Edna Clyne-Rekhy è l’autrice della leggenda del Ponte Arcobaleno, utilizzato dagli amici a 4 zampe per entrare in Paradiso

Chi ha sofferto per la perdita di un caro animale domestico, probabilmente si sarà imbattuto nel “Ponte Arcobaleno”, una poesia semplice ma commovente sul paradiso degli animali e sulla promessa di ricongiungersi con i propri cari.
Ospedali veterinari regalano copie della poesia ai clienti in lutto; i riferimenti appaiono comunemente nei biglietti di condoglianze e nei messaggi sui social media rivolti ai genitori di animali domestici in lutto.
Fino ad oggi nessuno conosceva chi fosse l’autore del Ponte dell’Arcobaleno, la poesia che ha commosso milioni di persone. Recentemente è emersa la sua identità, si chiama Edna Clyne-Rekhy, artista scozzese di 82 anni, amante degli animali, non aveva idea che la poesia che aveva scritto più di 60 anni fa in onore del suo cane Major, avesse portato conforto a tante altre persone. Ha detto: “Sono assolutamente sbalordita”.
La paternità di Edna Clyne-Rekhy collegata alla poesia Ponte Arcobaleno, sarebbe probabilmente andata perduta se non fosse stato per la tenace ricerca di Paul Koudounaris, storico dell’arte, proprietario di gatti a Tucson, in Arizona. Ha lavorato negli ultimi dieci anni a un libro sui cimiteri degli animali domestici, nelle sue ricerche ha spesso incontrato riferimenti al “Ponte Arcobaleno”.
Paul Koudounaris ha detto:
«Inizialmente mi chiedevo: “Chi l’ha scritto?” Mi preoccupava il fatto che un testo di importanza monumentale per il mondo del lutto animale non fosse stato accreditato».
Paul Koudounaris ha scoperto che la popolarità della poesia, è iniziata nel febbraio 1994, quando un lettore residente a Grand Rapids, Michigan negli Stati Uniti, ha inviato a Dear Abby una copia del Ponte Arcobaleno che aveva ricevuto dalla società locale di assistenza agli animali, aveva scritto: “Se lo pubblicherete, farete meglio ad avvertire i vostri lettori di tirare fuori i fazzoletti”.
Dear Abby è una rubrica di consulenza americana fondata nel 1956 da Pauline Phillips con lo pseudonimo di “Abigail Van Buren”, oggi è portata avanti da sua figlia, Jeanne Phillips, che ora possiede i diritti legali dello pseudonimo.
Dear Abby dopo aver pubblicato la poesia confessò di aver lacrimato, fece notare ai suoi 100 milioni di lettori che purtroppo mancava il nome dell’autore, per questo rivolse un appello: “Se qualcuno tra i miei lettori può verificare la paternità, per favore me lo faccia sapere”.
Nessuno si fece avanti, ma da quel momento il “Ponte Arcobaleno” sembrò essere ovunque. Paul Koudounaris a partire dal 1995, presso l’Ufficio del copyright degli Stati Uniti, ha trovato le registrazioni separate di 15 richieste, depositate con il titolo “Ponte Arcobaleno”. Estrapolò un elenco di circa 25 nomi collegati alla poesia e, uno per uno, li esaminò e li depennò come possibili autori finché non ne rimase solo uno: Edna Clyne-Rekhy.
Paul Koudounaris aveva trovato il nome di Edna Clyne-Rekhy dopo aver visto in un gruppo di chat online un riferimento a Edna “Clyde” scozzese, avrebbe scritto la poesia quando morì il cane del figlio. Le ricerche su Google lo hanno portato a Edna Clyne-Rekhy, la cui paternità di un libro sul marito defunto e sul loro cane, l’ha spinto a inserire il suo nome nella lista: unica donna, unica non americana.
Paul Koudounaris ha affermato:
«Ciò che inizialmente sarebbe sembrato il candidato più improbabile, alla fine si è rivelato il candidato più intrigante e, naturalmente l’effettivo autore».
Paul Koudounaris lo scorso gennaio quando ha finalmente raggiunto Edna Clyne-Rekhy e le ha chiesto se fosse l’autrice del Ponte Arcobaleno, la sua prima risposta è stata: “Come diavolo hai fatto a trovarmi?”.
Paul Koudounaris ha raccontato che la storia di Edna Clyne-Rekhy è iniziata nel 1959, aveva 19 anni era in lutto per la perdita del suo Labrador Retriever, Major, nell’intervista al National Geographic, ha detto:
«È morto tra le mie braccia. Lo amavo moltissimo. Il giorno dopo la morte di Major, continuavo ancora a piangere, mia madre mi chiese cosa c’era che non andasse. Risposi che era per Major, non riuscivo a sopprimere il dolore».
La madre le suggerì: “Potresti scrivere come ti senti”.
Edna Clyne-Rekhy seguì il consiglio della madre. Seduta nel salotto della famiglia nella loro casa vicino a Inverness, scrisse una prima riga su un foglio bianco: “Da questa parte del paradiso c’è un posto chiamato Ponte Arcobaleno”. Le parole da quel punto si sprigionarono, riempiendo il fronte e il retro del foglio.
Il testo recitava così:
Al di qua del paradiso c’è un posto chiamato Ponte Arcobaleno. Quando muore un animale che è stato particolarmente vicino a qualcuno di noi, raggiunge il Ponte Arcobaleno. Ci sono prati e colline per tutti i nostri amici speciali dove possono correre e giocare insieme. C’è cibo, acqua e sole in abbondanza, gli amici sono al caldo e a loro agio. Tutti gli animali che sono stati malati e vecchi sono ristabiliti in salute e forza, quelli che sono stati feriti sono resi di nuovo migliori e forti, come li ricordiamo prima del loro viaggio in cielo.
Sono felici e contenti, tranne che per una piccola cosa, a ciascuno di loro manca una persona molto speciale che ha dovuto lasciare. Corrono e giocano tutti insieme, ma arriva il giorno in cui uno si ferma improvvisamente e guarda in lontananza. I suoi occhi brillano, il suo corpo si agita. Improvvisamente si allontana dal branco, correndo sull’erba, con le zampe sempre più veloci, e quando voi e il vostro amico speciale finalmente vi incontrate, vi stringete in un abbraccio felice per non separarvi mai più. Voi e il vostro animale siete in lacrime. Le vostre mani abbracciano di nuovo la sua testa e voi guardate nuovamente nei suoi occhi fiduciosi, così lontani dalla vita, ma mai assenti dal vostro cuore, e poi attraversate insieme il Ponte Arcobaleno.
Edna Clyne-Rekhy ha detto:
«Mi è passato per la testa, era come se stessi parlando con il mio cane, stavo parlando con Major. Ho sentito tutto questo e dovevo scriverlo».
Paul Koudounaris ha detto:
«Edna Clyne-Rekhy ha ancora la bozza originale della poesia scritta a mano, quando l’ho vista, ho capito subito che era vera. Il resto della sua storia l’ha confermato in seguito, ma non riesco a spiegare appieno la potenza di quei fogli».
Edna Clyne-Rekhy anche se non ha mai pubblicato la poesia, alla fine l’ha mostrata a una manciata di amici. “Tutti piangevano”, racconta. Le chiesero se potevano portarne a casa delle copie, lei fece alcuni duplicati a mano, senza però includere il suo nome.
Paul Koudounaris ipotizza che il testo sia passato di persona in persona fino a quando ha perso il legame con l’autore originale e alla fine ha assunto una vita propria. Ha anche notato delle discrepanze nel linguaggio della poesia che gli hanno fatto sospettare che fosse molto più datata di quanto si pensasse, per esempio, alcune versioni parlavano di animali “che sono mutilati e resi di nuovo integri”, mentre altre facevano riferimento ad animali “restituiti al vigore”.
Paul Koudounaris ha affermato:
«Le piccole differenze mi hanno fatto capire una cosa importante, questo testo è in circolazione da un po’ di tempo. Edna Clyne-Rekhy ha trascorso anni in India, in seguito si è trasferita in una fattoria di ulivi in Spagna, un percorso che potrebbe spiegare perché non era a conoscenza della crescente popolarità della sua poesia in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e oltre. Ve lo immaginate? Ogni veterinario in Gran Bretagna ce l’ha!».
Paul Koudounaris riguardo a molti lettori occidentali, attribuisce la perdurante popolarità e la potenza del “Ponte Arcobaleno” al bisogno teologico che soddisfa. Sottolinea che a coloro che sono cresciuti cristianamente, è stato spesso detto dai genitori o dai sacerdoti che gli animali non hanno un’anima e quindi non li raggiungeranno in Paradiso. Ha detto:
«Il Ponte Arcobaleno fornisce il tassello mancante per le persone che hanno dovuto convivere con l’ansia che il loro animale non sia abbastanza buono da meritare una vita ultraterrena. Ci dà una ragione per sperare».
Kitty Block, presidente e amministratrice delegata della Humane Society degli Stati Uniti e anche presidente della Humane Society International, concorda, ha detto:
«Il Ponte Arcobaleno ha regalato al mondo una visione che ha portato conforto a milioni di persone in lutto per la perdita di un animale domestico. La sua perdurante popolarità dimostra come le relazioni con gli animali domestici siano importanti per così tante persone in tutti i settori della vita. L’intimità di questi legami può aiutarci a riconoscere il nostro dovere fondamentale di prenderci cura degli animali, di quelli che fanno parte delle nostre famiglie e di quelli del mondo intero».
Edna Clyne-Rekhy ha già piani concreti per riunirsi a Major e ai suoi altri animali domestici, di cui ha conservato le ceneri, ha detto: «Saremo dispersi nel Mare del Nord. Saremo cibo per le foche».

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