La Cina non vuole più la spazzatura straniera, un danno catastrofico per l’industria mondiale del riciclaggio

La posizione dominante che la Cina detiene nella produzione mondiale significa che per molti anni è stata anche il più grande importatore globale di materiali riciclabili. L’anno scorso i produttori cinesi hanno importato 7,3 milioni di tonnellate di plastica da paesi sviluppati, tra cui il Regno Unito, l’UE, gli Stati Uniti e il Giappone.
La Cina il 18 luglio del 2017, sui materiali importati ha annunciato grandi cambiamenti nel controllo di qualità, notificando all’Organizzazione mondiale del commercio che entro la fine dell’anno come parte di una campagna governativa contro gli yang laji o “i rifiuti stranieri” non accetterà più le importazioni di 24 categorie di rifiuti solidi.
Il Ministero della Protezione Ambientale della Cina in una notifica ha detto:
«Abbiamo scoperto che grandi quantità di rifiuti, anche pericolosi sono mescolati nei rifiuti solidi che possono essere utilizzati come materie prime, questo ha inquinato seriamente l’ambiente. Urgentemente per proteggere gli interessi ambientali della Cina e la salute della popolazione, abbiamo aggiornato l’elenco dei rifiuti solidi importati e proibito l’importazione di rifiuti solidi molto inquinati».
La campagna contro gli yang laji o “spazzatura straniera” porterà meno rifiuti in Cina, si applica a materie plastiche, tessili e carta di scarto, questi materiali da riciclare saranno sostituiti da quelli raccolti nel proprio mercato interno.
Il divieto d’importazione di merci di scarto sarebbe catastrofico per l’industria del riciclaggio, Robin Weiner presidente dell’ISRI (Istituto delle industrie di riciclaggio), ha detto:
«Se attuato, potrebbe causare un grave danno economico negli Stati Uniti, comporterà la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro e la chiusura di molte aziende di riciclaggio in tutti gli Stati Uniti».
La Cina è il mercato dominante per la plastica riciclata. Ci sono preoccupazioni che gran parte di questi rifiuti non saranno accolti in altri luoghi. Ciò vale anche per altri paesi, tra cui l’Unione Europea, dove l’87% della plastica raccolta riciclata è stata esportata direttamente o indirettamente (via Hong Kong) in Cina; anche il Giappone e gli Stati Uniti sono in rapporti commerciali con la Cina per l’acquisto della loro plastica riciclata. L’anno scorso gli Stati Uniti hanno esportato in Cina 1,42 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, per un valore stimato di 495 milioni di dollari.

Problemi di plastica
Che ne sarà della plastica che questi paesi raccolgono attraverso i sistemi di riciclaggio domestici una volta che i cinesi si rifiutano di accettarla? Quali sono le alternative?
Le materie plastiche raccolte per il riciclaggio potrebbero essere destinate al recupero energetico (incenerimento). Dopo di tutto, sono un materiale a base di combustibili fossili e bruciano molto bene – quindi, una nota positiva -, potrebbero generare elettricità e migliorare l’autosufficienza energetica.
Potrebbero anche andare alla discarica (non ideale), immaginate i titoli della stampa. I materiali in alternativa potrebbero essere immagazzinati fino a quando non si trovano nuovi mercati, ma ciò può causare problemi, ci sono stati centinaia d’incendi nei siti in cui sono stoccati materiali riciclabili.

E’ tempo di cambiare il nostro rapporto con la plastica?
Sebbene si tratti di un materiale affidabile (si presenta in molte configurazioni, dalla pellicola aderente fino ai materiali rigidi utilizzati negli articoli elettronici), i problemi causati dalla plastica, in particolare i rifiuti di materie plastiche negli oceani, sono oggetto di crescente attenzione. Una strada da seguire potrebbe essere quella di limitare il suo utilizzo. Molti articoli monouso sono realizzati in plastica, alcuni sono usa e getta per motivi igienici – ad esempio, le sacche di sangue e altri articoli medici, ma molti altri sono usa e getta per praticità.
Analizzando gli oggetti di largo consumo, ci sono molti modi per tagliare la plastica: limitare l’uso dei sacchetti di plastica attraverso disincentivi finanziari è un’iniziativa che ha dato risultati e ha portato a cambiamenti nel comportamento dei consumatori; in Francia, alcuni articoli di plastica usa e getta sono vietati. Wetherspoons in Gran Bretagna la più importante linea di alberghi, ristoranti, pub, ha vietato le cannucce usa e getta monouso; anche il deposito e la restituzione delle bottiglie di plastica (e delle lattine) potrebbe favorire il cambiamento del comportamento.
Le microperle, largamente utilizzate nei cosmetici come esfolianti, sono ora un bersaglio perché i danni che causano sono sempre più evidenti, il governo britannico ha annunciato interventi per vietarne l’uso in alcuni prodotti, ciò segue azioni simili annunciate dagli Stati Uniti, dal Canada, diverse nazioni dell’UE, la Corea del Sud e la Nuova Zelanda.
Molte autorità locali raccolgono alla rinfusa il materiale da riciclare. L’effetto di questo tipo di raccolta anche se è conveniente per il cittadino (non deve perdere tempo a differenziare) è negativo per gli elevati livelli di contaminazione che portano a una ridotta qualità dei materiali. Ciò significa che potrà essere venduto a prezzi più bassi in un mercato limitato, oppure dovrà essere selezionato mediante impianti di smistamento per essere incenerito o messo in discarica. I cambiamenti nella raccolta e nel ritrattamento dei materiali da riciclare per migliorarne la qualità potrebbero essere costosi.
La plastica riciclata in alternativa potrebbe essere utilizzata per fornire sostanze chimiche al settore petrolchimico, combustibili ai settori dei trasporti e dell’aviazione, imballaggi alimentari e molte altre applicazioni.
I problemi che ora ci troviamo ad affrontare a livello mondiale sono causati dalla posizione dominante della Cina nel settore manifatturiero e dal modo in cui molti paesi hanno fatto affidamento su un unico mercato per risolvere i loro problemi in materia di rifiuti e riciclaggio. La situazione attuale ci spinge a trovare nuove soluzioni al nostro problema dei rifiuti, per esempio, nei nostri manufatti aumentare la percentuale di plastica riciclata, migliorare la qualità dei materiali recuperati e utilizzare il materiale riciclato in modo diverso.

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