Gunther von Hagens, apre un salone di bellezza per i morti, per far lavorare i vivi

Una fabbrica in disuso nella città tedesca di Guben, economicamente depressa, è stata trasformata dal discusso anatomista Gunther von Hagens, in "salone di bellezza per i morti". La sua nuova linea di produzione per il cosiddetto "processo di plastinazione", si aggiunge alle "fabbriche" che ha aperto in Cina e Polonia.
Gunther Von Hagens, anatomista, si considera un "artista della morte". I suoi cadaveri plastificati, hanno fanno il giro del mondo, attrazione orripilante in mostre "artistiche". Polemiche a non finire in tutte le città dove hanno organizzato le sue gallerie d’arte. A chi lo contesta, Gunther von Hagens, dice: "Io vesto i cadaveri con i miei trattamenti di bellezza che vanno oltre la morte, li trasformo in oggetti utili".
Il nuovo "salone di bellezza", aperto in Germania a Guben, una città colpita da alta disoccupazione, dopo il crollo del comunismo, offrirà lavoro a 200 persone. Nella nuova fabbrica, gli operai tedeschi, aiutati da scienziati cinesi, procederanno con la plastinazione e il sezionamento dei cadaveri, 600 sezioni in vari formati, per venderli alle Università di Anatomia e istituti scolastici sparsi in tutto il mondo.
Gunther von Hagens: “Non sto sognando ma sono convinto che nei prossimi  tre – cinque anni potremo produrre da cinquecentomila a un milione di sezioni all’anno, ricavate con metà di 80 corpi che arriveranno alla fabbrica tedesca".
A Guben, molti prostestano contro Hagens e la sua "fabbrica", perché calpestano la dignità dei morti.
Egfred Brachmann, un pensionato di 78 anni è amareggiato: “Von Hagens, sta usando il valore scientifico del suo lavoro, solo per fare soldi. A Guben, non abbiamo bisogno di lui che non ha rispetto per i morti ma soddisfa solo la curiosità della gente".
Mentre i dimostranti protestano contro i metodi "artistici" di Gunther von Hagens, i suoi nuovi operai (ex disoccupati), sono felici per la nuova occupazione. Ilona Wolfram, 52enne, da 15 anni con un lavoro saltuario: “Sono infermiera, assistente chirurgo, questo nuovo lavoro mi entusiasma e non mi crea nessun problema psicologico". Anche il suo collega Daniel Mettke, è felice: “Dopo due anni spesi con le indennità di disoccupazione senza un futuro e senza prospettiva, spero di aver trovato un lavoro stabile e duraturo".
Liberamente tradotto da TodayReuters

Per Daniel Mettke e per tutti quelli che lavoreranno nella "fabbrica" di Gunther von Hagens, il detto: "Finché c’è vita, c’è speranza", è il meno indicato. Loro, per lavorare, avranno bisogno dei morti.

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Comments ( 4 )
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  • lesploratore

    Ciao caro amico mio,io quando sarò morto vorrei essere plastificato e fare da boa nel mare,il mio posto e tra le onde :>),un salutone e una gioiosa serata olive dolci.

    🙂

    L’ESPLORATORE

  • Oidualc

    Una notizia che lascia a pensare!!!

    Ciao!!!!

  • aizarg

    Felice notte, baciotto*

  • sabri68

    …che dire…per quanto mi riguarda voglio essere cremata per cui mi spiace per chi deciderà di importare il tutto magari in Italia ma…il mio corpo tornerà alla “polvere” dopo aver donato quel che magari sarà recuperabile !!!

    un baciotto e buon inizio settimana