Calciopoli: L'urlo di Moratti, voglio lo scudetto non assegnato, l'Inter se lo merita

Pagina 152 della sentenza della Caf. Capitolo Juve: «… revoca dell’assegnazione del titolo di campione d’Italia 2004-2005; non assegnazione del titolo di campione d’Italia 2005-2006». L’argomento continua a non piacere a Massimo Moratti, sempre più sconcertato di fronte ad un quadro generale dove, ora che le sentenze sono diventate pubbliche, «è aumentata l’arroganza e non si intravede nemmeno un’ombra di vergogna, per aver preso in giro milioni di tifosi». E proprio Moratti guida il partito di chi insiste perché lo scudetto della stagione che si è appena conclusa venga assegnato. Lo chiede per una questione di principio e di chiarezza, ma anche per rispetto delle regole del Cio. Ai Giochi Olimpici, in caso di squalifica di chi sta davanti, la medaglia d’oro viene assegnata a chi segue. In forma automatica. Il dibattito è aperto e la questione sta passando sul tavolo del professor Rossi (la decisione non tocca alla Caf, ma al commissario della Figc) e Moratti lo reclama senza paura: «Il titolo è un diritto e basta, perché segna una distinzione netta di comportamento fra chi ha rispettato le regole e chi le ha infrante. Non assegnare lo scudetto dell’ultimo campionato significa mettere tutti sullo stesso piano e io questa volta non ci sto, perché sarebbe una profonda ingiustizia, oltreché un pessimo esempio per il Paese e per la nostra immagine all’estero. Mi ribello all’idea che siamo tutti colpevoli. L’Inter non c’entra, non è mai entrata in situazioni del genere ed è questa distinzione che deve emergere con chiarezza, al di là degli sforzi economici e professionali compiuti inutilmente in una situazione incredibile. Bisognerebbe parlare di risarcimenti economici e non lo faccio, ma non ci sto ad essere considerato alla stessa stregua degli altri; il rispetto delle regole è importante quanto il valore tecnico di una squadra. Mi ribello all’idea che abbiamo buttato via la vita per due anni, senza un riconoscimento per chi ha continuato ad agire correttamente».
Restano due problemi. Il primo, quello che sembra frenare il naturale sviluppo della vicenda secondo le regole olimpiche, è legato al passato del professor Rossi: il commissario è stato consigliere dell’Inter dal ’95 al ’99: «E allora? – si chiede Moratti -. A parte il fatto che sta lavorando molto bene, penso che possa soltanto essere orgoglioso di aver fatto parte del consiglio di amministrazione di una squadra che in questi anni si è sempre dimostrata estranea a tutto». Ci sono invece molti tifosi interisti, anche famosi, che stanno spingendo perché Moratti rifiuti lo scudetto numero 14: «Trovo che si tratti di un atteggiamento che non ha giustificazioni e che è poco rispettoso dell’Inter e della sua storia. In questo caso, non mi interessa il consenso generale. Ripeto: lo scudetto è un diritto. Lo direi anche se al posto nostro in classifica ci fosse il Chievo o il Parma. Ma non sono più disposto ad accettare battute di spirito. Di nessun genere». Anche se arrivano da molto in alto. (Corriere.it)

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