Curioso caso clinico, un uomo può produrre birra nel suo intestino

Un uomo del Texas ricoverato in ospedale con una percentuale di alcol nel sangue di 0,37%, ha sconcertato i medici perché hanno accertato (come affermato dal paziente), che non aveva bevuto nulla.

Il caso clinico
La sindrome di fermentazione intestinale nota anche come Auto-Brewery Syndrome (fare la birra nello stomaco), è un fenomeno poco conosciuto nella moderna medicina. Pochissimi articoli sono stati scritti sulla sindrome la maggior parte di loro sono aneddotiche.
L’articolo presenta la storia di un uomo di sessantuno anni con un caso ben documentato di sindrome di fermentazione intestinale verificato con esami del glucosio e carboidrati.
Il paziente aveva un’infezione da Saccharomyces cerevisiae, così, quando mangiava o beveva un po’ di amido presente nel pane, la pasta o anche la soda, il lievito fermentava gli zuccheri in etanolo, determinando il suo stato di ubriacatura. In sostanza produceva birra nel suo intestino.

La storia
Il quadro clinico dell’uomo di sessantuno anni nel gennaio 2010 presentava una storia di cinque anni di casi di ubriacature inspiegabile. Nel 2004, dopo un intervento chirurgico per una frattura al piede, e successivo trattamento con antibiotici, cominciò a sembrare eccessivamente brillo dopo solo due birre, e in più occasioni era ubriaco senza aver bevuto.
La moglie, che è infermiera, ha iniziato a documentare questo fenomeno con i dati ricavati con l’etilometro. Spesso la percentuale di alcol nel sangue del marito era alta tra lo 0,33 e il 0,40 per cento (il limite legale di alcol negli Stati Uniti è di 0,08 per cento). La donna ha accertato che non c’era nessuna correlazione a questi episodi con l’ingestione di alcol contenuto come ingrediente nelle caramelle e cioccolatini.
Gli episodi di ubriacatura hanno cominciato ad aumentare in gravità e frequenza nel corso degli anni successivi. L’uomo nel novembre del 2009, è stato portato al pronto soccorso in un giorno in cui non aveva ingerito alcol, la sua concentrazione di alcol nel sangue era di 371 (0,37%). E’ stato ricoverato in ospedale in osservazione per ventiquattro ore, trattato per una grave intossicazione da alcol.
I medici non erano informati della possibilità di una persona di essere ubriaca senza aver ingerito alcol, quindi credevano che l’uomo fosse un abituale “grande bevitore”.
Il paziente nel gennaio 2010 è stato sottoposto a un completo esame di gastroente-rologia, aveva una storia d’ipertensione e iperlipidemia, la sua pressione sanguigna era sotto cura. Tutti gli altri esami erano negativi. Il paziente ha escluso di aver preso qualsiasi tipo di lievito come integratori nutrizionali e probiotici, ha negato precedenti disturbi gastrointestinali o trattamenti.
Inizialmente, sono stati condotti test di routine per il respiro, il lattosio e intolleranza al fruttosio, così come l’idrogeno. Tutti gli esami sono stati negativi. E’ stata eseguita anche una tolleranza al glucosio, risultata negativa, così come un EGD (esofagogastroduodenoscopia) e la colonscopia. Tuttavia, nel suo stomaco è stato isolato il batterio Helicobacter pylori.
Il paziente nell’aprile 2010 è stato ricoverato in ospedale per un periodo di osservazione di ventiquattro ore. I suoi effetti personali sono stati ispezionati per assicurare che non aveva alcol. Nessun visitatore è stato ammesso durante il periodo di ventiquattro ore.
E’ stato somministrato durante il giorno glucosio insieme a una dieta ricca di carboidrati. Il sangue è stato esaminato ogni due ore per la concentrazione di alcol nel sangue (BAC), e per i livelli di glucosio ogni quattro ore. I livelli dell’etilometro sono stati supervisionati da specialisti del Dipartimento della Pubblica Sicurezza.
In questa situazione controllata, a un certo punto durante il pomeriggio, la concentrazione di alcol nel sangue (BAC) del paziente è aumentata a 120 mg /dl (0,12% per etilometro). A differenza di altri studi di casi segnalati, la fermentazione è avvenuta quasi ventiquattro ore dopo l’ingestione di zucchero o di alcol.

Trattamento
Il paziente ogni giorno per tre settimane ha ricevuto 100 mg di fluconazolo (Diflucan), seguito da tre settimane di nistatina 500.000 UI, quattro volte il giorno. Ha anche preso ogni giorno compresse di acidophilus per il ripristino della flora batterica intestinale.
Il paziente durante questo periodo di sei settimane ha seguito una rigorosa dieta senza zucchero, carboidrati e alcolici. Giornalmente il suo livello di alcol nel fiato è stato testato frequentemente, per dieci settimane e oltre era di 0,00. Le colture fecali sono state poi ripetute, hanno dato sempre esito negativo. Infine, il paziente è stato trattato con una cura di tetraciclina per il batterio Helicobacter pylori.

Conclusione
I midici che hanno condotto lo studio ritengono che questo paziente avesse la sindrome di fermentazione intestinale come documentato informalmente dalla moglie e verificato formalmente durante l’ospedalizzazione.
E’ emerso che il Saccharomyces cerevisiae era l’agente eziologico, il fatto che le colture delle feci erano negative dopo il trattamento e i sintomi erano scomparsi in quel momento, supporta questa ipotesi.
Si tratta di una sindrome rara ma dovrebbe essere riconosciuta a causa delle implicazioni sociali che si riflettono sulla perdita del lavoro, difficoltà relazionali, stigma, e anche il possibile arresto e incarcerazione per ubriachezza. Sarebbe doveroso per i medici ascoltare con più attenzione il paziente ubriaco che nega l’ingestione di alcol.
La sindrome di fermentazione intestinale giustifica altre indagini per stabilire quali organismi provocano i sintomi e quali test definitivi dovrebbero essere condotti per confermare la diagnosi. Inoltre, per la ricerca sarebbe importante determinare come la crescita eccessiva si presenta con il Saccharomyces cerevisiae, quando è trovato normalmente nell’intestino degli esseri umani.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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