Ecco come Taiwan ha contenuto rapidamente il contagio del coronavirus Covid-19

Taiwan con circa 850.000 taiwanesi che vivono e lavorano in Cina, poteva essere uno dei paesi più colpiti, quando l’epidemia di coronavirus Covid-19 è emersa alla fine di dicembre a Wuhan, una città della Cina centrale di 11 milioni di persone ed epicentro dell’epidemia.
La situazione si sarebbe rivelata devastante per la Cina e per il resto del mondo, dato che l’epidemia ha cominciato ad accelerare intorno al Capodanno lunare, un periodo in cui centinaia di milioni di cinesi viaggiano all’estero o tornano a casa per vedere le loro famiglie.
Taiwan (una piccola nazione insulare, con poco più di 23 milioni di abitanti, a 180 km dalla Cina), ha contenuto il coronavirus Covid-19, ad oggi, ha registrato solo 45 casi e un decesso, anche se il tasso di infezione in Cina in questo momento ha superato 80.703 casi con 3.098 decessi e il coronavirus Covid-19 si è diffuso in luoghi come Corea del Sud, Giappone, Iran e Italia.
Il successo di Taiwan nella gestione dell’infezione secondo gli esperti, è stato in gran parte dovuto alla sua tempestiva azione nella fase iniziale del contagio, anche quando il coronavirs Covid-19 era ancora poco conosciuto e la sua velocità di trasmissione non chiara; inoltre, si è basata sull’esperienza storica piuttosto che sull’attesa di indicazioni da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (l’OMS per motivi politici continua a negare a Taiwan lo status di osservatore).
Chunhuei Chi, professore del College of Public Health and Human Sciences dell’Oregon State University, ha detto:
«Taiwan in precedenza è stata severamente colpita dalla Sars, con questa dura e amara lezione non si è fatta cogliere impreparata: l’anno successivo dopo l’epidemia di Sars, ha istituito un centro di comando per le epidemie, mantenendo un vantaggio rispetto ad altri luoghi in Asia prima che il coronavirus Covid-19 si diffondesse».
Il centro di comando per le autorità mediche ha reso più facile raccogliere dati, ridistribuire le risorse, indagare su potenziali casi e seguire la loro storia di contatto, mentre sono stati anche in grado di isolare rapidamente i pazienti trovati portatori del coronavirus Covid-19.
Taiwan sull’esperienza della Sars, all’inizio di gennaio ha anche condotto rapidamente controlli sanitari sui passeggeri provenienti da Wuhan, ben prima che si capisse che il coronavirus Covid-19 poteva trasmettersi da un essere umano all’altro.

Super allarme
Taiwan entro la prima settimana dello scorso febbraio, ha iniziato a razionare le mascherine chirurgiche e a limitare l’ingresso dei passeggeri con una storia di viaggi in Cina, richiedendo contemporaneamente una quarantena di 14 giorni per coloro che si recavano a Macao e Hong Kong.
I disinfettanti per le mani e i controlli per la febbre sono diventati una consuetudine in molti edifici pubblici, mentre i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, e altre agenzie emettevano quotidianamente avvisi sui cellulari in merito agli ultimi casi di coronavirus Covid-19 e informazioni sui luoghi visitati.
Jason Wang, dell’Università di Stanford, direttore del Centro per politica, risultati e prevenzione, ha dichiarato:
«Il governo taiwanese è stato davvero super attento nella sua risposta, quando è apparso chiaro che il coronavirus Covid-19 sarebbe diventato un gran problema, ha iniziato a fare di più. Erano preparati».
Gli esperti hanno affermato che il successo di Taiwan è paragonabile a quello di Singapore, ad oggi ha 150 casi di coronavirus Covid-19 (nessun decesso), merito di un’azione precoce che ha impedito la diffusione della malattia nonostante il suo alto rischio di essere uno dei principali centri di transito asiatico e forti legami commerciali con Cina e Hong Kong.
Singapore apprendendo dalla Sars, si è anche mossa rapidamente per imporre controlli sanitari alla maggior parte dei viaggiatori provenienti dalla Cina, prima di chiudere i suoi confini a fine dello scorso gennaio, oltre ad imporre pesanti multe ai trasgressori degli ordini di quarantena. Ha anche chiuso le scuole e le università.
Taiwan e Singapore hanno concesso anche agevolazioni e incentivi fiscali, poiché l’economia ha risentito dell’impatto del coronavirus Covid-19 e della perdita di turismo dalla Cina. Roy Ngerng in un articolo pubblicato su The News Lens, ha scritto che la gestione della crisi da parte di Taiwan è stata addirittura “migliore di quella di Singapore”.

Altre nazioni lente ad agire
Il governo di Taiwan e quello di Singapore hanno agito rapidamente, mentre altri paesi colpiti dal coronavirus Covid-19 sono stati più lenti ad agire, o ad essere aperti al pubblico sui possibili rischi.
William Schaffner, specialista in malattie infettive alla Vanderbilt University, ha detto:
«Osservando da esterno ho l’impressione che la leadership politica a Singapore e a Taiwan abbia preso spunto e consigli dal Ministero della sanità, scienziati e medici».
Le azioni di Taiwan sono in netto contrasto con quelle della Cina, dove l’intervento decisivo è arrivato solo dopo che l’epidemia si era già diffusa ampiamente. Critiche anche a Giappone e Corea del Sud. I dati attuali registrati il 7 marzo 2020 riportano che il contagio in entrambi i paesi è arrivato rispettivamente a 461 (6 decessi) e 7.313 (52 decessi). L’epidemia di contagio in Corea del Sud è stata rilevata lo scorso febbraio a seguito delle infezioni a Daegu, dove ha sede la Chiesa di Gesù Shincheonji, una setta religiosa individuata come un fortissimo focolaio, mentre il Giappone ha visto un picco di persone contagiate a bordo della nave da crociera Diamond Princess, in quarantena a Yokohama.

Il coronavirus Covid-19 si sta ancora diffondendo
I critici dicono che Shinzo Abe primo ministro giapponese potrebbe essere stato lento ad intervenire perché era preoccupato per i preparativi per le Olimpiadi di Tokyo 2020 di luglio e per la visita, ormai rimandata, del presidente cinese Xi Jinping in aprile.
È stato messo sotto esame anche Moon Jae-in Presidente della Corea del Sud, perché ha minimizzato la minaccia del coronavirus Covid-19, affermando che il peggio sembrava essere finito a metà dello scorso febbraio, poco prima che i casi cominciassero a salire alle stelle.
Il coronavirus Covid-19 mentre continua a diffondersi ad est e ad ovest, molti altri Paesi si trovano impreparati ad affrontare il tipo di epidemia su larga scala che non si vedeva da decenni.
Le lotte intestine politiche e l’accesso limitato alle informazioni in Iran sono stati citati dagli esperti come motivi che in data odierna hanno causato 6.566 casi (194 decessi), dopo che il coronavirus Covid-19 sarebbe scoppiato per la prima volta nella città santa di Qom.
Narimon Safavi, imprenditore iraniano-americano e frequente commentatore dell’Iran, ha detto:
«I potenti chierici conservatori hanno impedito alle autorità sanitarie governative di mettere in quarantena la città, o di interrompere i viaggi, anche dalla Cina. I vertici e gli addetti ai lavori del regime hanno continuato a recarsi a Qom, un importante centro politico e religioso, diffondendo il coronavirus anche tra l’élite iraniana, tra cui il vice ministro della Salute Iraj Harirchi e un consigliere del leader supremo Ali Hosseini Khamenei».

Difficoltà in Europa
Le autorità in Italia sono state costrette a muoversi drasticamente, poiché il coronavirus Covid-19 si è diffuso rapidamente nelle città del nord del paese. In Italia il 7 marzo 2020 sono stati registrati 5.883 casi e 233 decessi.
Claire Standley, professore assistente di ricerca presso Centro per la Scienza e la Sicurezza Globale Salute dell’Università di Georgetown, ha detto:
«Il Trattato di Schengen dell’Europa, in ogni caso, presenta diverse sfide per le autorità sanitarie dell’UE, in quanto garantisce la libera circolazione delle persone».
Matthew Kavanagh, anche lui esperto di salute globale all’Università di Georgetown, ha aggiunto:
«Molti leader mondiali anno ripetuto gli errori delle loro controparti asiatiche. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per tenere fuori il coronavirus Covid-19 si è concentrato su una politica puramente di contenimento, attraverso divieti di viaggio e quarantena».
L’azione ritardata degli Stati Uniti e di gran parte dell’Europa significa che le possibilità efficaci ma laboriose che erano disponibili per Taiwan e Singapore, come l’isolamento di chiunque sia entrato in contatto con il coronavirus Covid-19, non sono più disponibili perché si sta già diffondendo all’interno della comunità. Il fondo d’emergenza del Congresso USA per il coronavirus Covid-19 ha stanziato 8,3 miliardi di dollari, andrà ad iniziative quali test rapidi per valutare il coronavirus Covid-19, quanto si sia già diffuso, campagne di informazione pubblica e compensazione delle perdite economiche per l’annullamento di raduni ed eventi su larga scala.
Matthew Kavanagh sulla cosiddetta diffusione della comunità“, significa che alcune persone sono state infettate e non si sa come o dove siano state esposte, in altre parole quando l’origine del virus Covid-19 che si sta diffondendo non è nota, ha detto:
«A questo punto, in Cina, in Italia, in Corea del Sud e negli Stati Uniti, ci stiamo muovendo in luoghi dove sta avvenendo la “diffusione della comunità”, significa che non si può mettere in quarantena tutta la  popolazione, non si può fermare tutto tramite un divieto di viaggio».
I leader politici che hanno lottato rapidamente per contenere il coronavirus Covid-19, in futuro potrebbero affrontare altri problemi, mentre le nuove sfide al coronavirus Covid-19 continuano ad emergere e le infezioni della comunità mettono radici: in Corea del Sud, più di 1,5 milioni di persone hanno firmato una petizione per chiedere le dimissioni del presidente Moon Jae-in, mentre lo scorso febbraio, secondo Kyodo News Agency, i voti di approvazione per Shinzo Abe primo ministro giapponese sono scesi di otto punti, stabilizzandosi al 41%.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha attraversato diversi scandali politici concomitanti, potrebbe anche affrontare questioni più serie sulla gestione della crisi, una minaccia alla sua candidatura per un secondo mandato a novembre.
I commentatori politici affermano che è sotto tiro anche la leadership apparentemente impenetrabile dell’Iran, mentre l’onnipotente partito comunista cinese è stato costretto a permettere alcune critiche pubbliche sulla sua gestione dell’epidemia del coronavirus Covid-19; nel frattempo, Tsai Ing-wen presidente di Taiwan lo scorso gennaio è stata confermata per il secondo mandato, potrebbe scoprire che, la sua posizione potrebbe emergere ancora più forte, anche se Taiwan continua a rimane isolata dall’OMS.

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