Finanza creativa – Tremonti, imita Ettore Petrolini (vignetta)

Finanza creativa – Tremonti, imita Ettore Petrolini

Tremonti - Petrolini

Un contributo dei più ricchi per arginare la crisi
Le decisioni prese a Bruxelles sui debiti sovrani, se hanno salvato per ora l’euro, non hanno salvato l’Italia, facendo crollare ancora i valori di Borsa delle aziende esponendole a svendite indesiderate ed aumentando il carico degli interessi sul debito. L’ Italia è sotto attacco dei mercati perché nessuna risposta convincente è venuta ai loro timori, come farà l’Italia a rispettare le obbligazioni UE di dimezzare il debito in venti anni?
Che significa trovare ogni anno 45 miliardi in aggiunta ai 70 e più di interessi? Ci sono due vie, la prima ispirata al noto aforisma di Ettore Petrolini, sinora fatto proprio dal governo “bisogna prendere il denaro dove si trova, presso i poveri, hanno poco ma sono in tanti”, la seconda proposta da molti autorevoli personaggi “con una imposta sulla ricchezza”, su cui ancora ieri è tornato Giuliano Amato sul Corsera, pochi giorni dopo che l’economista francese, Jacques Attali,in un’intervista a Paris Match aveva provocatoriamente detto: “Gli italiani sono più ricchi dei francesi, se pagassero una tassa sopportabile sul loro patrimonio, azzererebbero il loro debito pubblico” (ripresa dal Sole24 ore del 21).
Mentre la prima via, con la dura deflazione che provoca, impedisce ogni crescita del Pil ,la seconda via è giustificata dagli studi Bankitalia sulla ricchezza delle famiglie che certificano che “se il convento è povero i frati sono ricchi”, essendo la ricchezza privata di 8.284 miliardi, pari a 6 volte il Pil.
Sinora sono state molte le voci,da Pellegrino Capaldo a Luigi Abete,da Carlo De Benedetti al presidente dei commercialisti, dalla Camusso a Bonanni, favorevoli ad una generica tassa sulla ricchezza, giustificata dal fatto che l’Italia è l’unico paese europeo praticamente senza imposta sui patrimoni e che, mentre la platea degli alti redditi è piccola, appena 200.000 contribuenti con più di 150.000 euro l’anno, sono ben 2,4 milioni le famiglie che detengono il 45% della ricchezza privata.
Qualsiasi manovra per tagliare il debito, sia con tagli alla spesa che con aumento di tasse ha effetti deflazionistici pesanti sulla domanda interna, cioè sulla crescita.
In alternativa, un’ipotesi di tassa dell’1% sulla ricchezza delle famiglie più abbienti potrebbe dare una cifra ragguardevole senza impoverire nessuno.
La ricchezza del 10% delle famiglie, 2,38 milioni di famiglie, è pari a 3680 miliardi. Con un’aliquota dell’1% la tassa media sarebbe di 15.000 euro a famiglia con un ricavato teorico per lo Stato di 36,8 miliardi. La tassa non impoverirebbe nessuno e la nostra generazione,la parte più brava e fortunata di essa, avrebbe il merito di rendere alle generazioni future parte di quel benessere raggiunto anche indebitando lo Stato.
Fonte: Nicola Cacace Economista (testo letto su Edicola Unità del 29 luglio 2011, pag. 21)

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1 thought on “Finanza creativa – Tremonti, imita Ettore Petrolini (vignetta)

  1. LA NS CLASSE POLITICA è RICCA DI PER SE, E' NON SI TASSEREBBERO,PIUTTOSTO CI FANNO E CI  FARANNO  MORIRE DI FAME, MA LORO E I LORO AMICI, NON LI TASSERANNO MAI!
    NON DIMENTICHIAMOCI CHE SONO POLITICI CHE LI MANTENIAMO DA UNA VITA, TIPO NAPOLITANO,SCALFARO,FINI,FINOCHHIARO,D'ALEMA,RUTELLI, ECC. E' TENUTO CONTO DI QUANTO CI COSTANO, E' FACILE FARE I CONTI!

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