I colonizzatori di Marte dovranno affrontare una titanica sfida, riuscire a far nascere bimbi sani su Marte

La sottile atmosfera del Pianeta Rosso rende quasi impossibile lo sviluppo sano di un feto. Il nuovo studio pubblicato su Futures prevede che avere bambini su Marte sarà un po’ più difficile della tecnica sperimentata sulla Terra per far riprodurre uccelli e api. Infatti, i ricercatori arrivano a suggerire che la riproduzione sul Pianeta Rosso, essenziale per il successo della colonizzazione umana, potrebbe essere del tutto pericolosa.
Il problema principale di avere bambini su Marte è che l’atmosfera del pianeta non protegge dalle radiazioni nocive e dal magnetismo. L’atmosfera terrestre protegge gli esseri umani da questi raggi, una delle ragioni principali per cui la Terra in primo luogo è in grado di sostenere la vita.
Marte, non ha questo tipo di atmosferica armatura protettiva della Terra, la sua atmosfera in realtà è circa 100 volte più sottile di quella terrestre, il che significa che le radiazioni cosmiche in sostanza inondano l’atmosfera marziana, ciò è mortale per qualsiasi adulto, bambino o feto. La fecondazione può avvenire solo se resiste alla micidiale radiazione.
E’ emerso che non è solo l’atmosfera marziana, o la sua mancanza, a costituire un rischio per i feti. Konrad Szocik, scienziato cognitivo dell’Università polacca di Information Technology and Management di Rzezow, autore principale del documento, rileva che a causa della microgravità il viaggio verso Marte è pieno di pericoli per gli esseri umani e per lo sviluppo di feti, anche le radiazioni cosmiche rappresentano un rischio da affrontare in volo. Ha detto:
«Un altro fattore importante sarà l’alto tasso di stress e in generale le difficili condizioni psicologiche. C’è da considerare anche l’aspetto negativo che può essere determinato da una dieta insufficiente a fornire appropriati nutrimenti, per questo, sulla Terra un conto è poter assumere vitamine prenatali e avere un medico a vegliare su ogni fase della gravidanza, senza trascurare relative difficoltà e conseguenze sulla salute, altro è gestire un feto in viaggio verso il Pianeta Rosso, senza questi benefici. Ciò significa che sarà quasi miracoloso se potrà verificarsi la fecondazione, per non parlare di avere in grembo un piccolo in grado di sopravvivere al parto; mentre è “teoricamente possibile” che un feto possa sopravvivere e una donna possa riuscire a partorire, è importante ricordare che lo stress giocherà un ruolo importante nel successo della madre e del bambino. E poiché sia la mamma sia il bambino combatterà elementi che sono più difficili di quelli sulla Terra, la loro sopravvivenza sarà una “gigantesca sfida”. L’alto tasso di difficoltà potrebbe essere letale per il feto.
La questione rimane aperta: se l’atmosfera è così tossica per un feto in via di sviluppo, c’è modo che una fiorente popolazione marziana riesca a riprodurre e sostenere la colonia? I calcoli degli esperti variano, ma la maggior parte ritiene che per il successo della colonia siano necessari almeno 5.000 individui, per poter sopperire a carestia, malattia o altri imprevisti.
Penso che ci sia un solo modo in cui gli esseri umani su Marte potrebbero potenzialmente avere bambini sani: l’ingegneria genetica, però porta con sé una serie di sfide.
Per migliorare le nostre possibilità di sopravvivenza nello spazio, propongo che dovremmo farlo ora, sulla Terra, perché non siamo ancora evoluti per vivere nello spazio. Dovremmo fare del nostro meglio per modificare gli esseri umani prima di inviarli nello spazio. Mi rendo conto che modificare geneticamente gli esseri umani per il volo spaziale e la vita nello spazio è un compito arduo considerando che la nostra tecnologia non è ancora all’altezza. Il concetto sicuramente solleva anche interrogativi etici, forse l’etica genetica la dovremmo lasciare sulla Terra.
L’altra possibilità è che le mamme in attesa possano salire su una navetta e tornare sulla Terra per partorire. Certo, sarebbe la soluzione migliore ma dobbiamo ricordare che quando le persone potranno vivere su Marte e riprodursi, forse vivere sulla Terra non sarà più possibile. Ciò dipende anche dal fatto che il trasporto con la navetta sia rapido ed economico, il che è molto improbabile in questo momento.
L’altro problema che rende difficile sapere in questo momento come una comunità umana possa sopravvivere su Marte, in realtà è che potrebbe emergere una diversa cultura socio-economica che potrebbe rendere quasi impossibile la genitorialità. Ora non sappiamo se le future madri in una base su Marte saranno in grado di concentrarsi completamente sulla gravidanza e poi sulla cura dei bambini. Tutti i 5.000 individui saranno necessari per fornire un contributo e lavorare in una base spaziale, nel qual caso potrebbe essere difficile prendersi cura dei neonati.
In conclusione anche se una sorta di scudo spaziale galattico dovesse essere sviluppato su Marte, riteniamo che ancora non garantirebbe il parto sano e sicuro dei bambini perché è il problema della microgravità che può ancora influenzare lo sviluppo fisiologico.
Lo scenario più probabile in cui i bambini sani possono nascere su Marte non riguarda la tecnologia del trasporto delle mamme sulla Terra o l’ingegneria genetica, ma piuttosto un meccanismo che Charles Darwin notò un paio di secoli fa: l’evoluzione.
La selezione naturale funziona, in una popolazione di Marte, alcuni individui più di altri saranno più resistenti ai raggi cosmici. Possiamo indovinare che si riprodurranno meglio di altri, di conseguenza, produrranno più prole in grado di ereditare i geni che forniscono resistenza ai raggi cosmici».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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