La storia di Jean Beliveau, a piedi, ha impiegato undici anni per compiere uno straordinario giro del mondo

Jean Beliveau, ha 56 anni, ha quasi ultimato il giro del mondo. L’incredibile viaggio è iniziato a 40 anni per sfuggire alla depressione. Ora è raggiante dopo aver realizzato un sogno

Jean Beliveau, un po’ più magro e con molti capelli grigi, con il suo inseparabile triciclo per trasportare un sacco a pelo, vestiti e un kit di pronto soccorso, ha quasi completato il giro del mondo, ora si trova a 290 km a ovest di Montreal

Cammina con passo spedito, conta di completare il suo incredibile viaggio il 16 ottobre 2011, quando giungerà a Montreal dopo aver costeggiato la riva nord del lago Ontario, passando per la capitale, Ottawa.
E’ stato raggiunto da un giornalista dell’AFP, si è fermato brevemente per sgranocchiare qualcosa da mangiare e descrivere alcuni episodi che hanno accompagnato il suo viaggio.
L’avventura è iniziata con pochi soldi in tasca, senza sapere, dove avrebbe dormito la notte. Ciò non l’ha preoccupato, è stato così per tutti gli ultimi undici anni.
A Montreal, al suo ritorno, riabbraccerà Luce Archambault, la sua fidanzata che l’ha sostenuto durante tutta la straordinaria avventura. Ha persino creato un sito web (wwwalk.org), per descrivere in dettaglio le fasi del lungo viaggio.
Il giro del mondo di Jean Beliveau, è iniziato il 18 agosto del 2000, giorno del suo 45° compleanno, decise di andare via per sfuggire dalla depressione, un doloroso episodio della sua vita, causato dal fallimento della sua piccola attività.
Beliveau corse velocemente fino a Atlanta, in Georgia, prima di rallentare il suo passo per quella che sarebbe diventata la più lunga passeggiata ininterrotta in tutto il mondo, segnata dal consumo di cinquanta paia di scarpe consumate per percorrere 75.000 chilometri attraverso 64 paesi.
Luce Archambault
, a un certo punto, ha incoraggiato Jean Beliveau a utilizzare il viaggio, non per sfuggire dalla vita ma per realizzare un valido scopo, quello di sostenere l’UNESCO, per promuovere la pace e la non violenza per il bene dei bambini.

Jean Beliveau, in oltre 11 anni, ha viaggiato attraverso deserti e montagne. Si è innamorato per nove giorni in Messico, indossava un turbante e una barba lunga in Sudan, mangiava insetti in Africa, il cane in Corea del Sud, il serpente in Cina, ed è stato scortato da soldati armati nelle Filippine.
In Algeria si ammalò gravemente, è stato aggredito da due giovani ubriachi in Sud Africa, arrestato solo una volta in Etiopia senza alcuna ragione apparente (è stato rilasciato il giorno successivo).
Proprio in Etiopia, in preda alla disperazione, il momento che stava quasi a spingerlo ad abbandonare l’avventura e tornare a casa. Luce Archambault, l’ha incitato, convincendolo a continuare.
Jean Beliveau, è rimasto affascinato dalla simpatia di moltissime persone incontrate lungo la strada.
Certo, ha dormito sotto un paio di ponti e nei rifugi per i senzatetto, per una notte anche in prigione, ma spesso è stato invitato a mangiare e dormire nelle case di tanta gente incuriosita dalla sua avventura.
Ha lasciato Montreal con in tasca 4.000 dollari canadesi, somma spesa ogni anno (gentilmente spedita da Archambault,  in costante contatto on-line attraverso un servizio telefonico Skype), integrata con le offerte ricevute da persone incontrate in viaggio.
Jean Beliveau, ha detto:
“Oggi sono senza un soldo, ma insisto nel dire che sono più ricco per aver fatto esperienze. Sono andato via con niente, ora torno con un bagaglio di conoscenza e comprensione.
Ho intenzione di scrivere un libro sulla mia esperienza per esaltare l’armonia tra le persone, il reciproco ascolto e l’accettazione delle differenze”.
A livello personale, la storia d’amore di Jean Beliveau, è finita bene. La sua ragazza Luce Archambault, in tutti questi anni, ovunque si trovasse, l’ha sempre raggiunto per trascorrere il Natale insieme. Ha detto:
“Lui è il mio Ulisse, io sono la sua Penelope. Ho le vertigini al pensiero di sapere che tra non molto sarà finalmente a casa”.

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