José Mujica, presidente dell’Uruguay, è il più povero tra i presidenti del mondo, dona parte del suo stipendio ai poveri (video)

Lo stile di vita di José Mujica, presidente dell’Uruguay, è molto lontano dallo stile di vita di tutti i Presidenti e dei più comuni politici del mondo, per libera scelta, dona ai poveri la maggior parte del suo stipendio, vive nella modesta fattoria della moglie, con la presenza di due agenti di polizia a vigilare sulla sua persona.
Lo stile di vita del presidente dell’Uruguay, José Mujica, si differenzia nettamente da quello della maggior parte dei leader mondiali. Il presidente Mujica ha rinunciato alla casa di lusso che lo Stato uruguaiano prevede per i suoi leader, ha scelto un soggiorno nella modesta fattoria della moglie, si trova fuori la capitale Montevideo, raggiungibile lungo una strada sterrata. Il presidente e la moglie lavorano la terra per coltivare i fiori.
José Mujica, per il suo stile di vita e il fatto che per la carità ai poveri e ai piccoli imprenditori, dona circa il 90% del suo stipendio mensile, pari a 12.000 dollari (9.400 euro), è stato etichettato come il più povero presidente del mondo, il suo stipendio decurtato è di soli 775 dollari (607 euro), quasi in linea con il reddito medio uruguaiano.
José Mujica, seduto su una vecchia sedia, con accanto al cane Manuela, ha detto:
“Ho vissuto in questo modo la maggior parte della mia vita, posso vivere bene con quello che ho”.

Tutta la ricchezza del presidente, una Volkswagen Beetle del 1987
La sua dichiarazione annuale della ricchezza personale ( in Uruguay è obbligatoria per i funzionari), nel 2010 è stata di 1.800 dollari (£ 1.400 euro), corrisponde al valore della sua macchina, una Volkswagen Beetle del 1987. Nella dichiarazione del 2012, ha aggiunto la metà delle attività di sua moglie, la terra, i trattori, una casa, ha raggiunto i 215.000 dollari (168.442 euro), un reddito di circa due terzi inferiori alla ricchezza del vice presidente Danilo Astori, e di un terzo inferiore a quello dichiarato dal suo predecessore l’ex presidente Tabare Vasquez.
José Mujica, eletto nel 2009, durante la dittatura, negli anni dal 1960 al 1970, ha militato come guerrigliero nei Tupamaros, un gruppo armato di sinistra ispirato alla rivoluzione cubana. E’ stato colpito sei volte e ha trascorso quattordici anni in carcere. La maggior parte della sua detenzione, l’ha vissuta in condizioni difficili in isolamento, fino a quando è stato liberato nel 1985, quando in Uruguay è tornata la democrazia.
José Mujica, sulla sua detenzione, ricorda:
«Quegli anni di carcere, ha contribuito a formare la mia visione della vita. Mi chiamano il presidente più povero, ma non mi sento tale. I poveri sono chi lavora solo per cercare di mantenere uno stile di vita costoso, e vogliono sempre di più. E’ una questione di libertà. Se non si hanno molti beni, allora non c’è bisogno di lavorare per tutta la vita come uno schiavo per sostenerli, e quindi si ha più tempo per se stessi. Potrei sembrare un uomo eccentrico, vecchio … ma questa è una libera scelta».
José Mujica, ha esposto un simile concetto, durante il suo intervento al G20 di Rio de Janeiro (dal 20 al 22 giugno 2012), quando ha parlato di sviluppo economico e il benessere dell’umanità. Mujica, ha accusato i leader mondiali di avere più “ossessione cieca per raggiungere la crescita con il consumo, come se il contrario significherebbe la fine del mondo“.
Ignacio Zuasnabar, un sondaggista uruguaiano, ha detto:
«Molti simpatizzano con il presidente Mujica, per il suo modo di vivere, ma questo non gli ha impedito di essere criticato per le azioni di governo. L’opposizione dice che la recente prosperità economica del paese, non ha portato a migliori servizi pubblici per la salute e l’istruzione. Ora, per la prima volta dopo l’elezione nel 2009, la sua popolarità è scesa sotto il 50%.
José Mujica, quest’anno è stato sottoposto al fuoco delle critiche a causa di due azioni controverse. Il Congresso, recentemente ha approvato un disegno di legge che ha legalizzato gli aborti per gravidanze fino a dodici settimane. A differenza del suo predecessore, Mujica non ha posto il veto. Inoltre, in un dibattito sulla legalizzazione del consumo di cannabis, e sul disegno di legge che darebbe anche lo stato del monopolio sul suo commercio, ha detto:  “Il consumo di cannabis non è la cosa più preoccupante, il vero problema è lo spaccio della droga”.
José Mujica, tuttavia, non si preoccupa troppo del suo gradimento, secondo la Costituzione dell’Uruguay, dopo il 2014 non può ottenere una nuova rielezione. Inoltre, ha settantasette anni, è probabile l’avvicinarsi del suo ritiro dalla vita politica, quando accadrà, potrà beneficiare di una pensione statale, a differenza di alcuni precedenti presidenti, non avrà problemi ad abituarsi al calo del reddito.

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