La Bce si avvicina sempre di più all’euro digitale

La Banca centrale europea (Bce) è prossima a fare il passo verso un “euro digitale” avviando la fase di esplorazione del progetto, anche se alcuni interrogativi rimangono però aperti su potenziali insidie e vantaggi per i cittadini della zona euro.
L’iniziativa arriva mentre la pandemia di coronavirus ha accelerato il passaggio dal denaro contante alla moneta digitale, mentre i banchieri centrali di tutto il mondo seguono nervosamente l’ascesa delle criptovalute private come il Bitcoin.
Ecco uno sguardo a cosa significherebbe un euro digitale per il club di 19 nazioni europee.

Cos’è un euro digitale?
L’euro digitale, a volte soprannominato “e-euro”, sarebbe una versione elettronica di banconote e monete in euro, per la prima volta consentirebbe a privati (e aziende) di avere depositi direttamente presso la Bce. Ciò potrebbe essere più sicuro delle banche commerciali, che potrebbero fallire, o detenere contanti che potrebbero essere rubati o smarriti.
La Bce ha promesso che qualsiasi futuro euro digitale sarebbe “un modo veloce, facile e sicuro” per effettuare pagamenti. Il servizio sarebbe gratuito e i pagamenti potrebbero essere effettuati tramite carta di credito o smartphone. Ciò consentirebbe all’istituto con sede a Francoforte di competere con società di carte di credito straniere come Visa e Mastercard o servizi di pagamento digitale come PayPal, settori in cui non sono emersi forti attori europei.
La Bce nel sottolineare che l’euro digitale “integrerebbe la liquidità, non la sostituirebbe”, sta ancora studiando quale tecnologia sia più adatta per sviluppare la valuta digitale.

Perché ora?
La pandemia di Covid-19 ha accelerato un calo nell’uso del contante poiché i clienti cercano di evitare il contatto. La Bce è anche preoccupata di rimanere indietro rispetto al denaro virtuale emesso da attori privati come Bitcoin e il Diem la valuta digitale ancora da lanciare di Facebook, precedentemente nota come Libra.
E c’è la pressione per tenere il passo con il progetto pilota di valuta digitale lanciato da altre banche centrali, prima che la Bce perda l’opportunità e i consumatori finiscano per mettere i loro soldi altrove.
Le persone nella zona euro se dovessero passare in massa a valute virtuali che operano al di fuori della portata della Bce, potrebbero con ciò ostacolare l’efficacia delle sue misure di politica monetaria.

Quali sono i rischi?
I cittadini potrebbero evitare i conti tradizionali a favore del passaggio al digitale, indebolendo le banche al dettaglio nell’area dell’euro. Il rischio sarebbe maggiore in tempo di crisi, quando i risparmiatori potrebbero essere tentati di fuggire verso la sicurezza di un euro digitale e innescare una crisi alle banche. La Bce per evitare ciò, probabilmente limiterà il numero di euro elettronici che le persone potrebbero detenere nei portafogli digitali. Fabio Panetta (già Direttore generale della Banca d’Italia, è membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea), ha suggerito una soglia di circa 3.000 euro.
Le preoccupazioni per la privacy e la garanzia che l’euro digitale non possa essere utilizzato per il riciclaggio di denaro sporco faranno parte del pensiero della Bce poiché soppeserà i pro e i contro nei prossimi mesi.
Heike Mai analista di Deutsche Bank ha affermato:
«La sfida chiave che potrebbe emergere è che gli utenti dovrebbero essere convinti a passare a un nuovo metodo di pagamento che è poco diverso da quelli esistenti».

Chi altro lo sta facendo?
Le valute digitali emesse da privati esistono da anni e tendono ad essere altamente volatili, sono anche oggetto di crescente controllo da parte delle autorità di regolamentazione. Bitcoin lo scorso aprile ha raggiunto un record di quasi 65.000 dollari, ma da allora è crollato di circa il 50%, in gran parte a causa di un giro di vite cinese sul commercio di criptovalute.
Le cosiddette Stablecoin (sono criptovalute che a differenza del bitcoin hanno un prezzo stabile perché vincolato a un mezzo di scambio stabile), sono viste come meno volatili perché sono ancorate a valute tradizionali come il dollaro Usa o l’euro. È questa la strada che Facebook ha scelto per il suo attesissimo progetto Diem.
È emerso che molte banche centrali come alternativa stabile e priva di rischi, stanno cercando di offrire la propria moneta virtuale, nota come Central Bank Digital Currency (CBDC). La banca centrale cinese ha avviato le sperimentazioni con un renminbi digitale, mentre la Bank of England ha creato una task force per ricercare un possibile “britcoin”; anche la Federal Reserve statunitense e la Bank of Japan stanno esplorando le CBDC.

Quando sarà possibile spendere con il mio euro digitale?
La Bce dopo aver completato la ricerca preliminare e una consultazione pubblica, dovrebbe passare a una fase di indagine formale incentrata sulla progettazione di un euro digitale, che durerà circa due anni.
Fabio Panetta ha dichiarato al Financial Times che se il progetto ricevesse il via libera, ci vorranno altri tre anni per preparare all’utilizzo la valuta digitale, significa che il lancio dell’euro digitale non è previsto prima del 2026.

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About Pino Silvestri

Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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