Cambiamento climatico: ricongelare i poli della Terra non solo è realizzabile, è anche economico

Le conseguenze del cambiamento climatico e del riscaldamento globale si fanno sentire in tutto il mondo, dalle atroci ondate di caldo in India e in Europa, alle rovinose siccità in Afghanistan alle devastanti inondazioni in Pakistan e alle tempeste senza precedenti in Estremo Oriente. Il loro impatto diretto sulla vita umana, mentre è maggiore nelle zone tropicali e temperate (dove vive la maggioranza della popolazione), sul benessere generale del pianeta è più pesante ai poli della Terra.
L’aumento delle temperature sta accelerando l’esaurimento del ghiaccio marino in termini di estensione e spessore, in effetti, diversi modelli indicano che entro il 2040 il ghiaccio marino artico potrebbe scomparire del tutto durante i mesi estivi! Ciò potrebbe rivelarsi disastroso per tutti i terrestri per due motivi:
– il primo motivo è che il ghiaccio marino polare bianco è cruciale per deviare la radiazione solare e regolare il clima terrestre;
– il secondo motivo è che lo scioglimento del ghiaccio potrebbe comportare un drammatico aumento del livello del mare a livello globale.
È emerso che questo particolare problema di mantenere i poli congelati potrebbe essere risolto. Il nuovo studio, recentemente pubblicato nella rivista Environmental Research Communications, ha suggerito che ricongelare i poli riducendo la luce solare in entrata sarebbe fattibile e notevolmente economico!
I ricercatori hanno ideato un possibile programma futuro in cui aerei ad alta quota spruzzerebbero microscopiche particelle di aerosol nell’atmosfera a latitudini di 60 gradi nord (attorno alla città di Anchorage in Alaska, Stati Uniti) e sud (vicino all’estremità meridionale del Sud America).
Le particelle di aerosol spruzzate a un’altezza di 13.000 metri, andrebbero gradualmente alla deriva verso i poli, con l’effetto di ombreggiare efficacemente la superficie sottostante, provocando un raffreddamento sulle regioni polari.
Wake Smith, autore principale dello studio, ha affermato:
«C’è una diffusa e sensata trepidazione sull’impiego di aerosol per raffreddare il pianeta, ma se l’equazione rischio/beneficio dovesse dare i suoi frutti, sarebbe ai poli».
Lo studio propone di spruzzare le particelle di aerosol stagionalmente, durante le lunghe giornate primaverili e all’inizio dell’estate con l’impiego di una flotta di 125 aerei cisterna d’alta quota di nuova concezione. La stessa flotta potrebbe in alternativa operare per entrambi i poli con il cambio delle stagioni.
I ricercatori hanno detto che in caso di successo, le regioni polari potrebbero raffreddarsi di 2°C l’anno, al costo annuale di circa 11 miliardi di dollari. Inoltre, mentre la protezione diretta di questo raffreddamento sarebbe limitata alle sole regioni polari, una certa riduzione indiretta della temperatura si estenderebbe anche alle regioni adiacenti di media latitudine. In effetti, con meno dell’1% della popolazione umana globale che risiede nelle zone di schieramento obiettivo, rispetto a un programma globale un dispiegamento polare comporterebbe rischi molto meno diretti per la maggior parte dell’umanità.
I ricercatori hanno ribadito che questo programma non sarebbe in alcun modo una soluzione adeguata all’attuale problema del cambiamento climatico. Wake Smith ha detto:
«Anche se questo programma potrebbe cambiare il gioco in un mondo in rapido riscaldamento, le spruzzate di aerosol stratosferico trattano semplicemente un sintomo del cambiamento climatico, ma non la sottostante malattia. È l’aspirina, non la penicillina. Non è un sostituto della decarbonizzazione».
I ricercatori in conclusione hanno detto che il presente studio è solo un piccolo passo preliminare verso la comprensione dei costi, dei benefici e dei rischi dell’intraprendere interventi sul clima ad alte latitudini. Fornisce ulteriori ragioni per ritenere che tali strumenti potrebbero rivelarsi utili sia per preservare la criosfera vicino ai poli sia per rallentare l’innalzamento del livello del mare a livello globale.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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