Cura dei tumori, nanoparticelle di melanina per proteggere i malati di cancro sottoposti a radioterapia

Cancer treatment, nanoparticles of melanin to protect cancer patients during radiotherapy


Melanin nanoparticles may help cancer patients by protecting them against the harmful effects of radiation therapy.
Scientists at Albert Einstein College of Medicine successfully tested the melanin-covered nanoparticles on mice. The shielding normal cells from radiation damage would allow doctors to administer higher doses of radiation to tumors, making the treatment more effective.
According Popsci, the mice who received the melanin nanoparticles sustained far less bone marrow damage and recovered more quickly.
Clinical trials testing the melanized particles on cancer patients may begin two or three years. Also surmises that the technique has potential for protecting astronauts against radiation exposure.
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Cura dei tumori, nanoparticelle di melanina per proteggere i malati di cancro sottoposti a radioterapia

Uno dei principali aspetti negativi della radioterapia, comunemente usata per il trattamento dei tumori cancerosi, è il suo effetto dannoso sulle cellule normali. Ora, grazie alla ricerca condotta dagli scienziati dell’Albert Einstein College of Medicine della Yeshiva University, i medici potrebbero un giorno utilizzare le nanoparticelle coperte di melanina per somministrare dosi più elevate di radiazioni per colpire le cellule cancerogene senza compromettere quelle sane.
La ricercatrice, dottoressa Ekaterina Dadachova con i suoi colleghi, ha testato le particelle sui topi che hanno risposto bene alla tecnica dopo l’esposizione alle radiazioni.
I sintomi di un danno del midollo osseo includono una riduzione del numero dei globuli bianchi e delle piastrine. La melanina, un pigmento responsabile del colore della pelle, non solo frena la formazione di radicali liberi che danneggiano il DNA, ma elimina in ogni caso, quelli che riescono a formarsi.
La dottoressa  Dadachova e il suo team per poter "spremere" minuscole particelle di melanina attraverso il fegato, i polmoni, e la milza, hanno utilizzato quella sintetizzata in silice  (sabbia). Le particelle, come previsto dai ricercatori, una volta iniettate nel topo, si sono attecchite sul midollo osseo.
Dopo la sperimentazione sui gruppi di topi sottoposti a varie dosi di radiazioni e di particelle,  la dottoressa  Dadachova e il suo team hanno costatato che i topi trattati con iniezioni di nanoparticelle di melanina hanno recuperato velocemente  i loro globuli bianchi e piastrine, in confronto ai topi non trattati.
La dottoressa Dadachova ha sottolineato che sui pazienti affetti da cancro, le sperimentazioni cliniche e test con le nanoparticelle di melanina potrebbe iniziare tra due o tre anni. Inoltre, la tecnica sperimentata ha il potenziale per proteggere gli astronauti contro l’esposizione alle radiazioni.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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