La moviola non è sempre affidabile

Il moviolista con i “potenti mezzi elettronici” non si limita a presentare le immagini nude e crude per la moviola, in pratica con opportune “manipolazioni” dei fotogrammi del rallenty e con l’ingrandimento è in grado di “modificare” la profondità di campo (è la distanza davanti e dietro al soggetto messo a fuoco che appare nitida).
Ci sono molti fattori che incidono sulla profondità di campo in uno scatto. I più importanti sono la lunghezza focale, la distanza del soggetto, e l’impostazione del diaframma della fotocamera.
Si usa dire che obiettivi con lunghezza focale maggiore (come i teleobiettivi) hanno una profondità di campo minore, e viceversa. In effetti, questa affermazione richiede una precisazione, in quanto il rapporto fra profondità di campo e focale deriva più dall’uso tipico che si fa delle focali di diversa lunghezza (focali lunghe per riprendere oggetti distanti, corte per soggetti vicini) che non da proprietà fisiche delle lenti. Questo concetto può essere chiarito con un esempio. Si consideri un fotografo (moviolista) che usa una focale a 400 mm (nel caso di digitale sensore Full-Frame) per riprendere un uccello a 10 metri di distanza. Con un’apertura di diaframma di f/2,8, la profondità di campo risulta essere di 10 cm. Se lo stesso fotografo (moviolista) cambiasse obiettivo passando a un 50 mm, la profondità di campo passerebbe a 7,62 m, “confermando” la menzionata affermazione sul rapporto fra profondità di campo e lunghezza focale. Tuttavia, se il fotografo (moviolista) volesse ricomporre l’immagine in modo che l’uccello (calciatore) occupi lo stesso spazio di prima nel fotogramma, dovrebbe avvicinarsi al soggetto fino a una distanza di 1,25 m (ingrandimento della moviola). A questo punto, la profondità di campo tornerebbe a essere (quasi) esattamente come prima, ovvero 10 cm (il netto rigore su Gervinho, in un secondo tempo è stato messo in dubbio dalla moviola con la profondità di campo).

Rigore netto su Gervinho dentro l'area, messo in dubbio dalla manipolazione della moviola (fallo fuori area)
In realtà sulla profondità di campo influisce la collocazione del diaframma nell’obiettivo. Più precisamente la posizione della “pupilla di uscita” rispetto al secondo “piano principale”: nei grandangolari “retrofocus” (chiamati anche “teleobiettivi invertiti”) la pupilla di uscita è diversamente spostata, rispetto al secondo piano principale, rispetto a quanto avviene nei “teleobiettivi”; pertanto risulta che, a pari ingrandimento (utilizzato dalla moviola) e pari apertura relativa, la profondità di campo è addirittura leggermente minore con un grandangolare retrofocus che con un teleobiettivo.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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