I batteri coltivati nello spazio diventano più resistenti agli antibiotici

Il nuovo studio pubblicato su Frontiers in Microbiology è il primo a seguire i cambiamenti fisici dei batteri, in particolare il ceppo E. coli, dopo l’esposizione agli antibiotici. La ricerca sta fornendo nuove informazioni su come i batteri si adattino agli antibiotici, sta aiutando gli scienziati a trovare modi per ostacolare il loro alto grado di adattabilità.
I ricercatori di BioServe Space Technologies in un esperimento condotto a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, hanno esposto colture di batteri E. coli con varie dosi di antibiotico Gentamicina Solfato: sulla Terra uccide i batteri con relativa facilità, ma come questo esperimento ha dimostrato, nello spazio è differente.
L’esposizione al gentamicina solfato rispetto a un gruppo di controllo trattato similmente sulla Terra, invece di distruggere la cultura, ha portato a un aumento di 13 volte nel conteggio finale delle cellule batteriche, e una riduzione del 73% del volume delle cellule.
I ricercatori hanno detto che questo drammatico cambiamento, probabilmente sta aiutando i batteri a sopravvivere. La rilevante riduzione della superficie cellulare dei batteri diminuisce la velocità con cui le molecole possono interagire con essa, ciò rende i batteri più impermeabili a sostanze estranee, come ad esempio gli antibiotici. Inoltre, le pareti cellulari e le membrane esterne dei batteri sono diventate notevolmente più spesse, probabilmente per conferire ulteriore protezione.
I batteri sono cresciuti anche in grumi, è un’eventuale misura difensiva in cui il guscio delle cellule esterne è utilizzato per proteggere le cellule interne dagli antibiotici. Infine, alcune cellule E. coli all’esterno delle loro pareti cellulari, hanno prodotto piccole capsule, note come vescicole della membrana, in teoria potrebbero facilitare il processo d’infezione.
Luis Zea microbiologo di BioServe Space Technologies ha detto:
«Sia l’aumento dello spessore della parete cellulare che delle vescicole della membrana possono essere indicative di meccanismi di resistenza ai farmaci che abbiamo utilizzato nei campioni di volo spaziale. L’esperimento ci dà l’opportunità di capire meglio come i batteri diventano resistenti agli antibiotici qui sulla Terra.
Lo studio può aiutarci a capire nuovi modi per proteggere gli astronauti nello spazio, potrebbe anche dirci qualcosa su come i batteri si adattino agli antibiotici alle normali condizioni di gravità. Analizzando i loro punti di forza, possiamo anche trovare la loro debolezza».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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