Ecco perché i ransomware stanno diventando sempre più pericolosi

Gli hacker con i loro attacchi ransomware, iniziati qualche anno fa, hanno dimostrato come sono riusciti a guadagnare e mettere i soldi in banca. Le vittime che hanno la sfortuna di cliccare su un link in un’e-mail in pratica scaricano un programma che codifica tutti i file sul loro computer, non possono accedere a nulla fino a quando non pagano un riscatto Bitcoin, di solito poche centinaia di dollari, per ricevere un codice per sbloccare i propri file. Oltre a singoli consumatori, attaccano le aziende e le organizzazioni che non hanno aggiornato il loro sistema operativo.

Nuova e pericolosa escalation
Ora, c’è una nuova e pericolosa escalation, Symantec riporta che alcuni sviluppatori di ransomware hanno creato un Trojan chiamato Shark. Il software è fornito agli apprendisti hacker che vogliono fare soldi con i ransomware. E’ un prodotto chiavi in mano, significa che l’hacker alle prime armi non deve possedere speciali abilità per lanciare gli attacchi e guadagnare. Gli sviluppatori di Shark ottengono il 20% su tutti i riscatti pagati. In altre parole, l’impresa ransomware sembra evolversi in un franchising. Shark essenzialmente il McDonald del ransomware.

La grande minaccia
La grande minaccia informatica in crescita potrebbe esplodere nei prossimi mesi. La Federal Trade Commission (FTC) – Commissione federale per il commercio degli Stati Uniti -, per cercare di contrastarla, ha organizzato un seminario tecnologico che si svolgerà il 7 settembre 2016, nel frattempo ha consigliato alle società e utenti di prestare la massima attenzione con la posta elettronica, anche ai messaggi che sembrano provenire da utenti conosciuti, cliccando sui link contenuti in questi messaggi, significa dover pagare un riscatto per liberare i file.
Il FTC di là dall’attenzione nel maneggiare le e-mail, ha detto che una buona difesa contro il ransomware è il backup di tutto il sistema con l’accortezza di scollegare dal computer un disco rigido esterno quando non è in fase di backup dei file, questo perché il ransomware codifica ogni file nel sistema, inclusi quelli presenti su altre unità collegate.

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