La ricetta perfetta per la produttività? Riposare 17 minuti ogni 52 minuti di lavoro

A volte, la scienza di produttività sembra un complotto organizzato per giustificare la pigrizia. I ricercatori dell’Università di Hiroshima hanno detto che non è sciocco procrastinare di qualche minuto una sessione di lavoro per cliccare sulle foto di piccoli simpatici animali. Guardare le immagini di adorabili gattini accresce la nostra attenzione, gli studi dimostrano che le pause dall’ufficio riavviano la nostra energia cognitiva per risolvere i grandi problemi con la destrezza mentale che meritano.

Qual è la lunghezza ideale per una pausa lavoro?
La pausa lavoro ideale è diciassette minuti, secondo un recente esperimento con DeskTime (è un software di monitoraggio in tempo reale, tiene traccia e analizza la produttività per classificare le diverse applicazioni utilizzate dai dipendenti nelle categorie “produttive”, “improduttive” o “neutrale”. Funziona tranquillamente e discretamente in background, non richiede input da parte dell’utente).
E’ emerso che il 10% di dipendenti con il rendimento più elevato tendeva a lavorare per 52 minuti consecutivi, con una successiva pausa di 17 minuti, lontano dal computer per fare una breve passeggiata, oppure svolgere qualche esercizio fisico o parlare con i colleghi.
Dire alla gente di concentrarsi sul lavoro per 52 minuti consecutivi e poi immediatamente abbandonare le loro scrivanie per esattamente 1.020 secondi non è un consiglio sciocco, nel 1999, il laboratorio di ricerca di ergonomia dell’Università di Cornell ha usato un programma per computer per ricordare ai lavoratori di prendere brevi pause. Il progetto ha concluso che “I lavoratori che ricevevano gli avvisi di ricordarsi di interrompere il lavoro, in media erano più accurati nel svolgerlo, in confronto ai loro colleghi non avvisati”.
E’ improbabile che ci sia per ogni dipendente in ogni settore una pausa perfetta di diciassette minuti, infatti, i dipendenti più produttivi necessariamente non lavorano per più ore, gestiscono intelligentemente le loro energie per risolvere compiti in modo efficiente e creativo.
Forse gestire la nostra energia in ufficio è un’arte perduta, alla metà degli anni venti, un dirigente in Michigan, studiando la produttività dei suoi operai in fabbrica capì che l’efficienza dei suoi dipendenti diminuiva quando lavoravano troppe ore in un giorno o anche molti giorni in una settimana. Istituì nuove regole, tra cui una giornata lavorativa di otto ore e una settimana lavorativa di cinque giorni. Tale azienda si rivelò per essere una delle più redditizie della metà del XX secolo, il boss al suo timone è ricordato come uno dei dirigenti più talentuosi della storia americana. Il suo nome era Henry Ford.

Avatar photo

About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
View all posts by Pino Silvestri →

Lascia un commento