Calciatori con ipermobilità articolare esposti maggiormente a gravi infortuni

L’ipermobilità, nota anche come doppia congiunzione, descrive le articolazioni che si allunga più del normale: ad esempio, alcune persone ipermobile possono piegare i pollici all’indietro verso i polsi, piegare le articolazioni del ginocchio all’indietro, mettere la gamba dietro la testa o eseguire altri “trucchi” da contorsionista.
La prossima volta che un calciatore sembra trascorrere più tempo sulla panchina che sul campo, il suo club (oltre alla dieta) potrebbe indagare se è ipermobile. I calciatori con ipermobilità  secondo il lavoro svolto da accademici della Leeds Metropolitan University (LMU), presentano un rischio d’infortunio più elevato rispetto ai loro compagni di squadra meno flessibili. I ricercatori pensano che le loro scoperte potrebbero avere un impatto sulle modalità di acquisto, vendita e selezione dei calciatori.
Gareth Jones, fisioterapista e docente alla LMU, e Matt Konopinski studente post laurea, hanno iniziato il loro studio prima dell’inizio della stagione calcistica 2010-2011. Il duo ha iniziato a lavorare con una squadra di calcio della Premier League (non indicata a causa degli accordi sulla riservatezza dei giocatori) analizzando la mobilità e la flessibilità di 54 giocatori, e poi verificando come si è svolta la loro stagione.

Test della scala di Beighton
Gli accademici e il team medico del club durante la preparazione estiva hanno sottoposto tutti i giocatori al test della scala di Beighton, utilizzato per la valutazione dell’ipermobilità attraverso 5 movimenti (4 passivi e 1 attivo) e un punteggio da 0 a 9, dove il primo corrisponde a massima tensione e il secondo a massima lassità (in medicina, rilasciamento, congenito o acquisito, di un tessuto).
Gareth Jones ha detto:
«Le giunture dei calciatori sono state sottoposte a test per verificarne l’estensione. I fisiologi hanno controllato se i calciatori potevano piegare il pollice sull’avambraccio, iperestendere il gomito oltre 10°, piegare il dito mignolo oltre i 90°, iperestendere passivamente il ginocchio oltre 10°».
Esattamente un terzo del gruppo – 18 calciatori – è risultato avere una sindrome da ipermobilità articolare benigna, significa che avevano almeno quattro articolazioni anormalmente flessibili. Tutti i calciatori del club all’inizio della stagione sportiva sono stati dotati di localizzatori GPS per calcolare quanto stessero correndo, allungando le articolazioni e flettendo i muscoli durante gli allenamenti e le partite, e per quanto tempo. Gli accademici nel frattempo hanno iniziato a registrare il numero degli infortuni.
Gareth Jones e Matt Konopinski alla fine della stagione hanno analizzato l’attività dei calciatori, hanno scoperto che quelli ipermobili in totale hanno subìto 72 infortuni, a un tasso di 22 infortuni ogni 1.000 ore in campo durante le partite e l’allenamento; al contrario, i 36 calciatori “normali” hanno riportato infortuni a un ritmo di poco più di 6 ogni 1.000 ore trascorse in partite e allenamenti.
Hanno anche scoperto che il tipo di lesioni subite dai due gruppi differiva: i calciatori ipermobili sono risultati molto più propensi a subire un grave infortunio e un nuovo infortunio: 12 dei 18 atleti ha subìto almeno un grave infortunio durante la stagione – spesso una rottura del legamento o della cartilagine nel ginocchio – rispetto a solo 2 dei 36 calciatori non ipermobili.
Gareth Jones ha detto:
«La mancanza di stabilità nelle articolazioni di giocatori ipermobili li rende più esposti a lesioni, i manager di calcio devono sedersi e prendere nota. Le nostre scoperte confermano una recente revisione sistematica da parte di accademici americani che osservano atleti ipermobili in vari sport, hanno concluso che il ginocchio è a rischio».
Gareth Jones e Matt Konopinski ora stanno estendendo il loro lavoro ad altri club, credono che potrebbe svolgere un ruolo importante nella selezione dei calciatori. Gareth Jones spiega:
«Includere i test d’ipermobilità nella loro selezione per i club significherebbe poter fare scelte informate riguardo al possibile acquisto di calciatori, ma anche la riabilitazione dagli infortuni e, cosa più importante, la pre-abilitazione. I calciatori sono costosi, più i club conoscono i loro fattori di rischio per le lesioni, meglio è. La ricerca potrebbe essere meno importante per i club ricchi, con budget elevati possono acquistare giocatori a prescindere, ma quelli con meno soldi disponibili potrebbero voler considerare questi fattori più da vicino“.

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