Il mondo ha bisogno di siringhe, l’industria è impegnata a produrne 5.900 il minuto

Hindustan Syringes & Medical Devices, uno dei più grandi produttori di siringhe al mondo alla fine dello scorso novembre ha ricevuto un’e-mail urgente dall’Unicef, l’agenzia delle Nazioni Unite per i bambini, cercava disperatamente una grande quantità di siringhe più piccole del normale e non utilizzabili se usate una seconda volta, per prevenire la diffusione di malattie attraverso il riciclaggio accidentale.
Rajiv Nath, amministratore delegato di Hindustan Syringes & Medical Devices società che ha investito milioni di dollari nella preparazione delle sue fabbriche di siringhe in previsione dell’assalto per la vaccinazione, ha pensato: “Nessun problema, forse potremmo consegnarle più velocemente di chiunque altro”.
I paesi nel mondo mentre sono impegnati ad assicurarsi dosi di vaccino sufficienti per porre fine all’epidemia di coronavirus Covid-19, devono prodigarsi anche all’approvvigionamento di siringhe: i vaccini non sono poi così utili se gli operatori sanitari non hanno un modo per iniettarli nelle persone.
Funzionari negli Stati Uniti e nell’Unione europea hanno affermato di non avere abbastanza siringhe per i vaccini. Il Brasile lo scorso gennaio ha limitato le esportazioni di siringhe e aghi quando i suoi sforzi di vaccinazione sono stati inferiori alle attese; a complicare ulteriormente la situazione è che le siringhe devono essere del tipo giusto.
Il mese scorso il Giappone ha rivelato che potrebbe dover scartare milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech se non fosse in grado di assicurare abbastanza siringhe speciali, idonee a estrarre una sesta dose dalle sue fiale. La Food and Drug Administration a gennaio ha consigliato agli operatori sanitari negli Stati Uniti che potevano estrarre più dosi di vaccino dalle fiale Pfizer dopo che gli ospedali avevano scoperto che alcune contenevano abbastanza dose per una sesta – o anche una settima – persona. Ingrid Katz, direttore associato dell’Harvard Global Health Institute, ha detto:
«Molti paesi sono stati colti alla sprovvista, sembra assurdo che i paesi di tutto il mondo non siano stati completamente preparati per ottenere questo tipo di siringhe».
Prashant Yadav del Center for Global Development, studioso riconosciuto a livello mondiale nel settore delle catene di approvvigionamento sanitario, ha detto:
«Gli esperti dicono che il mondo ha bisogno tra gli otto e i 10 miliardi di siringhe solo per le vaccinazioni contro il coronavirus Covid-19; negli anni precedenti, solo dal 5% al 10% dei 16 miliardi di siringhe stimate, utilizzate in tutto il mondo erano destinate alla vaccinazione e all’immunizzazione. Le nazioni più ricche come gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia e la Germania hanno pompato miliardi di dollari dei contribuenti nello sviluppo dei vaccini ma pochi investimenti pubblici sono andati per espandere la produzione di siringhe. La mia preoccupazione non è solo per la capacità complessiva di produzione di siringhe, ma anche per i tipi specifici di siringhe e se queste si troverebbero già nei luoghi in cui sono necessarie».
È emerso che non tutte le siringhe del mondo sono adatte al compito, per esempio, per massimizzare la produzione da una fiala del vaccino Pfizer, una siringa deve trasportare una dose esatta di 0,3 millilitri. Le siringhe inoltre per ridurre al minimo gli sprechi devono avere la distanza infinitesimale ridotta tra lo stantuffo e l’ago dopo che la dose è stata completamente iniettata.
Il settore della produzione di siringhe è cresciuto per soddisfare la domanda. Becton Dickinson importante produttore di siringhe che ha sede nel New Jersey, ha dichiarato che spenderà 1,2 miliardi di dollari in quattro anni per espandere in parte la capacità per affrontare le pandemie.
La società di ricerca Fitch Solutions riporta che gli Stati Uniti sono il più grande fornitore di siringhe al mondo per vendite, e con la Cina è testa a testa nelle esportazioni, con spedizioni annuali combinate per un valore di 1,7 miliardi di dollari.
L’India a livello globale nel 2019 ha esportato siringhe per un valore di appena 32 milioni di dollari, ora con Rajiv Nath di Hindustan Syringes & Medical Devices, ha una grande opportunità, vende le sue siringhe per soli tre centesimi, ma il suo investimento totale è considerevole: prima dell’aumento degli ordini di acquisto ha investito quasi 15 milioni di dollari per produrre in serie siringhe speciali, pari a circa un sesto delle sue vendite annuali. Lo scorso maggio, ha ordinato nuovi stampi da fornitori in Italia, Germania e Giappone per realizzare una varietà di fusti cilindrici e stantuffi per le sue siringhe.
Rajiv Nath ha aggiunto 500 lavoratori alle sue linee di produzione per arrivare a più di 5.900 siringhe il minuto nelle fabbriche sparse su 11 acri in un polveroso distretto industriale fuori Nuova Delhi. La società con la domenica e i giorni festivi chiusi, sforna quasi 2,5 miliardi di siringhe l’anno, anche se prevede di arrivare a tre miliardi entro luglio.
Hindustan Syringes & Medical Devices, ha una lunga storia nella fornitura di programmi di immunizzazione dell’Unicef in alcuni dei paesi più poveri, dove il riutilizzo delle siringhe è comune ed è una delle principali fonti di infezioni mortali, tra cui l’HIV e l’epatite.
Robert Matthews responsabile a contratto dell’Unicef a Copenaghen, e il suo team quando l’Organizzazione mondiale della sanità alla fine di dicembre ha autorizzato il vaccino della Pfizer per l’uso di emergenza, avevano bisogno di trovare un produttore in grado di soddisfare le specifiche dell’OMS, di produrre milioni di siringhe, compatte per la spedizione. Il prodotto di Hindustan Syringes è stato il primo a essere valutato idoneo.
L’Unicef ha detto che l’azienda inizierà presto a spedire 3,2 milioni di quelle siringhe, a condizione che superino un altro controllo di qualità.
Rajiv Nath ha detto di aver venduto 15 milioni di siringhe al governo giapponese, e oltre 400 milioni all’India per la sua campagna di vaccinazione Covid-19, una delle più grandi al mondo; per l’Unicef e il Brasile si è offerto di produrre circa 240 milioni di siringhe in più.
I macchinari gialli all’interno dello stabilimento n. 6 dell’azienda, ronzano mentre schizzano fuori cilindri e stantuffi di plastica; altri macchinari a Bergamo in Italia, assemblano ogni componente, compresi gli aghi, monitorati da sensori e telecamere. I lavoratori in tute protettive blu ispezionano i vassoi pieni di siringhe prima di scaricarli in casse che portano a mano in un’area di confezionamento accanto.
Rajiv Nath per aumentare l’efficienza si è affidato al design di una siringa di Marc Koska, inventore britannico di iniezioni di sicurezza, e alla sua capacità di produrre direttamente tutti i componenti. Hindustan Syringes produce i suoi aghi da strisce di acciaio inossidabile importate dal Giappone. Le strisce vengono trasformate in cilindri e saldate in corrispondenza della cucitura, quindi allungate e tagliate in sottili tubi capillari, che vengono incollati a macchina su mozzi di plastica (in questo video è mostrata la produzione di aghi ipodermici) .
Rajiv Nath in conclusione ha detto che il business delle siringhe è un “succhia sangue”, dove i costi iniziali sono astronomici e i profitti marginali, se la domanda per le sue siringhe diminuirà anche della metà nei prossimi anni, perderà quasi tutti i 15 milioni di dollari che ha investito.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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