Ho controllato il computer con la mente, ho imparato a scrivere utilizzando solo i miei pensieri

Arielle Duhaime-Ross giornalista scientifico ha scritto:
«Ho desiderato controllare un computer con la mia mente, questa settimana ho avuto modo di fare proprio questo. Ero al centro Wadsworth di Albany, dove il ricercatore Jonathan Wolpaw sta sviluppando un sistema d’interfaccia computer-cervello che permette alle persone paralizzate di comunicare con i propri cari attraverso uno schermo di computer.
La procedura è sorprendentemente semplice, dopo aver indossato una cuffia simile a quella per il nuoto, registra l’attività cerebrale grazie ad una serie di elettrodi incorporati nel tessuto e riempiti di uno speciale gel, ti devi concentrare su una lettera specifica all’interno di una matrice di altre lettere sullo schermo del computer. Ogni lettera è visualizzata in un modello lampeggiante unico, in modo che quando ci si concentra su una lettera, la tua attività cerebrale rispecchia il modello lampeggiante proprio di quella lettera, il computer riesce a capire quale parte della matrice lampeggiante, ha catturato la tua attenzione.
Scrivere una parola intera con questo sistema di certo non è veloce, una sola lettera richiede circa quindici secondi. Il dispositivo che ho indossato sicuramente non era comodo ma ha funzionato, con la mente ho digitato il testo su un computer (vedi video).
Eppure in qualche modo, non è stata la parte più suggestiva della mia giornata. Ciò che ha catturato la mia mente è stata la conversazione con Jonathan Wolpaw su come sta sviluppando il sistema d’interfaccia computer-cervello per aiutare le persone che soffrono di forme avanzate di paralisi a mantenere la voglia di vivere. Mi ha detto:
“Con l’avvento delle tecnologie di supporto vitale, come i dispositivi utilizzati in casa per la respirazione assistita, è possibile per le persone che sono gravemente disabili di continuare a vivere per lunghi periodi, ma uno dei grandi desideri per le persone in queste situazioni è che non vogliono perdere la possibilità di continuare a comunicare. Ciò non dovrebbe essere così sorprendente. Essere in grado di interagire con altri esseri umani è fondamentale per il benessere della nostra specie. E da un punto di vista evolutivo, è assolutamente essenziale.
I bambini privati d’interazione umana nei primi anni della loro vita, spesso hanno difficoltà a imparare il linguaggio umano, mostrano significativi deficit cognitivi, sperimentano anche alti tassi di ansia e depressione. Le persone che nel corso della vita soffrono d’intenso isolamento, hanno maggiori probabilità di segnalare cattive condizioni di salute fisica, quindi, anche se non c’è alcun sostituto per il contatto umano, le tecnologie come i cellulari, internet, e la parola scritta fanno parte di un ecosistema finalizzato a mantenere i legami con il mondo esterno”.
In conclusione tutto ciò che ci permette di “dialogare” può essere il sostegno alla vita, il sistema d’interfaccia computer-cervello di Wolpaw è un esempio reale di come la tecnologia realizza proprio questo».

interfaccia computer-cervelloJonathan Wolpaw ricercatore scientifico