La storia di Castore e Polluce, due elefanti, mangiati dai parigini durante l’assedio del 1870

Castore e Polluce erano due elefanti, probabilmente fratelli, tenuti presso lo zoo del Jardin d’Acclimatation o Jardin des Plantes a Parigi. Sono stati uccisi e mangiati (insieme a molti altri animali dello zoo) dai parigini, alla fine del 1870, durante l’assedio di Parigi.
Il 19 settembre 1870, le forze prussiane circondarono Parigi. L’alto comando, per costringere la città ad una rapida resa, invece di bombardarla, decise il blocco dei rifornimenti.
I parigini riuscirono a resistere fino al 28 gennaio 1871 (la capitolazione avvenne dopo tre giorni di bombardamento ordinato da Otto von Bismarck, stanco delle tattiche inefficaci dell’Alto Comando). Durante l’assedio il cibo cominciò a diminuire, la popolazione per trovare la carne fu costretta a rivolgersi a mercati insoliti.
I parigini quando l’approvvigionamento regolare di verdure, burro, latte, formaggi e carni cominciò a scarseggiare, rivolsero la loro attenzione alla carne di cavallo (fonte economica alternativa di carne per i poveri, quattro anni prima era stata introdotta dai macellai di Parigi), in condizioni di assedio divenne rapidamente un bene di lusso.
Inizialmente le forniture di carne a Parigi, non crearono problemi, in città il numero di cavalli era notevole, successivamente la carne iniziò a scarseggiare (stime suggeriscono che durante l’assedio furono macellati e mangiati tra 65.000 e 70.000 cavalli, non furono risparmiati neanche i campioni cavalli da corsa. Furono abbattuti anche due cavalli presentati a Napoleone III da Alessandro II di Russia).
Gatti, cani e ratti, furono selezionati per il successivo menu. Durante l’assedio, mentre i poveri lottavano per mangiare, i parigini ricchi mangiavano relativamente bene: il Jockey Club, offriva una raffinata selezione di piatti gourmet delle carni insolite tra cui il Salmis de ratti à la Robert.
I macellai alla fine del 1870, dopo i problemi con i cavalli, la notevole scarsità di cani e gatti e la sgradevole preparazione dei topi, rivolsero le loro attenzioni agli animali dei giardini zoologici. I grandi erbivori, come antilopi, cammelli, yak (bue tibetano) e zebre, sono stati i primi ad essere uccisi.
Furono risparmiati alcuni animali: le scimmie, per essere troppo simile agli esseri umani. I leoni e le tigri erano troppo pericolosi. L’ippopotamo del Jardin des Plantes, riuscì a sfuggire all’abbattimento perché il  prezzo di 80.000 franchi, era fuori dalla portata di uno dei macellai.
Il menu iniziò ad offrire piatti esotici come il Cuissot de Loup, Salsa Chevreuil (coscia di lupo con salsa di cervo), Terrine d’Antilope aux truffes (terrina di antilope con tartufi), Civet de Kangourou (stufato di canguro) e il Chameau rôti à l’anglaise (cammello arrosto all’inglese).
La scomparsa degli elefanti è stata registrata nella Lettre-Journal de Paris (comunemente conosciuta come la Gazzetta degli Assenti). Il periodico, creato da Damase Jouaust, pubblicato due volte la settimana, durante l’assedio, per evitare l’accerchiamento delle forze prussiane, era spedito in mongolfiera insieme alla posta.
La Gazzetta degli Assenti, aveva riportato che l’elefante Castore era stato ucciso il 29 dicembre 1870, l’elefante Polluce, il giorno seguente. Entrambi furono abbattuti con proiettili esplosivi con la punta d’acciaio, sparati da una distanza di dieci metri.
Gli elefanti furono acquistati da M. Deboos del Anglaise Boucherie in Boulevard Hausmann, al prezzo di 27.000 franchi per la coppia.
 M.Deboos, investì bene i suoi soldi:  i tronchi dei due elefanti furono venduti come una prelibatezza al prezzo di  40, 45 franchi il chilo; le altre parti del corpo per circa 10 – 14 franchi il chilo.
La carne d’elefante, nonostante il prezzo, non era così gustosa, a scriverlo furono due giornalisti, corrispondenti a Parigi.
Thomas Gibson Bowles, fondatore delle riviste The Lady e Vanity Fair (nel 1866, Bowles iniziò la sua carriera di giornalista curando una rubrica per il Morning Post. Restano famosi i suoi servizi sull’assedio di Parigi durante la guerra franco-prussiana, inviati in Inghilterra in mongolfiera o con i piccioni viaggiatori).
Thomas Gibson Bowles, a Parigi durante l’assedio, scrisse che aveva mangiato cammelli, antilopi, cane, asino, e mulo. La carne d’elefante, tra tutte quelle che aveva mangiato, era quella che gli piaceva di meno“.
 Henry Labouchère, altro giornalista, corrispondente del Daily News, in un articolo, commentava così la sua esperienza con la carne d’elefante:
“Ieri, a cena ho avuto una fetta di Polluce. Castore e suo fratello Polluce, sono due elefanti che sono stati abbattuti.
Alle famiglie inglesi, finché possono mangiare carne di manzo o montone, non consiglio la carne d’elefante,  è dura, ruvida e grassa“.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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