L’unico Paese al mondo che sembra non essere neppure sfiorato dalla crisi economica internazionale è la Cina, che negli ultimi anni ha visto il proprio Pil crescere al ritmo del 7-8%. Un avanzamento, in clima di recessione, davvero impressionante che proietta la nazione orientale nel novero delle grandi potenze economiche del futuro. |
Con una popolazione di un miliardo e trecento milioni di abitanti è facile comprendere il ruolo che sta giocando e che giocherà il “Paese giallo” nei mercati mondiali. La svolta storica risale agli inizi degli anni Ottanta: dalla via cinese al socialismo si passa al socialismo di mercato, con consistenti cambiamenti nelle strategie economiche e, soprattutto, nei rapporti con le altre nazioni del mondo. La politica della “porta aperta”, voluta da Deng Xiaoping, ha ottenuto l’obiettivo di incentivare le relazioni economico-finanziarie internazionali, superando concettualmente la teoria maoista almeno rispetto al problema dell’autosufficienza e del rischio di ingerenze interne da parte degli investitori di tutto il mondo. Ciò ha portato la Cina ad aprirsi al commercio estero. La crescita economica dell’ultimo decennio, in ogni caso, è stata favorita dalle condizioni di disagio in cui versa il capitalismo internazionale. Con la liberalizzazione economica e l’apertura di aree dove gli investitori internazionali possono operare senza tanti vincoli burocratici, la Cina si è trasformata in una delle principali nazioni dove le grandi imprese transnazionali hanno delocalizzato la loro produzione. Ciò è stato reso possibile grazie alla presenza nel Paese orientale di una vasta sacca di potenziale manodopera a basso costo, che nelle multinazionali occidentali rappresenta un’eccezionale opportunità di abbattimento delle spese di produzione.
E intanto la disoccupazione cresce….
Se potessero sfrutterebbero pure lui..^^
Povero micio virtual. Se potessero farebbero lavorare anche lui 18 ore al giorno.
NicDwaRazy – Un paese senza futuro.
cicabu – E' vero, baciotto*
#3 – Sfruttamento totale, i gatti non gradiscono :-).
ma poverino: zampine fuse!!!
Come fanno i Cinesi a praticare prezzi bassissimi?
Nelle nostre città siamo abituati a comprare quasi tutti i tipi di articoli nei negozi gestiti da Cinesi, e non ci meravigliamo più che LE STESSE COSE costano la metà o ancor meno. Bagnoschiuma o dentifrici da 2 euro, lì li troviamo a 1 euro. Gli stessi! Anche apparecchiature elettroniche, e tante altre cose che sapete bene, ed è inutile elencare.
A tutti noi viene da pensare che i commercianti italiani, furboni e imbroglioni, pràtichino un grosso ricarico lucrando sul prezzo finale più del 50%. Ma siamo sicuri che i margini siano questi? Gli Italiani stanno subendo da tempo la loro concorrenza spietata. Come fanno a sopravvivere? Risposta: denigrando la merce made in China. Tutti siamo vittime del luogo comune che ciò che compri dai Cinesi non sia garantito, si scassa subito. Ok, ma quando il prodotto è lo stesso? Ad esempio la schiuma da Barba SQUIBB costa 1 euro dai Cinesi e 2 euro al supermercato! La stessa!
Insomma la domanda è: DOVE SI APPROVVIGIONANO I CINESI? Merce rubata? No, altrimenti non starebbero aperti da tanti anni i medesimi negozi. Non pagano le tasse? No, fanno gli scontrini come gli altri. E allora: qual è la spiegazione?
La questione non è di poco conto. Prima o poi il loro marketing sbaraglierà il mercato, e dovremo tutti andare a comprare tutto da loro, dalle vettovaglie per la casa all’elettronica di consumo.
Il fatto, poi, opinabile, che le loro merci siano scadenti è un arma a doppio taglio. Se rimarranno solo questo tipo di negozi sul mercato, pian piano verranno a cadere le garanzie del consumatore. La legge italiana impone due anni di garanzia, ma essi quando ti vendono qualcosa ti dicono: “attento, non c’è galanzia! Se me lo lipolti scassato, a me non flega niente”.
Questo è solo l’inizio. Un giorno dovremo adeguarci alle loro leggi, e tutti i diritti del lavoro che abbiamo conquistato negli anni di lotta continua andranno lentamente a cadere, per far posto allo sfruttamento selvaggio e a poco prezzo del lavoratore, cui essi sono abituati, e che imporranno a noi. La discussione sull’art.18 è solo la punta di un iceberg che ci colpirà nei prossimi 50 anni. I figli dei nostri figli vivranno come i Cinesi!
I cinesi riescono a praticare prezzi bassi perché sfruttano manodopera pagata con un chicco di riso. I prodotti che vendono il più delle volte sono clonati, è la loro specialità.
I commercianti italiani, praticano liberi ricari su tutto quello che vendono, tanto nessuno li stanga, visto che quando è entrato l’euro, hanno preso al balzo il suggerimento di Berlusconi, adeguare l’euro/lire al rapporto 1:1 , vale a dire un euro=mille lire, mentre il vero rapporto era 1 euro uguale a 1936,27 lire.
Tornando sul discorso dei cinesi, di fatto siamo cinesi a tutti gli effetti, Monti l’ha certificato con le ultime manovre economiche a danno dei disoccupati, lavoratori dipendenti, pensionati.