Disarmo: armi sequestrate ai cartelli della droga trasformate in strumenti musicali (video)

Pedro Reyes come parte del suo continuo impegno per trasformare le armi in strumenti musicali, ha costruito un’orchestra completamente automatizzata. Il progetto è successivo a Imagine (2012), si chiama Disarm, è una seconda generazione di strumenti musicali realizzati con le armi sequestrate e distrutte dall’esercito messicano.
La seconda serie è composta di otto strumenti che sono stati creati in collaborazione con un team di musicisti e lo studio multimediale Cocolab a  Città del Messico.
Gli strumenti musicali meccanici, possono essere programmati e gestiti via computer per eseguire concerti di musica con composizioni preparate in anticipo. Le varie parti di questi “automi” sono riconoscibili come fucili da caccia, pistole e fucili, non rappresentano più strumenti di morte, ora mantengono la potenza pura del loro ultimo scopo.

Pedro Reyes ha detto:
«Ho avuto la possibilità di realizzare i miei strumenti con le armi sequestrate dall’esercito e dalla polizia di Juarez, una città di circa 1,3 milioni di persone che al culmine della violenza in media segnava dieci omicidi il giorno, nel 2010 ha avuto un tasso d’omicidi di circa il 230 per cento per 100.000 abitanti. Il tasso a livello nazionale per gli Stati Uniti nello stesso anno è stato del 4,8 per cento.
La violenza del cartello della droga in Messico nel corso degli ultimi sei anni ha causato 70.000 morti, con il traffico di armi che sono contrabbandate attraverso il confine degli Stati Uniti.
Disarm è un progetto che ha un intento pacifista, per creare una coscienza globale sul traffico di armi.
Il mio lavoro non è solo una protesta, ma una proposta. Ho realizzato questi strumenti musicali perché la musica è l’opposto delle armi, questo esercizio di trasformazione è quello che vorremmo vedere nella società.
Il nuovo progetto è iniziato lo scorso anno con una telefonata che mi ha offerto un’altra possibilità di lavorare con le armi sequestrate. Normalmente le armi le distruggono, qualcuno che lavora nel governo mi ha detto: “Saresti interessato a fare una scultura con questo metallo'”? Sì, ho risposto».

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