La pasta made in Italy è veramente italiana? Le industrie ingannano i consumatori

In Italia è un tema abbastanza caldo di questi giorni: la pasta made in Italy è veramente italiana? In molti casi la risposta è no. I maggiori produttori di pasta utilizzano grano proveniente da paesi stranieri (principalmente dal Canada e dai Paesi dell’Est europeo), pur dichiarando che il loro prodotto è italiano al 100%.
E’ una pratica che ha ripercussioni sul livello economico e sulla sicurezza della salute. Riguardo all’aspetto economico, la produzione totale di cereali in Italia negli ultimi decenni è diminuita in modo rilevante mentre i coltivatori di cereali (principalmente nel Sud Italia) sono in lotta con i prezzi e il reddito in calo. L’agricoltura italiana sta soffrendo a causa di un’apertura selvaggia dei mercati e della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea. Il risultato è che un ramo molto importante dell’economia dell’Italia meridionale è sull’orlo della sopravvivenza.

Tornando ai produttori di pasta, come è stato detto, usano il grano straniero mostrando un’etichetta italiana. E’ una truffa?
«Stanno ingannando i consumatori» ha dichiarato Enrico Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia (la filiale regionale della federazione italiana dei produttori agricoli).
«Il signor Barilla e altri produttori di pasta mostrano il marchio made in Italy, ma nei loro prodotti non c’è nulla d’italiano. Dovrebbero vergognarsi. Anche se il contenuto di micotossine nel grano straniero è stato permesso dalla legge, stanno ancora abusando del marchio italiano in tutto il mondo».
Le micotossine, DON (Deoxynivalenol) in particolare, sono veleno per la salute umana. L’Unione europea stabilisce il livello massimo per questo contaminante, poiché i cereali utilizzati dai produttori di pasta provengono da paesi extra Ue, questi limiti sono inutili per i consumatori italiani poiché i contaminanti possono arrivare sul nostro tavolo sotto forma di pasta e altri prodotti a base di cereali.
Ma non è tutto. Come ha rilevato l’associazione Grano Salus (che promuove il grano italiano), nel grano canadese utilizzato dalle industrie alimentari italiane, c’è anche una grande quantità di glifosato, un erbicida usato anche come disseccante.
Il glifosato, secondo la ricerca del Massachusetts Institute of Technology, è legato a molte malattie: diabete, obesità, asma, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), edema polmonare, insufficienza surrenalica, ipotiroidismo, morbo di Alzheimer, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), morbo di Parkinson, malattie da prioni, lupus, malattia mitocondriale, linfoma non Hodgkin, difetti del tubo neurale, infertilità, ipertensione, glaucoma, osteoporosi, steatosi epatica e insufficienza renale.
Saverio De Bonis, presidente di Grano Salus ha detto:
«Il grano italiano è eccellente ma le industrie preferiscono il più economico grano straniero che è pericoloso per la nostra salute. La vera pasta italiana non supera il 10% di tutti i prodotti disponibili sul mercato, quindi, cosa fare?
Ci aspettiamo che il governo italiano protegga la nostra economia e la nostra salute. Siamo scettici sulla necessaria volontà politica di raggiungere quest’obiettivo. Stiamo sviluppando un processo dal basso verso l’alto in stretta collaborazione con tutti gli operatori delle regioni e con i consumatori. I consumatori ben informati possono svolgere un ruolo decisivo, come hanno fatto con l’olio di palma che sta scomparendo dall’industria alimentare.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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