Un nuovo studio pubblicato sulla rivista International Journal of Paleopathology, rivela un caso di cancro alla prostata scoperto su una mummia risalente a 2.250 anni fa
La mummia, nota come M1, era un maschio di età compresa tra i 51 e 60 anni, morto dopo una lunga e dolorosa agonia.
I ricercatori, guidati dal radiologo Carlos Prates, con l'utilizzo della tomografia computerizzata ad alta risoluzione (MDCT), hanno individuato sulla mummia piccoli tumori intorno al bacino, alla colonna lombare, agli arti superiori e alle gambe: queste aree del corpo, sono le posizioni più comuni colpite da metastasi del cancro alla prostata.
M1 è il più antico caso conosciuto di cancro alla prostata scoperto in Egitto, ma non il più antico nella storia. Il caso più antico di tumore della prostata è stato scoperto nel 2007, in Russia, in una mummia di un re scita, risalente a 2.700 anni fa.
In precedenza si riteneva che il cancro nell'antichità era una malattia rara. L'aumento dei casi è stato attribuito alla crescita dell'inquinamento ambientale. Uno studio del 1998, riportato nel Journal of Paleopathology, ha dimostrato che sono stati solo 176 i casi di tumore scoperti in più di decine di migliaia di resti scheletrici esaminati.
Carlos Prates e il suo team, tuttavia ritiene che questo numero di casi accertati non può essere preciso perché i precedenti ricercatori non avevano a disposizione adeguata tecnologia per rilevare il cancro.
I tumori scoperti in M1 misurano tra 0,03 e 0,59 centimetri. La scansione con la Tomografia Computerizzata Multi Detector, o MDCT, disponibile dal 2005, permette di rilevare questi piccoli tumori.
I ricercatori, utilizzando la nuova tecnologia, sperano di ottenere una migliore comprensione delle origini del cancro e la possibilità di utilizzare le informazioni raccolte per contribuire a trovare una cura appropriata.