Ecco come affrontare la flatulenza in volo, il problema più imbarazzante sugli aerei

La flatulenza in volo sull’aereo è un disagio comune, da che cosa è causata? Che cosa possiamo fare per salvarci dall’imbarazzo? David Robson giornalista scientifico ha intervistato Jacob Rosenberg professore clinico presso l’Università di Copenaghen, ha ricevuto alcune sorprendenti risposte.
L’interesse di Jacob Rosenberg per la flatulenza in volo sull’aereo è iniziato in un viaggio a lungo raggio per raggiungere la Nuova Zelanda. La sua pancia sull’aereo sembrava visibilmente cresciuta; la sua bottiglia di plastica vuota dentro la sua borsa, a causa della bassa pressione barometrica l’aveva vista espandersi e poi accartocciarsi all’arrivo dell’aereo a destinazione. Si rese conto che il gas nella pancia si comporta alla stessa maniera. Da allora ha cercato di approfondire il fenomeno flatulenza. Jacob Rosenberg ha detto:
«La flatulenza all’interno di aerei è un disturbo comune, tutte le persone in un dato momento hanno sperimentato un cattivo odore. Ho pensato seriamente con i miei colleghi alle conseguenze scientifiche di questa situazione. Il risultato è stato la stesura di un documento che potrebbe anche suggerire i modi per alleviare il nostro disagio sui voli aerei.
A terra ogni giorno tutti produciamo una sorprendente quantità di gas, secondo una stima, nell’arco delle ventiquattro ore una persona media in dieci volte elimina circa un litro di gas. I gas sono prodotti da alimenti non assorbiti dall’intestino, fermentati dai batteri, producono azoto, anidride carbonica e idrogeno, sono maggiormente odoranti con la presenza di composti di solforati.
Sorprendentemente ho scoperto che ci sono alcune idee sbagliate sulla flatulenza, nonostante la credenza popolare, gli studi mostrano che gli uomini rispetto alle donne non sono più flatulenti. Lo stesso studio dalla fine degli anni ’90 ha evidenziato che la flatulenza delle donne ha una maggiore concentrazione dei composti solforati maleodoranti.
E anche se i fagioli possono essere conosciuti “come il frutto musicale”, un recente esperimento ha scoperto che non è così per tutti, i suoi effetti differiscono notevolmente da persona a persona. Gli alimenti noti per ridurre la flatulenza poiché lascia meno rifiuti nell’intestino per la fermentazione, includono pesce, riso, prodotti lattieri – caseari, succo di frutta».

Piloti con la pancia gonfia
La nostra flatulenza a terra passa per lo più inosservata (o è almeno educatamente ignorata), all’interno di un aereo può diventare compagna indesiderata. Jacob Rosenberg spiega:
«La frequenza della flatulenza sull’aereo è semplice fisica, l’aria con la perdita di pressione deve espandersi in più spazio, questo litro di gas ha bisogno di riempire un volume del 30% più grande, generando quella sgradevole sensazione di gonfiore. Ciò sembra essere un normale problema per i piloti, oltre il 60% ha una sensazione di gonfiore, molto superiore alla media per gli impiegati.
Naturalmente si può solo cercare di trattenere la flatulenza, ma questa non è una saggia idea, oltre al disagio si potrebbe andare incontro a un leggero rischio, se sei giovane e sano, non è un problema, ma per una persona anziana e fragile, può mettere a dura prova la funzione cardiaca».

Astronauti rischio palle di fuoco
In quota liberare le flatulenze ha i suoi potenziali problemi, un documento del 1969 ha evidenziato il rischio di una palla di fuoco derivante dalle flatulenze degli astronauti concentrate nelle cabine spaziali. Per fortuna, finora non sono stati registrati incidenti. Recentemente un team della Canadian Space Agency ha suggerito che la soia fermentata può essere il perfetto cibo spaziale, riduce il gonfiore degli astronauti perché è ricco di batteri probiotici in grado di competere con i microbi che producono flatulenze.

Contromisure delle compagnie aeree
Mentre il peggiore scenario sugli aerei potrebbe essere il disagio o imbarazzo, le compagnie aeree hanno già preso le contromisure. Jacob Rosenberg a Copenaghen come parte della sua ricerca ha intervistato ingegneri aerospaziali, ha scoperto che molte compagnie aeree nell’impianto di aria condizionata già usano filtri a carbone attivo. Il carbone è molto poroso, dal riciclo intorno alla cabina ha dimostrato di assorbire rapidamente una gamma di odori compresi i vapori sulfurei.
Le compagnie aeree per il cibo tendono anche ad assicurarsi quello povero di fibre ma ad alto contenuto di carboidrati, un equilibrio per calmare la nostra digestione. Non è chiaro quando e come sono arrivati a queste decisioni, possiamo immaginare che agli inizi della storia dell’aviazione il cavolo e i cavolini di Bruxelles, sono stati i primi ad essere eliminati dal menu di volo.

Mutande al carbone attivo
Jacob Rosenberg in conclusione ha detto:
«Il carbone attivo potrebbe essere collocato nei sedili, sebbene studi precedenti abbiano suggerito che non è particolarmente efficace, forse perché la maggior parte dei pantaloni e gonne crea un “effetto tunnel” che disperde i vapori. Le compagnie aeree farebbero meglio a utilizzare le coperte con carbone attivo intrecciato nel tessuto.
Le persone che sono particolarmente preoccupate per la loro flatulenza, ora hanno la possibilità di acquistare biancheria intima progettata per questo. American Journal of Gastroenterology riporta che la biancheria intima foderata con il carbone attivo assorbe quasi il 100% dell’odore, rispetto ai blocchi rimovibili (e riutilizzabile) messi all’interno di pantaloni, assorbono solamente il 70% dell’odore.
In tono ironico per le compagnie aeree ho altri suggerimenti. La flatulenza attraverso l’esofago e la bocca è più propensa a rilasciare gas spia prodotto dalla fermentazione di cibo, il che significa che alcuni dispositivi potrebbero essere in grado di fornire un test del respiro per le persone che ospitano qualcosa nel loro colon. Le compagnie aeree al momento del check-in potrebbero fare lo screening dei passeggeri per inserirli in una sezione speciale dell’aereo, vicino ai servizi igienici, o semplicemente vietare il loro imbarco».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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