Irene Bergman ha cento anni è la più anziana consulente a Wall Street continua a investire per i suoi clienti (video)

Irene Bergman il 2 agosto 2015 ha festeggiato il suo centesimo compleanno, è la donna più anziana a Wall Street, non ha mai smesso di lavorare, ora come vice presidente senior presso la società d’investimento Stralem & Co., dallo scorso dicembre opera dal suo appartamento a New York circondata da dipinti fiamminghi, al telefono interagisce con i suoi clienti. E’ stata intervistata da Bloomber.

Una donna in un mondo di uomini
La figura di Irene Bergman è rara, oltre ad essere una delle persone più anziane e attive a Wall Street, è una donna che lavora in un settore dominato da uomini molto più giovani. Ricorda gli anni quando le banche d’investimento erano imprese private, formate da soci, un modello ora dominato da aziende quotate. «Il modo di fare business è cambiato. Ora è molto più competitivo, ci sono molte più coltellate alla schiena».
La sua carriera è stata un sogno che si è avverato, da bambina aveva scritto un tema in cui diceva di voler seguire le orme di suo padre, un banchiere privato, alla borsa di Berlino e diventare la prima donna a farlo. Sogno che ha dovuto interrompere per un certo periodo quando la sua famiglia ebrea perseguita dai nazisti, prima in Germania e poi Olanda, ha dovuto emigrare negli Stati Uniti.
Già nel 1942, è diventata segretaria presso una banca, dopo quindici anni ha trovato impiego presso Hallgarten & Co., una società che operava a Wall Street. «Le donne non erano molto popolari» ricorda. Poi ha lavorato per la Loeb Rhoades, infine nel 1973 si è stabilita alla Stralem & Co., dove finalmente si è sentita a suo agio. «Questo è stato il primo posto di lavoro dove sono stata trattata al pari degli uomini».
Irene Bergman ora è vice presidente senior della società d’investimento Stralem & Co., in beni sovrintende a quasi 2 miliardi di dollari, preziosa la sua consulenza per i suoi clienti. La sua esperienza personale serve da guida per investire. La sua famiglia negli Stati Uniti ha impiegato un decennio per recuperare i beni che erano stati congelati dalle autorità tedesche e olandesi.

Il lato positivo del progresso all’insegna della prudenza
Irene Bergman nonostante la nostalgia che traspare dalle sue parole, riconosce il lato positivo del progresso. Ad esempio, la capacità di operare rapidamente con grandi volumi di scambio, qualcosa che anni fa avrebbe richiesto settimane, ora può eseguirlo entro pochi giorni o addirittura ore. Tuttavia, la velocità «ha anche degli svantaggi, le persone che operano in questo campo non devono essere troppo veloci».
La sua attenzione e intuizione, mantiene fedeli molti clienti, negli ultimi venti anni ha perso qualcuno solo per decesso. «In questo settore si deve guadagnare la fiducia dei clienti. Non solo per averli per tre settimane, ma almeno per tre anni. Ci vuole tanto tempo per sapere se si sta facendo un buon lavoro. Ho investito anche i miei soldi, ciò dà fiducia ai clienti».
Infine, il suo consiglio e rimpianto. «Il mio consiglio per una lunga carriera a Wall Street è di non fare niente di stupido. Il mio rimpianto in oltre quaranta anni di carriera è stato quello di non aver scommesso sulle azioni di Apple. Mi è sempre piaciuto fare quello che volevo, quindi non aver creduto in Apple, è una mia colpa, non posso accusare nessuno».
Irene Bergman è stata invitata a suonare il campanello che aprirà una sessione di scambio a Wall Street. «E’ un onore che non mi aspettavo», ha detto al termine dell’intervista di Bloomberg.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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