Ginecologo spagnolo condannato al mantenimento di un bambino che ha fatto nascere per un aborto non riuscito

Un ginecologo spagnolo è stato condannato a pagare il mantenimento di un bambino nato dopo un aborto non riuscito.
La sentenza è stata emessa da  Jose Perez Martine, giudice a Palma di Maiorca, ha condannato il ginecologo a risarcire la madre del bambino con la somma di 150.000 euro per “danni morali” causati dalla sua negligenza e di pagare un assegno mensile di 978 euro per il mantenimento del bambino fino al compimento del suo 26 ° compleanno.

In breve, ecco come si sono svolti i fatti – La donna, nel mese di aprile del 2010, alla sua ottava settimana di gestazione, si era recata in una clinica per aborti. A sua insaputa quell’intervento fatto per l’interruzione della gravidanza non era andato a buon fine.
La donna dopo tre mesi, convinta di essere nuovamente incinta, tornò nella stessa clinica per un altro aborto. La clinica rifiutò di interrompere la gravidanza perché l’ecografia aveva rivelato che erano state superate le quattordici settimane di gestazione, era incinta di cinque mesi.
La clinica offrì un rimborso di 320 euro, suggerì alla donna di rivolgersi a una clinica di Barcellona, ma anche in questa struttura ospedaliera i  medici rifiutarono di praticare l’aborto.
La donna portò a termine la gravidanza, diede alla luce un figlio sano che ora ha diciotto mesi. La donna, la cui identità è stata tenuta segreta, attraverso il suo avvocato ha detto:
“Sono felice per la condanna del ginecologo, non ho rimpianti per la nascita del bambino. Ora sto bene, in futuro dovrò spiegare a mio figlio quello che è successo, sperando che lui capisca, io non lo volevo quando sono andata ad abortire ma ora non è così”.
La Spagna ha riformato le sue leggi sull’aborto nel 2010, sotto il precedente governo socialista di Jose Luis Rodriguez Zapatero. Le donne, con la nuova legge, hanno il diritto di scegliere un aborto negli ospedali pubblici, entro la quattordicesima settimana di gravidanza.
L’aborto, secondo la normativa precedente, era illegale in tutta la Spagna, salvo nei casi di stupro, malformazione grave o salute della donna a rischio. Annualmente con la vecchia legislazione sono stati effettuati più di centomila aborti, la stragrande maggioranza in cliniche private, sotto la giustificazione che la gravidanza pone un “rischio psicologico” per la madre.
La permissiva legge sull’aborto voluta da  Zapatero, ha trovato una forte opposizione da parte di elementi conservatori in Spagna, in particolare in quelli della Chiesa cattolica romana.
Mariano Rajoy, alla guida del nuovo governo di centrodestra, al potere dal mese di dicembre 2011, ha detto che introdurrà limiti più restrittivi alla legge sull’aborto voluta dal suo predecessore. La sua dichiarazione ha provocato una dura reazione da parte di gruppi delle donne.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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