Facebook denunciato penalmente per il suicidio di una quattordicenne vittima di bullismo

Facebook è indagato per la morte di Carolina Picchio, vittima di bullismo, la ragazza italiana di quattordici anni dopo la pubblicazione di fotografie e video con insulti, si è suicidata nel gennaio di quest’anno buttandosi dalla finestra della sua stanza da letto al terzo piano. Otto adolescenti, di età compresa tra i 15 e 17 anni, sono stati interrogati dai magistrati con l’accusa d’istigazione al suicidio.
Un video di Carolina Picchio, vestita, seduta sul water era stato caricato su Facebook, per giorni era rimasto sul sito.
L’Associazione dei Genitori Italiani, ha ora presentato una denuncia penale contro Facebook per il suo ruolo nella morte di Carolina Picchio. Il direttore Antonio Affinita ha detto al Daily Telegraph:
«In Europa, questa è la prima volta che un gruppo di genitori hanno presentato una denuncia contro Facebook. La legge italiana vieta la firma di contratti ai minori di diciotto anni, per quanto riguarda la loro vita privata, Facebook sta effettivamente sottoscrivendo contratti con loro senza che i genitori ne siano a conoscenza».
Il video si crede sia stato pubblicato poco dopo la decisione di Carolina Picchio di lasciare il suo fidanzato. Evidentemente il sito era stato utilizzato da alcuni cyberbulli per insultarla.
In una nota trovata nella stanza, la ragazza aveva scritto: «Non è abbastanza quello che mi hai fatto? Me l’hai fatta pagare troppe volte». In un post aveva scritto: «Domani dovrò tornare a scuola e vedere quegli idioti. Non ce la faccio».
Si ritiene che alcuni bulli anche dopo la morte di Carolina, abbiano continuato a offenderla. La notizia del suo suicidio ha scatenato su Twitter un’ondata di messaggi di condanna ai bulli.
Non è la prima volta che il cyberbullismo ha fatto notizia in Italia, nel 2010 tre dirigenti di Google erano stati condannati per non aver impedito, nel 2006, la pubblicazione di un video sulla piattaforma Google Video, antecedente a YouTube, nel video erano visibili atti di bullismo a danno di un ragazzo disabile. La sentenza d’appello, a febbraio di quest’anno, ha però rovesciato il verdetto assolvendo Google.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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