Farmaci testati contro il coronaviurs Covid-19

Il mondo è ora alla disperata ricerca di soluzioni per rallentare la diffusione del nuovo coronavirus Covid-19 e per trovare trattamenti efficaci: a partire da venerdì 20 marzo 2020, a livello mondiale sono in corso sperimentazioni cliniche di trattamenti o vaccini Covid-19, e la selezione dei pazienti. Ogni giorno se ne aggiungono di nuovi, mentre il numero di casi a livello globale sale alle stelle. I farmaci testati vanno da trattamenti influenzali riadattati a farmaci per l’Ebola falliti, a trattamenti per la malaria che sono stati sviluppati per la prima volta decenni fa. Ecco di seguito diversi trattamenti che i ricercatori sperano possano aiutare a combattere il coronavirus Covid-19.

Farmaco antinfluenzale giapponese
Il farmaco sviluppato da Fujifilm Toyama Chemical in Giappone per il Coronavirus Covid-19 sta mostrando risultati promettenti nel trattamento di casi da lievi a moderati. Pharmaceutical Technology riporta che il farmaco antivirale, chiamato Favipiravir o Avigan, è stato usato in Giappone per il trattamento dell’influenza. Il mese scorso è stato approvato come trattamento sperimentale per le infezioni da coronavirus Covid-19.
Zhang Xinmin del ministero della scienza e della tecnologia cinese, lo scoro 17 marzo, ha riferito al The Guardian che finora, i rapporti suggeriscono che il farmaco è stato testato in 340 individui a Wuhan e Shenzhen. Il farmaco, che funziona impedendo la replicazione di alcuni virus, nei pazienti testati sembra ridurre la durata del virus e migliorare le condizioni polmonari (come si è visto ai raggi X) anche se la ricerca non è ancora stata pubblicata su una rivista scientifica peer-reviewed.

Clorochina e idrossiclorochina
La clorochina e l’idrossiclorochina sono state approvate dalla U.S. Food and Drug Administration (FDA ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici) per il trattamento della malaria, del lupus e dell’artrite reumatoide. Le ricerche preliminari sulle cellule umane e sui primati suggeriscono che i farmaci potrebbero trattare efficacemente il coronavirus Covid-19.
Lo studio del 2005 ha scoperto che la clorochina potrebbe sedare la diffusione della Sars-Cov se applicata alle cellule umane infette in coltura. La Sars-Cov che ha causato un’epidemia di sindrome respiratoria acuta grave nel 2002, è strettamente correlata al nuovo coronavirus Covid-19. La clorochina interrompe la capacità del virus della Sars-Cov di entrare e replicarsi nelle cellule umane. Gli studi di coltura cellulare del coronavirus Covid-19 hanno rivelato che il farmaco e il suo derivato idrossiclorochina indeboliscono la replicazione del nuovo virus in modo simile.
I medici in Cina, Corea del Sud, Francia e Stati Uniti stanno ora somministrando il farmaco ad alcuni pazienti affetti da coronavirus Covid-19 con risultati promettenti, anche se finora sono prove aneddotiche. La FDA sta organizzando una sperimentazione clinica formale del farmaco.
È stato evidenziato che dal 23 febbraio 2020, sette studi clinici sono stati registrati nel Registro cinese degli studi clinici per verificare se le infezioni da coronavirus Covid-19 possono essere trattate con Idrossiclorochina. Inoltre, l’Università del Minnesota sta studiando se l’assunzione di Idrossiclorochina può proteggere dal contagio le persone che vivono con pazienti infetti da coronavirus Covid-19.
Lo studio molto citato, condotto in Francia, riporta che un piccolo numero di pazienti con coronavirus Covid-19 ha ricevuto sia l’Idrossiclorochina da sola sia l’Idrossiclorochina in combinazione con un antibiotico chiamato Azitromicina. Gli autori hanno riferito che le concentrazioni rilevabili di coronavirus Covid-19 sono diminuite più velocemente nei partecipanti allo studio rispetto ai pazienti affetti da coronavirus Covid-19 in altri ospedali francesi che non hanno ricevuto nessuno dei due farmaci; in sei pazienti a cui era stata somministrata l’Azitromicina, questo promettente effetto sembrava essere amplificato.
I centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) degli Stati Uniti, ha fatto notare che il piccolo studio non randomizzato “non ha valutato il beneficio clinico” associato al trattamento. Lo studio, in altre parole, non ha sondato se i pazienti trattati hanno avuto più probabilità di recuperare e sopravvivere alla loro malattia. Inoltre, ha consigliato ai medici di essere prudenti quando si somministra un farmaco a pazienti con malattie croniche, come l’insufficienza renale, e soprattutto a coloro “che stanno ricevendo farmaci che potrebbero interagire per causare aritmie”.

Farmaco inefficace per Ebola
Il Remdesivir un farmaco di Gilead Sciences che è stato originariamente testato in persone affette da Ebola, è stato riadattato per vedere se può trattare efficacemente il coronavirus Covid-19.
Il farmaco non è risultato efficace nell’Ebola, ma in studi di laboratorio si è dimostrato efficace nell’inibire la crescita di virus simili, come la sindrome respiratoria acuta grave (Sars) e la sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers). Il Remdesivir in una capsula di Petri, può prevenire l’infezione delle cellule umane dal coronavirus Covid-19, come riportato lo scorso febbraio nella rivista Nature.
La Food and Drug Administration ha attualmente approvato l’uso del Remdesivir per uso compassionevole, significa che solo i pazienti con grave malattia coronavirus Covid-19 possono essere approvati per il trattamento. I requisiti per ricevere il Remdesivir in altri paesi, possono essere meno severi.
Il sito di notizie mediche Stat riporta che cinque studi clinici in Cina e negli Stati Uniti stanno attualmente valutando se il Remdesivir può ridurre le complicazioni o accorciare il decorso della malattia nei pazienti affetti da coronavirus Covid-19, molti medici sono entusiasti del potenziale del farmaco.
Bruce Aylward dell’Organizzazione Mondiale della Sanità il mese scorso, ha detto: «C’è solo un farmaco in questo momento che pensiamo possa avere una reale efficacia, è il Remdesivir».
George Thompson, specialista in malattie infettive presso UC Davis Medical Center, che ha curato un caso precoce e grave di coronavirus Covid-19, ha detto alla rivista Science che il loro paziente è migliorato dopo aver preso il farmaco, circa 36 ore dopo la diagnosi. I medici inizialmente pensavano che il paziente sarebbe morto. Tuttavia, tale evidenza aneddotica non può dimostrare l’efficacia, il laboratorio deve ancora analizzare i campioni di sangue per dimostrare che il miglioramento clinico del paziente in seguito alla somministrazione di Remdesivir ha coinciso con un calo della carica virale (concentrazione di particelle virali).
L’estratto anticipato dello studio pubblicato nel database di MedRXiv, non è stato sottoposto a peer-reviewed, ha esaminato tre pazienti trattati con Remdesivir, non ha trovato alcuna relazione chiara dipendente dal tempo intercorrente tra la somministrazione del farmaco e miglioramenti nei sintomi. I pazienti hanno anche sperimentato emorragie rettali, enzimi epatici elevati, vomito e nausea, che potrebbero essere potenzialmente legati al farmaco.
George Thompson ha detto:
«I farmaci antivirali generalmente funzionano meglio quando sono già stati testati a pazienti precedenti, ma poiché il Remdesivir non è approvato dalla FDA per l’uso generale, solo i pazienti con la malattia più grave, e in fase avanzata, sono idonei per essere utilizzati negli studi clinici».
Gilead Sciences lo scorso 22 marzo ha annunciato di aver temporaneamente interrotto l’uso compassionevole del Remdesivir, a causa della “domanda eccessiva”. Ora si stanno concentrando sull’approvazione delle richieste precedentemente presentate e sullo snellimento del processo, mentre stanno indirizzando le persone a iscriversi agli studi clinici.

Combinazione di farmaci per HIV
Il farmaco antivirale Kaletra, una combinazione di Lopinavir e Ritonavir, precocemente ha generato entusiasmo, i nuovi dati provenienti dalla Cina, pubblicati lo scorso 18 marzo nella rivista New England Journal of Medicine, non sono stati in grado di rilevare un beneficio quando i pazienti hanno assunto il farmaco: 199 persone con bassi livelli di ossigeno sono state randomizzate per ricevere il Kaletra o un placebo. È emerso che anche se sono morte meno persone che hanno assunto il Kaletra, la differenza non era statisticamente rilevante, significa che potrebbe essere stata dovuta al caso. Tuttavia, altri studi sono ancora in corso, e c’è ancora una possibilità che questa combinazione possa mostrare qualche beneficio, il Kaletra come per altri antivirali, probabilmente funzionerebbe meglio se somministrato prima nel corso della malattia.

Immunosoppressore e un farmaco per l’artrite
Il virus per alcuni pazienti con il coronavirus Covid-19COVID-19, in sé non fa i danni peggiori, piuttosto, in alcune persone innesca la tempesta di citochine, detta anche ipercitochinemia, è una reazione immunitaria potenzialmente fatale, consiste in una reazione a catena che coinvolge le citochine e i globuli bianchi, in cui i livelli delle varie citochine sono estremamente elevati. La reazione immunitaria eccessiva può danneggiare i tessuti e, in ultima analisi, uccidere le persone.
I medici per placare tali tempeste di citochine, stanno ora provando un immunosoppressore conosciuto con il nome commerciale di Tocilizumab, Actemra e RoActemra. È stato approvato per il trattamento dell’artrite reumatoide e dell’artrite reumatoide giovanile. Blocca un recettore cellulare che lega una molecola proteica chiamata interleuchina 6 (IL-6). IL-6 è una citochina, o un tipo di proteina rilasciata dal sistema immunitario, che può innescare pericolose cascate infiammatorie.
L’azienda farmaceutica Roche lo scorso 19 marzo ha annunciato il lancio di uno studio per vedere se il Tocilizumab può migliorare i risultati nei pazienti con polmonite causata dal coronavirus Covid-19: un gruppo riceverà il farmaco abbinato ad altri trattamenti standard, mentre un altro gruppo riceverà un placebo, abbinato ai trattamenti standard.
Regeneron società americana di biotecnologia sta arruolando pazienti in uno studio clinico per testare un altro inibitore dell’IL-6, noto come Sarilumab (Kevzara), per il trattamento della polmonite causata dal coronavirus Covid-19. La logica alla base dell’uso del Sarilumab è simile a quella del Tocilizumab.

Farmaco per la pressione sanguigna
Il Losartan è un farmaco generico per la pressione sanguigna, alcuni scienziati sperano possa aiutare i pazienti con coronavirus Covid-19. L’Università del Minnesota ha lanciato due studi clinici che utilizzano questo farmaco generico a basso costo: il primo valuterà se il Losartan può prevenire l’insufficienza multiorgano nei pazienti ospedalizzati con polmonite coronavirus Covid-19; il secondo in primo luogo, dovrà valuterà se il farmaco può prevenire i ricoveri ospedalieri.
Il Losartan funziona bloccando un recettore (o porta d’ingresso nelle cellule) che la sostanza chimica chiamata Angiotensina II usa per entrare nelle cellule e aumentare la pressione sanguigna. Il coronavirus Covid-19 si lega al recettore dell’enzima di conversione dell’Angiotensina II (ACE2), ed è possibile, si pensa, che il Losartan, bloccando quei recettori, possa impedire al virus di infettare le cellule.
The Lancet in un articolo pubblicato lo scorso 11 marzo ha sollevato la possibilità che i comuni farmaci per l’ipertensione, come gli Ace inibitori e i cosiddetti bloccanti del recettore dell’Angiotensina II (ARB), che include il Losartan, potrebbero effettivamente stimolare il corpo a produrre più Ace2, aumentando così la capacità del virus di infiltrarsi nelle cellule.
Il recente studio italiano su 355 pazienti con coronavirus Covid-19, ha rilevato che tre quarti dei pazienti deceduti soffrivano di ipertensione, gli autori dello studio l’hanno indicato come uno dei motivi dell’aumento della loro vulnerabilità.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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