Genitori disperati portano il figlio in tribunale per costringerlo a trovare un lavoro

Xu Qing, 29 anni, dopo aver lasciato l’università ha sempre rifiutato di lavorare, sostenendo che il lavoro è troppo noioso. Vive nella casa che condivide con i suoi genitori dove è nutrito, servito e riverito.
Xu Hsing la madre, inizialmente ha cucinato e pulito per il suo unico figlio che vive nella loro casa a Pechino. Il padre Xu Ku aveva trovato un posto di lavoro per il figlio presso l’azienda di un amico. Il giovane dopo soli tre mesi l’ha lasciato dicendo che era troppo noioso, ha continuato a trascorrere le sue giornate dormendo e navigando in internet. E’ riuscito a incontrare online una ragazza disoccupata, dopo un mese l’ha portata in casa.
I genitori disperati avevano dato un ultimatum al figlio, trovarsi un lavoro o uscire da casa. Xu Qing ha rifiutato, i suoi genitori non hanno avuto altra scelta sono stati costretti a portarlo in tribunale. La Corte ha dato ragione ai genitori, ha stabilito che, sebbene Xu Qing fosse il loro unico figlio, all’età di 29 anni non avevano più l’obbligo di sostenerlo e tenerlo nella loro casa.
La situazione per sessanta giorni non è cambiata, Xu Qing e la sua ragazza hanno rifiutato di uscire. I genitori sono stati costretti a tornare in tribunale, hanno fatto istanza di sfratto per chiedere l’intervento degli ufficiali giudiziari per far uscire dalla loro proprietà il figlio e la sua ragazza.
In Cina il caso è considerato come un sintomo di ossessione con i bambini causato dalla politica del figlio unico, il controverso diktat del governo rappresenta una delle questioni più dolorose della Cina di oggi. Nel corso di oltre trent’anni, ha provocato squilibri notevoli alla società cinese: 90 milioni di figli unici (non hanno mai dovuto lavorare o badare a se stessi), spesso viziati al punto da essere chiamati «piccoli principi» e con problemi psicologici.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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