Brexit, è caccia al doppio passaporto, milioni di cittadini britannici non vogliono rinunciare a essere europei

La cittadinanza doveva essere la priorità dei negoziati di Brexit, la cosa più semplice da affrontare, data la buona volontà dichiarata da entrambe le parti. Eppure, Londra e Bruxelles non possono raggiungere un accordo sul destino di 3,2 milioni di cittadini europei residenti nel Regno Unito e 1,2 milioni di cittadini britannici che vivono in Europa. I cittadini britannici in Europa sanno che il loro governo li ha dimenticati, mentre l’Unione Europea ha dedicato molta attenzione ai propri cittadini nel Regno Unito.
Kathryn Dobson vive nella regione occidentale della Francia Poitou-Charentes, dove pubblica Living, una rivista per gli espatriati britannici in Francia, ha detto:
«Siamo completamente ignorati. Abbiamo lasciato la Gran Bretagna 15 anni fa. Sono preoccupata per il destino della mia rivista, come per il mio futuro e quello delle mie tre figlie, 15, 18 e 20 anni. La nostra vita è in attesa, il nostro governo non ha tenuto conto della complessità della nostra situazione».
Emily, 18 anni una delle sue figlie, cittadina britannica cresciuta in Francia sta frequentando il secondo anno del suo corso di studi imprenditoriali nei Paesi Bassi come parte del programma di scambio Erasmus. Ha beneficiato come cittadina di un ex stato membro dell’Unione europea di una tassa speciale per l’insegnamento e di una sovvenzione del governo francese, ora dopo Brexit nulla garantisce che i suoi diritti saranno mantenuti. Nel frattempo, ha avviato una procedura per ottenere la cittadinanza francese, anche la madre la sta prendendo in considerazione.
La situazione certamente rimane torbida. Le proposte del blocco europeo hanno messo in dubbio la capacità dei cittadini britannici di muoversi liberamente sul continente: nel paese in cui risiedono quando sarà applicata Brexit potrebbe finire sotto “arresti domiciliari”, incapaci di viaggiare altrove in Europa.
Fiona Godfrey, consulente sanitario, fondatrice dell’associazione British Immigrants Living in Luxembourg (Brill), ha detto:
«Se vivi a Lussemburgo e lavori a Bruxelles come me, questo è catastrofico. Voglio credere ancora alla speranza di una soluzione favorevole entro la fine del prossimo round dei negoziati britannici-UE.
Non tutti gli espatriati britannici sono disposti ad attendere, alcuni hanno già iniziato a cercare la cittadinanza europea. Il sondaggio di Brill ha evidenziato che il 70% dei cittadini britannici che vivono a Lussemburgo sta facendo proprio questo, possono farlo solo se hanno soggiornato nel paese per almeno cinque anni e se hanno superato la prova per la lingua lussemburghese».
Daniel Tetlow, vicepresidente dell’Associazione britannica in Europa con sede a Berlino, ha aggiunto:
«Questa possibilità non esiste in nove paesi europei che non autorizzano la doppia cittadinanza, nelle restanti nazioni dell’Unione i criteri variano da un paese all’altro e persino da una regione all’altra, come ad esempio in Germania.
La nostra organizzazione vanta già 35.000 membri, ogni giorno si aggiungono da 50 a 100 nuovi membri. E’ la prima volta che i britannici in Europa si sono dovuti organizzare. C’è ancora molto da fare per lottare contro la mancanza di comprensione del nostro status, anche tra i politici britannici».

Cittadini britannici in Europa non hanno fiducia nei negoziati di Brexit, vogliono il passaporto europeo
Ora un numero crescente di cittadini britannici non crede più alle promesse di Londra e di Bruxelles, credono che qualsiasi accordo per salvaguardare il loro status dipenda dai negoziati di Brexit in materia di finanza, commercio e simili. Non ci sono garanzie che i colloqui avranno successo, quest’atteggiamento spiega perché i cittadini britannici stanno correndo per ottenere i passaporti europei: secondo uno studio della London School of Economics, dopo Brexit il 60% di questi cittadini vorrebbe essere europeo. In altre parole, vogliono avere la loro torta e mangiarla.
I cittadini che vivono in Gran Bretagna stanno cercando il modo di ottenere un secondo passaporto, hanno iniziato a esplorare il loro albero genealogico, circa il 10% dei cittadini britannici può diventare cittadino irlandese se hanno almeno un nonno irlandese, di conseguenza, nel Regno Unito dal referendum britannico per lasciare l’Europa, la domanda di passaporti irlandesi è raddoppiata.
Ci sono altre possibilità, gli ebrei di origine tedesca cercano di ottenere la nazionalità tedesca, altri stanno esaminando paesi come il Portogallo e la Lituania, offrono meccanismi di naturalizzazione similari, per una parte della popolazione britannica disgustata da Brexit, si tratta di avere una via d’uscita dal disordine.
Daniel Tetlow in conclusione ha detto:
«Dal 23 giugno 2016 giorno del referendum Brexit sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea, sono più i britannici che hanno lasciato il Regno Unito, rispetto agli inglesi che sono tornati».

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Pino Silvestri, blogger per diletto, fondatore, autore di Virtualblognews, presente su Facebook e Twitter.
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