Troppo caldo per vivere, intere aree del Nord Africa e Medio Oriente destinate a essere inabitabili

Il Medio Oriente e il Nord Africa sono già alcuni dei luoghi più caldi della Terra, a Riyadh, in Arabia Saudita per tutta l’estate le alte temperature quotidiane possono superare i 40°, purtroppo sono destinate a salire, un documento del Max Planck Istituto per la Chimica e l’Istituto di Cipro a Nicosia, avverte che entro la fine del secolo molte aree della regione potrebbero essere troppo calde per la sopravvivenza degli esseri umani.
Gli autori hanno esaminato il possibile impatto del cambiamento climatico utilizzando due differenti proiezioni di concentrazione di gas a effetto serra. Il primo presuppone che le emissioni di carbonio saranno frenate entro la metà del secolo, mentre il secondo presuppone che continueranno ad aumentare. Entrambe le proiezioni prevedono che entro il 2050 la temperatura globale raggiungerà o supererà il livello di 2° C, obiettivo fissato lo scorso anno a Parigi.
Nel più delicato dei due scenari, il numero di giorni annuali qualificati come parte di un’ondata di caldo per la regione aumenterebbe di 15 giorni (media registrata dal 1986 al 2005), a 83 all’anno entro la metà del secolo. Nello scenario più drastico ci sarebbero 118 giorni di ondate di calore l’anno. Entro la fine del secolo, rispettivamente l’aumento sarà di 104 giorni e 204 giorni, un tal evento avrebbe un effetto devastante sul mezzo miliardo di persone che vivono nella regione.
Lo studio non è il primo a mettere in guardia sugli effetti dei cambiamenti climatici sul Medio Oriente e Nord Africa, The World Bank e National Intelligence Council degli Stati Uniti, hanno citato la particolare vulnerabilità della regione, un documento pubblicato lo scorso anno ha previsto che entro la fine del secolo, la temperatura nei paesi produttori di petrolio in tutto il Golfo Persico potrebbe superare i limiti della capacità di adattamento umano, anche per gli adulti sani.
Il Medio Oriente e il Nord Africa sono già incredibilmente caldi, l’acqua dolce è limitata, le colture alimentari locali sono vulnerabili alla riduzione delle precipitazioni, inevitabili tempeste di sabbia costringeranno le persone a spostarsi all’interno, questa situazione si aggiunge agli effetti globali del cambiamento climatico: clima più severo, più guerre e aumento del livello del mare.
In Medio Oriente, il cambiamento climatico è già stato accusato di spingere le popolazioni rurali nelle città, rendendole più dipendenti dal cibo importato e vulnerabili alla poca acqua potabile disponibile. Variazioni di temperatura più grande potrebbero costringere la popolazione fuori dalla regione. Gli ultimi due anni hanno dimostrato che il mondo su larga scala sta gestendo male la migrazione, un semplice assaggio per ciò che potrà avvenire in futuro.

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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