Il tuo smartphone potrebbe dirti che sei incinta

I ricercatori del Centro di Hannover per le tecnologie ottiche (HOT), Università di Hannover, in Germania, hanno sviluppato un sensore in fibra ottica autonomo per gli smartphone con il potenziale per l’uso in una vasta gamma di test biomolecolari, compresi quelli per la rilevazione di gravidanza e monitoraggio del diabete. Le letture del sensore possono essere eseguite tramite un’applicazione su uno smartphone, fornisce i risultati in tempo reale.
Lo smartphone correttamente configurato è in grado di monitorare più tipi di fluidi corporei, tra cui: sangue, urina, saliva, sudore o respiro. Le letture del sensore nel caso di applicazioni mediche, possono essere combinate con il segnale GPS di uno smartphone, in questo modo gli utenti possono essere indirizzati alla farmacia, ospedale o unità mobile più vicino.
Il sensore descritto in Optics Express, un giornale di Optical Society, utilizza il fenomeno ottico di risonanza plasmonica di superficie (SPR), uno strumento consolidato per rilevare la composizione di un liquido o la presenza di particolari biomolecole o gas: in sintesi ciò avviene quando un fascio fisso di luce colpisce una speciale pellicola metallica, la maggior parte della luce è riflessa, ma una piccola banda è assorbita dagli elettroni della superficie della pellicola, facendoli risuonare. La pellicola metallica quando è posta a contatto con un fluido, l’indice di rifrazione del liquido cambia dimensione della banda assorbita e la posizione nello spettro della luce.
Gli scienziati con l’aggiunta alla pellicola di elementi di riconoscimento che causano un cambiamento nell’indice di rifrazione quando collegato a biomolecole mirate o gas in traccia, possono quindi determinare importanti informazioni sulla composizione di un campione biologico in base al quale la luce è riflessa e assorbita.
Bremer Kort, inventore e co-autore del dispositivo con Bernhard Roth, direttore di Hanover Centre for Optical Technologies (HOT), University of Hanover, in Germania, ha detto:
«Abbiamo il potenziale per lo sviluppo di dispositivi lab-on-a-chip piccoli e robusti per smartphone, così, i sensori di risonanza plasmonica di superficie potrebbe diventare onnipresente. La risonanza plasmonica di superficie è comunemente usato per biosensori, in genere richiede attrezzature di laboratorio ingombranti coinvolge sia un rivelatore di luce e la sorgente luminosa».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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