare verso l’ossidazione dei carboidrati, richiede molto meno ossigeno per molecola ATP rispetto alla beta-ossidazione degli acidi grassi. Il risparmio di ossigeno potrebbe essere di enorme vantaggio in condizioni di ipossia, quelli più evidenti sono stati notati nel trattamento della cardiopatia ischemica. Tre sono le prove che suggeriscono che il Meldonium possa essere altrettanto utile in condizioni di scarsità di ossigeno indotta da un intenso esercizio di resistenza.
Una revisione degli effetti del Meldonium sulle prestazioni fisiche ha elencato i seguenti vantaggi:
– diminuzione livelli di lattato e urea nel sangue;
– migliore economia di glicogeno: il livello di glicogeno aumenta nelle cellule durante esercizi di lunga durata;
– aumenta le proprietà di resistenza e capacità aerobica degli atleti;
– parametri funzionali migliorati nell’attività cardiaca;
– maggiore capacità di lavoro fisico;
– aumento del tasso di recupero dopo i carichi massimali e sub-massimali;
– attiva le funzioni del sistema nervoso centrale e protegge contro lo stress.
Uno studio sugli effetti del Meldonium sulle prestazioni sportive di judoka russi ha previsto la somministrazione di una dose di 0,5-1,0 g di sostanza due volte il giorno prima dell’allenamento, per un periodo di 14-21 giorni durante la fase di allenamento, e 10-14 giorni prima della gara.
Alcuni degli effetti di cui sopra pubblicati nell’articolo di revisione sono stati segnalati da questo studio. Un altro studio russo ha mostrato un rilevante miglioramento nella capacità di nuoto dei ratti dopo la somministrazione di Meldonium.
La WADA ha deciso che vi erano prove sufficienti per indagare ulteriormente avendo sviluppato due prove separate per il Meldonium, che ha il nome chimico 3- (2,2,2-Trimethylhydrazine) propionato diidrato. Entrambi i test utilizzano un campione di urina: il primo è facilmente compatibile con i test correnti regolati nei laboratori antidoping per analizzare altre sostanze, potrebbe essere utilizzato per lo screening di grandi quantità di campioni, mentre il secondo è più specifico per il Meldonium, inequivocabilmente potrebbe determinare la sua presenza in un campione.
L’utilizzo di questi due test in combinazione, per un totale di 8.320 campioni di urina di controllo doping casuale che coprono diverse classi dello sport sia durante le gare sia fuori dalle competizioni, ha permesso di analizzare la presenza di Melodonium. Ebbene: 182 risultati sono stati positivi al Melodium (2,2%) in un intervallo di concentrazione tra 0,1 e 1428 µg/mL poi confermati usando il metodo più sensibile (come mostrato nel grafico in Figura 1)
I dati, collegati alle varie squalifiche legate al Meldonium dal 1° gennaio 2016 inserito nella lista delle sostanze vietate, indicano che il suo utilizzo è abbastanza diffuso, nelle prossime settimane e mesi emergeranno molti più casi. Oltre l’atletica, un caso positivo è stato confermato nel ciclismo per Eduard Vorganov, ex campione nazionale russo su strada vincitore della Katusha e 19° classificato al Tour de France, l’anno scorso, è stato l’importante gregario di Joaquim Rodriguez arrivato secondo alla Vuelta di Spagna. Ci sono stati anche due casi positivi accertati in due atleti ucraini di alto profilo nel biathlon.
Il farmaco poiché in gran parte è prodotto e distribuito in Europa orientale, è prevedibile che il maggior numero di casi positivi sarà riscontrato in atleti di quella regione. E’ riferito che un medico ucraino potrebbe essere stato coinvolto nel doping per aver introdotto sostanze dopanti in Etiopia, di conseguenza, ci saranno più atleti etiopi positivi al Meldonium.
Spero che quest’articolo in qualche modo renda evidente come una sostanza può essere aggiunta alla lista WADA delle sostanze proibite. E’ chiaro che la WADA lavora con poche risorse finanziarie, in questo momento sta combattendo una battaglia persa, ha bisogno di una migliore rete d’intelligence in modo che possa identificare rapidamente le nuove sostanze dopanti che gli atleti stanno usando. Dovrebbero essere migliorati i canali anonimi per atleti informatori, poi servirebbe l’utilizzo di più personale nei laboratori in modo che i test possono essere rapidamente sviluppati. Non è sufficiente aggiungere solo una volta l’anno il 1° gennaio le sostanze vietate all’elenco, dovrebbero essere aggiunte non appena c’è l’indicazione di un effetto per migliorare le prestazioni, altrimenti il doping sarà sempre un passo più avanti in continua evoluzione e sempre più in “zona grigia” dove la situazione non è chiara e le regole non sono note.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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