La prima volta dei patologi forensi, hanno utilizzato i vermi per identificare il DNA di un corpo carbonizzato

In Messico, investigatori della polizia, hanno trovato in un bosco un corpo carbonizzato, irriconoscibile, anche il suo DNA non poteva essere prelevato. Un gruppo di patologi nel disperato tentativo di identificare il corpo carbonizzato, ha colto l’occasione, quella di analizzare il contenuto nel tratto intestinale dei vermi trovati a banchettare sul cadavere. Con loro grande sorpresa, sono stati in grado di isolare il DNA della vittima e identificare il corpo di una donna sparita da dieci giorni.
Analizzare i vermi trovati attorno a un cadavere in decomposizione non è una novità, in genere nei luoghi del crimine sono utilizzati per determinare se i corpi sono stati spostati, oppure dall’analisi dello sviluppo larvale, avere indicazioni sui tempi del decesso.
Ora, anche se il metodo era solo teorico, mai utilizzato in un’indagine reale, è stato possibile estrarre il DNA umano dal tratto gastrointestinale delle larve di mosca dipterous (vermi).
Lo studio teorico, diventato un reale metodo d’indagine investigativa, lo si deve a María de Lourdes Chávez-Briones, Marta Ortega-Martínez e i loro colleghi dell’Università Autonoma di Nuevo León a San Nicolás, in Messico.
Gli investigatori, avevano sospettato che il corpo carbonizzato, privo di mani e piedi, poteva essere quello di una donna, la cui scomparsa da dieci giorni, era stata denunciata dal padre. La prima analisi del DNA estratto dalle larve di mosca era di determinare se il corpo era quello di una donna, infatti, lo era.
I patologi per la prova successiva, hanno utilizzato il test di paternità standard chiamato STR – short tandem repeat, hanno confrontato il suo DNA (estratto dai vermi) con quello dell’uomo che aveva denunciato la scomparsa della figlia. L’analisi ha rivelato una probabilità del 99,7% che i due erano padre e figlia, confermando così l’identificazione della donna assassinata.
E’ questo il primo caso di prelievo del DNA umano dal tratto gastrointestinale di larve di mosca per identificare una vittima in un caso d’indagine penale.
I dettagli dello studio sono stati pubblicati nel Journal of Forensic Sciences.

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