Il vaccino Covid può mostrare nella mammografia un nodulo sotto l’ascella, ma è innocuo

Premessa
È importante per i radiologi considerare la recente storia vaccinale coronavirus Covid-19 come una possibile diagnosi differenziale per i pazienti con adenopatia ascellare unilaterale. I nodi ascellari iperplastici possono essere visti all’ecografia dopo qualsiasi vaccinazione, ma sono più comuni dopo un vaccino che evoca una forte risposta immunitaria, per esempio, come quelli di Pfizer-BioNTech e Moderna.
Lo studio riportato nella rivista Clinical Imaging, sottolinea che poiché la diagnosi differenziale dell’adenopatia ascellare unilaterale include la neoplasia mammaria, è cruciale valutare accuratamente sia la mammella per la neoplasia primaria sia sollecitare la storia della recente vaccinazione. I radiologi poiché nel mondo i vaccini coronavirus Covid-19 saranno presto disponibili per una popolazione di pazienti più ampia, dovrebbero avere familiarità con le caratteristiche di imaging dell’adenopatia iperplastica indotta dal vaccino coronavirus Covid-19 e la sua inclusione in un differenziale per l’adenopatia ascellare unilaterale. Il follow-up a breve termine per l’adenopatia ascellare unilaterale nel contesto della recente vaccinazione coronavirus Covid-19, è una raccomandazione appropriata, invece di eseguire immediatamente inutili e costose biopsie dei linfonodi ascellari.

Cos’è tutta questa storia dei grumi?
Le persone quando ricevono un vaccino nella parte superiore del braccio, è normale che i linfonodi nell’ascella su quel lato del corpo si attivino e si gonfino. È il corpo che dopo l’iniezione del vaccino prepara una risposta immunitaria protettiva, accade che alcune persone rispetto ad altre sviluppino un gonfiore più pronunciato nell’ascella. Le stime variano, solo una persona su dieci tra quelle vaccinate può sentire un nodulo lì, e non è sempre doloroso.
È importante sottolineare che questi grumi non sono cancro al seno e non sono dannosi. Inoltre scompaiono entro una o due settimane dalla vaccinazione. Tuttavia, un linfonodo gonfio può influenzare l’imaging come lo screening del cancro al seno tramite mammografia o ecografia. Ciò perché sembra un cancro al seno che si è diffuso (metastatizzato) dal seno al linfonodo, questo può avere conseguenze importanti: il linfonodo ingrossato può indurre una donna a sottoporsi a ulteriori test per confermare o escludere il cancro al seno, con procedure invasive come le biopsie e conseguente ansia del paziente, quindi è importante notare questo potenziale impatto della vaccinazione coronavirus Covid-19 sulla mammografia, specialmente nelle over 50, prima che l’Australia acceleri il suo lancio del vaccino.

BreastScreen Australia
Il programma BreastScreen Australia mira a ridurre la malattia e la morte per cancro al seno rilevando precocemente la malattia. Le donne di età compresa tra 50 e 74 anni sono invitate a sottoporsi a una mammografia di screening gratuita ogni 2 anni.
L’evidenza statunitense segnala che una normale conseguenza della vaccinazione, il gonfiore temporaneo dei linfonodi sotto l’ascella, può interferire con il modo in cui i medici interpretano le mammografie, per questo motivo è stato chiesto alle donne australiane di considerare i tempi dello screening del cancro al seno quando si preparano a ricevere il vaccino coronavirus Covid-19.
Il consiglio alle donne è di fare prima una mammografia, o di ritardarla fino a sei settimane dopo la vaccinazione, per evitare qualsiasi confusione, questo consiglio è particolarmente importante considerando che l’Australia si sta preparando a vaccinare le over 50, l’età chiave per lo screening di routine del cancro al seno nell’ambito del programma BreastScreen in Australia.

Cosa c’è dietro il nuovo consiglio?
Le segnalazioni di linfonodi gonfiati legati al vaccino coronavirus Covid-19 sono emerse dagli Stati Uniti, dove quasi 90 milioni di persone sono state vaccinate con i vaccini Pfizer o Moderna. Ciò ha portato alla comparsa di linfonodi gonfi su immagini del seno, tra cui la mammografia e l’ecografia.
Il Royal Australian and New Zealand College of Radiologists, segnala che questo tipo di gonfiore non è stato ancora segnalato con il vaccino AstraZeneca, che dal prossimo maggio è il vaccino destinato agli over 50 in Australia.
L’attivazione del sistema immunitario è il modo in cui funzionano tutti i vaccini, quindi è probabile vedere linfonodi ingrossati con altri vaccini coronavirus Covid-19. Tuttavia, per la conferma bisogna attendere i dati pubblicati dal Regno Unito e da altri paesi che hanno più esperienza nella somministrazione del vaccino AstraZeneca.
Royal Australian and New Zealand College of Radiologists, senza specificare un particolare vaccino coronavirus Covid-19, ha raccomandato alle donne di fare la mammografia prima del vaccino coronavirus Covid-19, o sei settimane dopo la vaccinazione; altri hanno proposto un approccio più pragmatico di monitorare ogni caso sospetto di un linfonodo gonfio nell’ascella sul lato dell’iniezione, e indagare ulteriormente solo se il gonfiore non scende dopo sei settimane.

Perché è così importante?
È essenziale che proseguano sia la vaccinazione coronavirus Covid-19 sia lo screening mammografico delle donne senza sintomi. Sebbene sia importante che lo screening identifichi le donne con cancro al seno, è anche importante non indagare eccessivamente su donne altrimenti sane, quindi, per un breve periodo, ha senso ritardare lo screening di donne non sintomatiche altrimenti sane e non indagare eccessivamente sulle donne che non hanno il cancro.
È anche importante che le donne con sintomi di cancro al seno si rivolgano immediatamente a un medico e che venga effettuata l’appropriata diagnostica per immagini. Tuttavia, alla luce dei recenti consigli, le donne dovrebbero menzionare il loro stato di vaccinazione coronavirus Covid-19 al loro team sanitario (medico di famiglia, radiologo, medico specialista), in modo che possano tenerne conto quando interpretano l’imaging della mammografia o ecografia, ciò indipendentemente dal fatto che le loro mammografie facciano o no parte del programma di screening del cancro al seno.

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